La crisi "si allunga" contrasti tra gruppi dc

La crisi "si allunga" contrasti tra gruppi dc Non ancora pronto il programma La crisi "si allunga" contrasti tra gruppi dc (Dalla redazione romana) Roma, 13 febbraio. I tempi della crisi si allungano. Andreotti avrebbe dovuto consegnare domani la bozza del programma politico-economico del nuovo governo. Sia gli impegni internazionali (la visita di Sadat) sia nuove complicazioni interne hanno imposto un altro rinvio: il documento di palazzo Chigi sarà pronto solo mercoledì e la circostanza dovrebbe far slittare tutto il programma di massima ipotizzato per questa settimana. Si parlava di un primo super-vertice a sei per giovedlvenerdi; sembra invece più probabile, per quei giorni, una « collegiale » tra esperti, con un rinvio del summit politico. Si parlava anche di una imminente «puntualizzazione» delle voci sul Comitato dei garanti, ma non sembra, stando almeno ai «si dice », che la parte politica del programma Andreotti dedicherà molto spazio a un argomento che ha già sollevato appunti polemici da parte di autorevoli esperti della Costituzione. Per ora, di certo v'è solo che il presidente ha diviso la sua « bozza » in due parti: sulla prima, squisitamente politica, circolano stasera le voci più incredibili; qualcuno è addirittura convinto che contenga proposte concrete sulla struttura del nuovo esecutivo. Palazzo Chigi non vuole normalmente entrare in queste ridde di voci e si chiude, per ora, in un riserbo comprensibile, rotto soltanto per definire « priva di qualsiasi fondamento » l'affermazione fatta da un giornale su una richiesta di Piccoli ad Andreotti. Secondo Paese sera, il capo dei deputati de avrebbe chiesto al presidente del Consiglio di diventare ministro, e precisamente titolare della Difesa. Al suo posto, avrebbe proposto Arnaldo Forlani, attualmente ministro degli Esteri. Sulla seconda, cioè sul programma, è ormai stato detto tutto o quasi: per le conferme e le smentite ufficiali, meglio ormai attendere dopodomani. Si sa, comunque, che è un programma economico rigoroso, che si basa sull'esigenza di contenere in 24 mila miliardi il deficit pubblico. Sul nuovo « tetto », è in corso una polemica tra esperti de e repubblicani. Gli altri punti sono: dinamica dei salari secondo una media europea; mobilità della manodopera includendo i disoccupati in liste speciali, con corsi professionali di un anno e precedenza nel reimpiego; Cassa integrazione solo transitoria e lotta al lavoro nero. Al di là dei problemi tradizionali della finanza pubblica, del Mezzogiorno e dell'agricoltura, il programma dovrebbe contenere anche una ipotesi di accordo per evitare i referendum radicali. L'aborto dovrebbe invece restar fuori e su questa delicata questione se la vedranno i partiti, a livello parlamentare. Accanto a questi punti, abbastanza concreti e attendibili, circolano, in un « esercizio » a volte strumentale, le « indiscrezioni » sui nuovi ministri e i nuovi ministeri. Ogni crisi di governo ha insegnato che tutto quanto circola sulla struttura prima che il presidente del Consiglio vada al Quirinale per sciogliere la riserva risulta quasi sempre falso o largamente errato; ogni crisi continua però a riproporre la solita « gara ». Ed ecco chi vuole per l'ennesima volta i trasporti e la Marina mercantile definitivamente unificati, ma non sotto la guida di Lattanzio, ministro chiaccherato e non gradito al pri e al pei. Chi ancora insiste sull'unificazione del Bilancio e del Tesoro, se non, addirittura, del Tesoro e delle Finanze, con il mantenimento del Bilancio, che assorbirebbe la Cassa per il Mezzogiorno. Altre presunte unificazioni: Pubblica istruzione, Beni culturali e Ricerca scientifica; Industria, Commercio con l'estero, Lavori pubblici.

Persone citate: Andreotti, Arnaldo Forlani, Sadat, Secondo Paese

Luoghi citati: Roma