Pellicciaio insegue due rapinatori spara e uccide un ragazzo che passa

Pellicciaio insegue due rapinatori spara e uccide un ragazzo che passa Tragica conclusione di un assalto al negozio "Zio Tom,, in via Vigone Pellicciaio insegue due rapinatori spara e uccide un ragazzo che passa Vittima uno studente di 17 anni, fermo con i genitori a un centinaio di metri - I banditi avevano spaccato una vetrina arraffando una pelliccia da 7 milioni - Il titolare li ha rincorsi facendo fuoco all'impazzata: arrestato per omicidio colposo Due banditi che rapinano una pellicceria, il proprietario che reagisce, li Insegue pistola in pu- I gno, Epara alcuni colpi ma colpisce a morte un ragazzo di 17 anni, fermo sul marciapiede a chiacchierare con i genitori. E' la conclusione tragica di un assalto alla pellicceria dello « Zio Tom », avvenuta ieri poco dopo le 18, in via Di Nanni, angolo via Vigone. I banditi sono riusciti a fuggire, il proprietario del negozio, Alberto Cutaia, 37 anni, via Cumiana, è stato arrestato per omicidio colposo. A piangere Giuseppe Padovani, studente in un istituto tecnico, vittima innocente della violenza e di un'esasperata tensione accumulatasi in chi questa violenza è costretto a subire, sono ora due genitori ancora Increduli di quello che è avvenuto, incapaci di dare una spiegazione. Ma veniamo alla cronaca dell'episodio che sembra la sequenza di un film. Sono le 18 e 10 e nella pellicceria dello « Zio Tom », molto reclamizzata negli ultimi tempi da una televisione privata, ci sono il proprietario Alberto Cutaia, la moglie Santa, incinta di nove mesi, alcune commesse e un palo di clienti. Da una ic 127 » azzurrina escono due giovani, corrono verso una delle vetrine del negozio. Scelgo¬ no quella dove è esposto un modello da sette milioni, visone bianco, messo In esposizione perché abbinato ad un concorso. I due hanno un cric in mano, lo scagliano con violenza contro la vetrata, la frantumano, arraffano 11 visone e altre pellicce, si precipitano verso l'auto che attende 11, a pochi passi col motore acceso. | La spaccata dura pochi secondi. A questo punto il Cutaia reagisce. Legata alla caviglia porta sempre una «Cobra 38», l'afferra, si precipita fuori, vede 1 due raggiungere l'auto, comincia a sparare. Prima in aria, poi contro la «127» e ancora contro i banditi che, vistisi inseguiti, decidono di scappare a piedi, verso via | Vigone. Fa fuoco sei volte, tutti 1 proiettili della pistola a tam-1 buro. Ad un centinaio di metri dalla scena western, In via Vigone 45, davanti ad una pasticceria c'è un ragazzo che parla col padre e ( la madre. I tre, come le altre per-1 l sone ohe in quel momento passeggiano sul marciapiede, non si accorgono del caos, fanno appena a tempo a sentire alcuni colpi. Improvvisamente il giovane s'accascia, un proiettile l'ha raggiunto allo zigomo destro. «Papà, papà» chiama disperato Giuseppe Padovani, mentre il sangue comincia sgorgare abbondante dalla ferita. E quando un automobilista di passaggio si ferma per trasportarlo all'ospedale, sul marciapiede c'è un lago di sangue. Il ragazzo muore tra le braccia del padre Michele, 58 anni, operaio alla Ceat di Settimo, e della madre Dna Merlo, 54 anni, Infermiera ad ore. La famiglia abita in via Ferrerò 29 in un modesto appartamento. D'origine veneta, i coniugi Padovani avevano avuto l'unico figlio dopo dieci anni di matrimonio. Per loro, Giuseppe era la ragione di vita. Mentre il ragazzo viene trasportato al Maria Vittoria nel disperato tentativo di strapparlo alla morte, in via Vigone angolo via Di Nanni accade il finimondo. La gente comincia ad assieparsi davanti alla pellicceria, mentre il proprietario recupera nell'auto dei banditi le pellicce rubate. E' sconvolto, non sa ancora di aver ammazzato un ragazzo di 17 anni. Arrivano polizia e carabinieri. I Nel negozio c'è la moglie del I Cutaia, Santa Liseni, 33 anni, I che si sente male. Il marito e I la commessa Silvia Lavane, 25 anni, raccontano al capo della Mobile dott. Fersini il movimentato episodio. In un primo momento si sparge la voce che il Cutaia abbia ferito uno dei banditi, ma dopo pochi minuti arriva la smentita. La vittima è un passante, il figlio unico di una modesta famiglia. Alberto Cutaia viene portato in Questura, è sconvolto, dice d'aver sparato in arda e contro la macchina dei banditi. Quando gli riferiscono che ha ucciso un ragazzo che non c'entrava niente con l'assalto, sviene. La sua posizione viene esaminata dal magistrato e la conclusione del giudice è l'ordine d'arresto per omicidio colposo. Intanto, le mamma di Giuseppe, accompagnata in ospedale da un automobilista, non vuole rassegnarsi alla tragedia. Bimane vicina al Aglio, disperatamente. « Perché, perché » continua a chiedere. Servizio di: Guido Paglia, Gianni Blslo, Alvaro GUI, Renato Romanelli e Claudio Giacchino. Il disperato abbraccio dei genitori a Giuseppe nella camera mortuaria dell'ospedale: era il loro unico figlio - Il pellicciaio Alberto Cutaia (a sinistra) - L'auto dei banditi