L'impero ritrovato

L'impero ritrovato I SEGRETI DELL'ANTICA EBLA L'impero ritrovato La scoperta di imponenti rovine e d'un immenso deposito di tavolette in scrittura cuneiforme a Teli Mardik è un esempio tipico dell'ampliamento spaziale e cronologico mostrato dall'archeologia nell'ultimo trentennio. Lo scavo ha permesso l'identificazione del luogo, che si trova nell'entroterra della Siria settentrionale, con l'antichissima Ebla, una delle città più importanti della Siria arcaica: come un minatore nelle viscere della terra, così l'archeologo si addentra sempre più a fondo nel passato, trova la sorgente di filoni culturali che affioreranno più tardi, più lontano; 10 stesso processo si verifica nello spazio: infrante le barriere che superbamente limitavano l'interesse archeologico alla Grecia e a Roma, abbandonati i criteri estetici della ricerca, oggi l'archeologia, qualificandosi come dottrina storica, si rivolge a Paesi differentissimi dai nostri e vi riconosce idee e immagini che, attraverso le culture di Paesi a noi più noti — l'Egitto, la Palestina, la Grecia e Roma —, sono pervenute fino a noi, sono parte del nostro sottofondo culturale, forse del nostro subconscio. Nel volume pubblicato da Einaudi Ebla, un impero ritrovato 11 capo della missione archeologica italiana, Paolo Matthiae, in un breve riassunto della ricerca in Oriente, dalla metà dell'800 a oggi, rileva l'evoluzione verificatasi nella metodologia, nella tecnica e nella prospettiva storica: di questi tre aspetti della ricerca, il più interessante, per i non addetti ai lavori, è ovviamente l'ultimo; per gli altri due, il resoconto delle campagne di scavo è minuzioso e severo e non indulge a toni divulgativi. Ci limi¬ teremo ai dati essenziali: nella i vasta area esplorata, s'è trovato un abitato a forma anulare at- torno a un colle sul quale sor- geva l'acropoli, e cioè il quartie- re regale e sacro. I L'indagine stratigrafica ha rive- lato una dozzina di stanziamenti successivi che vanno dall'età verti- ginosa del IV millennio a. C. all'è- poca bizantina (VII secolo d. C). si suppone che la città, benché do- tata di robuste fortificazioni, sia stata distrutta più volte e più volte ricostruita; la presenza di edifici religiosi, di palazzi reali e amministrativi lascia supporre un | forte potere autonomo; il che però non impedì la sua fine irrevocabile attorno al 1600 a. C.j poi, vi furono ricostruzioni parziali, insediamenti sporadici, forse utilizzazione militare delle rovine, e millenni di silenzio e di oblio. La più straordinaria testimo- nomica della città è costituita dal- le bulle di argilla, dai cilindri scolpiti a uso di sigilli, che pre-|sentano scene e mimagini sugge-; stive e mdecifrabdi; tori, leoni e Lfigure umane si susseguono in [ una specie di balletto remoto e| misterioso; e, infine, le tavolette di cotto che costituivano 1 archi- vio ufficiale dello Stato per cin- que generazioni di re. Esse ri- nettono la vita d'una capitale del! ili millennio a.C: incantesimi e miti, dati amministrativi ed eco- j nomici relativi all'agricoltura, ai tributi, rendiconti commerciali, notizie di guerre e di vittorie; , la scrittura rivela una stretta re-! lazione economica e culturale tra : la Siria e la Mesopotamia. Da questi dati si desume l'ampiezza dell'area interessata alle esporta- i zioni di Ebla, che si estendevano j dal Mediterraneo all'Eufrate. I i Tutta la ricerca e l'interpreta zione dei dati emersi è conforme alla tendenza odierna, che mira ad appurare scientificamente leg gi obbiettive del divenire: l'ar I cheologia si presta in modo par ticolare, dato che fornisce dati « muti » e cioè non condizionati da quelle versioni tendenziose che strumentalizzano il passato a fini dinastici, nazionali o religio si: l'archeologia si limita a nar rare la lotta perenne dell'uomo con l'ambiente, rileva lo svilup po tecnologico, la cosiddetta «cul tura materiale», | Ma anche da ruderi e frammen. ti si possono desumere notizie e avanzare giudizi non immuni da presupposti, diversi da quelli del passato ma non meno selettivi: l'archeologo Matthiae riconosce le analogie tra la scrittura, il repertorio figurativo e forse le concezioni religiose emerse dal suo scavo e quelle mesopotami. somiglianze un'influenza esterna quamo piuttosto una , trasposi. |zione di elementi» e sottolinea ; roriginalita della cuhura siriana> L ]a sua impronta sul]a successi. [ va cultura orientale. neH'eSame | della cultura sidana non v>è u„ accenno „ possibili comatt; e flussi da Israele _ . . Particolarmente suggestiva an! che * a«da 1 ipotesi che la for n?a circolare deUa città quadnpar j con !a .re88la su" popoli al centro' s,a ISPlrata aUa ldeol°- già della regalità cosmica: concezione che rintoccherà come un'e- , ! co attut"a dalla dlstanza ln Ab : sandro Ma8no- nel Pensatori gre cl> da ciuesu ne8u imperatori ro mani ed è riconoscibile nella vol i ta sferica della Domus Aurea di j Nerone. I Lidia Storoni Le imponenti rovine di Ebla, una delle città più importanti della Siria arcaica

Persone citate: Einaudi Ebla, Lidia Storoni, Matthiae, Nerone, Paolo Matthiae