Orario, festività e salario frenano il negoziato Alfa

Orario, festività e salario frenano il negoziato Alfa Improvvisa difficoltà, ma nessuna rottura Orario, festività e salario frenano il negoziato Alfa Roma, 16 febbraio. Tutto sembrava avviato ad una conclusione se non immediata almeno vicina, e invece nella notte c'è stato un nuovo colpo di freno nelle trattative per il risanamento dell'Alfa Romeo. Sindacati e azienda si sono bloccati sui tre punti ancora da risolvere: orario di lavoro, festività e salario, e il dialogo ripreso nel pomeriggio alla sede romana delllntersind non ha portato finora a nessun miglioramento sostanziale. Le delegazioni si sono scambiate reciproche accuse di rigidità, e certamente si è di fronte a una crisi nelle trattative, anche se non grave come quella che la settimana scorsa portò a una «rottura» di due giorni, conseguente ai dissensi sul problema dell'organizzazione del lavoro. Con una certa sicurezza si può affermare che le parti non si sono per ora discostate dalle proprie posizioni iniziali e prevedere che una mediazione richiederà del tempo. Pur escludendo una rottura imprevista (che pregiudicherebbe oltretutto le intese già raggiunte su altri argomenti di peso) oggi all'Intersind c'era chi parlava, ma forse anche in tono scaramantico, di una prosecuzione degli incontri fino a sabato, e addirittura di un rinvio alla settimana ventura, cosi da facilitare una «pausa di riflessione». Un momento di tensione e di angoscia si è avuto quando è giunta da Milano la notizia che un gruppo terrorista aveva sparato al dirigente Segala. I colloqui sono stati interrotti; si è telefonato a Milano per avere precise notizie. Il fatto che Segala non fosse stato ferito gravemente ha consentito il ritorno alla calma. Ieri sera, verso le 19, sindacati e azienda hanno cominciato a discutere di salario, festività e orario di lavoro, e la riunione è proseguita fino all'alba. L'Alfa Romeo si è detta disposta a concedere un aumento eguale per tutti, pur ribadendo che le condizioni di bilancio dell'azienda sono pesanti (140 miliardi di deficit solo nello scorso anno) e che perciò esistono dei limiti ben precisi. I sindacati invece sono interessati — e hanno espresso questa loro posizione — a un discorso di perequazione. Sostengono infatti che all'interno dell'Alfa una politica clientelare e paternalistica ha creato negli ultimi anni disparità di trattamento parecchio sensibili fra operai e impiegati, e persino fra operai e operai. Propongono perciò di usare una parte almeno dell'aumento per porre rimedio a questa situazione. I punti di vista sono altrettanto lontani per quanto riguarda l'orario di lavoro. Il nodo in questo campo è rappresentato da dieci minuti in più o in meno di sosta per la mensa. Ad Arese il lavoro si ferma per quaranta minuti, mentre al Sud, a Pomigliano, la pausa è di mezz'ora. Livelliamo tutte le fabbriche sui quaranta minuti, chiedono i rappresentanti dei lavoratori. Neanche per sogno, risponde l'azienda; anzi, considerate le statistiche relative alla produttività, sarebbe forse il caso di pensare a un livellamento verso il basso. «L'azienda ha confermato la sua posizione di netta chiusura — ha dichiarato Silvano Veronese, segretario nazionale delia Firn — e non ha accettato le nostre proposte di far recuperare ai lavoratori le festività sopresse». Lo scorso anno i quarantamila dipendenti Alfa hanno lavorato i giorni festivi infrasettimanali «aboliti», ricevendo una paga maggiorata. I sindacati, per evitare che questo si ripeta (l'Alfa è stata l'unica industria delle Partecipazioni statali dove ciò è accaduto) chiedono, in linea con la Federazione nazionale metalmeccanici, che le festività lavorate vengano conteggiate come un periodo aggiuntivo di ferie, da godere, per esempio fra Natale e Capodanno, dove si trova un «buco» facilmente colmabile, e che consentirebbe l'effettuazione di un ponte di dieci giorni (dal 23 al primo gennaio '79). Questo tenendo conto del fatto che molti dipendenti lasciano Milano per passare le feste nei luoghi di origine, m. t.

Persone citate: Segala, Silvano Veronese

Luoghi citati: Arese, Milano, Roma