Voci su Young di Furio Colombo

Voci su Young Voci su Young (Segue dalla 1" pagina) vento sovietico e al suo allargamento? E' forse un esercizio frivolo cercare di ricostruire le varie tesi che si contrappongono considerato che ogni fonte, su una questione strategica di tanta delicatezza, lascia trapelare ben poco. Vi sarebbe comunque un punto di accordo. E, oltre questo punto di accordo, una netta separazione di strade, o almeno di ipotesi. L'accordo è sul fatto che l'America, la sua diplomazia e la sua progettazione politica non resteranno inattive. La divaricazione avviene lungo due strade che qualcuno ha definito rispettivamente «naturale» e «costruita» . «Costruita» sarebbe l'ipotesi di un intervento americano che richiamerebbe non tanto il Vietnam quanto la Corea. Come in Corea, la sfida è aperta, armi e personale militare estraneo sono sul posto, non si tratta di guerra civile o di rivolta di popolo ma di una vera e propria invasione. Dunque ci sarebbe sufficiente sostegno nazionale e internazionale per rispondere in modo adeguato alla pressione crescente, «costruendo» una strategia di risposta militare che potrebbe muoversi nello spazio che va dalla grande fornitura di armi all'assistenza militare (e alla presenza dei consiglieri militari). Ma qui la versione della soluzione «costruita» si scontra non solo con la proposta alternativa che avrebbe il suo uomo in Young, ma anche con la cultura della soluzione «naturale». Intorno ad essa si raccoglierebbe l'opinione americana del «dopo-Vietnam». Dice una persona molto vicina a Young che tutta via prega di non credere a un contrasto personale fra il consigliere e l'ambasciatore di Carter: «Non dimentichiamoci che Andrew Young ha una base popolare in questo Paese e il dottor Brzezinski non ce l'ha». La tesi della soluzione «naturale» deve prima di tutto rispondere all'accusa di «avere delle illusioni sulle intenzioni sovietiche» . Qui la risposta è netta: «Vi sono chiari segni di imperialismo sovietico. Ma l'imperialismo, nel Terzo Mondo, è un carro armato che affonda nel fango. Affrontare i sovietici non vuol dire essere uguali ad essi nell'errore. Significa anzi la determinazione ad essere diversi, ad usare strumenti politici, ad arruolare l'opinione anti-imperialista del mondo, mettersi nella posizione di poter condannare le guerre vicarie e le false conquiste costruite sulla morte degli altri». E' stato notato, per esempio, che Young continua a mantenere una linea aperta di buone relazioni personali con la delegazione cubana alle Nazioni Unite. E questo quadro dì iniziative politiche si collocherebbe fra i gesti, che Conor Cruise O' Brien giudica, nel suo lungo articolo sulla New York Review of Books «futili, illusori o inutili» , si riferisce all'insistenza di Young a trattare con i ribelli invece che con i governi, con i piccoli invece che con i grandi. Il fronte d'avversità e opposizione a Young è dunque ampio. Come mai dunque si può parlare di un suo spostamento al Dipartimento di Stato, una decisione che non potrebbe non avere ripercussioni clamorose nel mondo? Una prima considerazione è la fonte. E' Brzezinski stesso che ne ha parlato con il columnist inglese Jonathan Power e con lo scrittore di Playboy, Peter Range. Una seconda riguarda le ragioni di questa «confidenza». Bruciare con l'anticipo della notizia le possibilità di Young o le intenzioni stesse del Presidente? Intorno a Young negano risolutamente che vi siano ambizioni dell'ambasciatore all'Orni o che un contrasto personale divida due uomini così vicini a Carter. Ma altre fonti (questa volta meno autorizzate) suggeriscono che Brzezinski, posto continuamente di fronte alle obiezioni di Young, e conoscendo benissimo l'attenzione speciale del Presidente verso il suo ambasciatore, avrebbe deciso che fare il consigliere strategico e doversi confrontare con due ministri degli Esteri (Vance e Young) è più oneroso e carico di rischi che spingere ufficialmente allo scoperto l'altro grande protagonista, Young. Furio Colombo

Persone citate: Andrew Young, Brien, Brzezinski, Conor Cruise, Jonathan Power, Peter Range

Luoghi citati: America, Corea, New York, Vietnam