Dal "gruppo dei cento" il no secco ai comunisti
Dal "gruppo dei cento" il no secco ai comunisti Dal "gruppo dei cento" il no secco ai comunisti Rossi di Montelera parla dell'opposizione dei de sia al compromesso storico, sia al pei nella maggioranza Il « gruppo dei cento » è uscito in pubblico anche a Torino. Ieri sera ha aperto il dibattito interno alla de con un « no » netto a qualsiasi accordo che preveda il pei nella maggioranza che governerà il Paese. All'incontro (salone del Federagrario, corso Stati Uniti 21), moderato dal vicepresidente della Camera, on. Scalfaro, hanno parlato i coordinatori e promotori del « gruppo », Rossi di Montelera e Zolla con l'on. Cavlgllasso In rappresentanza del mondo rurale che vota de. Ma chi sono questi « cento »? L'ha spiegato Montelera prima del dibattito: « Siamo un gruppo di deputati dt diverse tendenze. Nella nostra circoscrizione vi hanno aderito sei deputati su 13. A Roma abbiamo fondato un centro studi che raggruppa una ventina di parlamentari; altri ci hanno seguito in tempi successivi ». Questa « aggregazione », negli ultimi giorni ha creato qualche « dispiacere » alla segreteria nazionale. Ci sono state riunioni dei gruppi parlamentari e anche voci di « possibili scissioni ». Il malumore per un possibile accordo « seppur mascherato », fra democristiani e comunisti è emerso anche ieri sera. « E' necessario badare alla sostanza dei problemi — hanno detto fra l'altro gli oratori —.EU nostro no è sostanziale. Tende Inoltre a rompere vecchi schiera¬ menti, ad eliminare una confusione ideologica che, contro la volonlà degli elettori, porta la de all'Incontro con II pel ». Un rifiuto netto al compromesso storico, dunque, ma non solo questo. Dalla platea è arrivato anche un « no » deciso al comunisti nella maggioranza o ad un voto di fiducia del pei al governo, sulla base della mozione firmata dai sei partiti dell'arco costituzionale. « Non accettiamo cortine fumogene », ha gridato qualcuno sollevando l'applauso. Ma per evitarle bisogna proporre alternative. Montelera è stato chiaro: « Dovremo batterci per programmi precisi, capaci di favorire ancora una volta l'Incontro fra de, forze laiche e socialiste. E' necessario affrontare soprattutto due punti: ordine pubblico ed economia. In quest'ultimo settore sarà necessario ricostituire condizioni per il libero mercato, affrontare con forza i problemi della dtsoccupaztone, in particolare dei giovani, rlprivatlzzare aziende ed industrie dì Stato passive ». Conclusione: « / laici ed l socialisti difficilmente faranno II primo passo verso la de, senza t comunisti nella maggioranza. Si potranno convincere ad abbandonare Il pel solo se vedranno una de rtsoluta nel " no" al compromesso storico o ad accordi che, pur mascherati, ne abbiano il sapore ».
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