Smentita per i nomi nel "crack" Sindona

Smentita per i nomi nel "crack" Sindona "Non siamo nel gruppo dei 500" Smentita per i nomi nel "crack" Sindona Milano, 10 febbraio. Dopo che i nomi dei venti «amici di Sindona» sono stati fatti da Mario Barone, amministratore delegato in congedo del Banco di Roma, il quale comportandosi in questo modo ha ottenuto la libertà provvisoria, i giudici che indagano sull'attività del finanziere siciliano e sul crack della Banca Privata Italiana cercano di ricostruire gli altri 534. Non è un lavoro agevole, ma il giudice istruttore Urbisci e il sostituto procuratore Viola sperano di poter contare su qualche aiuto. In primo luogo una mano potrebbero dargliela i personaggi che hanno già avuto l'onore di essere citati e potrebbero decidere, se lo sanno, di fare il nome di qualcuno che si trovava con loro sulla famosa lista dei 500 che ebbero i conti fiduciari aperti sulla Privata Italiana rimborsati prima della dichiarazione di insolvenza dell'istituto di credito. Altri particolari potrebbe fornirli Pietro Luciano Puddu, funzionario del Banco di Roma, addetto all'estero. Sarebbe stato lui, secondo Barone, a fare i nomi filtrati ieri e comunque è l'unico che abbia ammesso di avere avuto in mano l'elenco. Sempre secondo le dichiarazioni che sono valse a Barone la libertà provvisoria, però, anche l'ailora governatore della Banca d'Italia Guido Carli e l'attuale presidente dell'Isveimer, Ferdinando Ventriglia avrebbero, quanto meno, dato un'occhiata all'elenco. Si chiedono i giudici: «Possibile che se veramente i nomi erano tanto importanti Carli e Ventrìglio non se ne ricordino nemmeno uno?». Per verificare questa possibilità quindi è facile che i due personaggi siano risentiti. Ma c'è anche un'altra ipotesi: Barone di nomi ne avrebbe fatti parecchi di più di quelli che si è lasciato intendere. Quelli che sono usciti sarebbero tutto sommato i meno altolocati che si sono lasciati filtrare come espediente per dare uno scrollone all'inchiesta. Dopo le anticipazioni di ieri sono cominciate ad arrivare le precisazioni. L'on. Filippo Micheli, segretario amministrativo della de, già interrogato dai giudici milanesi tre anni fa in relazione ad alcune voci che sostenevano avere versato Sindona due miliardi al partito di maggioranza relativa, ha dichiarato: « In merito a quanto pubblicato dai giornali circa presunte affermazioni rilasciate dal dottor Barone di alcuni nomi che sarebbero compresi nel fantomatico tabulato dei cinquecento, dichiaro di non aver mai esportato capitali all'estero, né nella mia veste di segretario amministrativo della de, né tanto meno a titolo personale. Le notizie riportate, per quanto mi riguarda, sono quindi destituite di qualsiasi fondamento e perciò totalmente false». A sua volta l'on. Flavio Orlandi, ex segretario del psdi, in una lettera inviata ai giornali, afferma di non aver mai avuto rapporti di alcun genere né di aver mai effettuato depositi ad alcun titolo presso la Banca Privata Italiana o la Finabank. «Non ho conosciuto e non conosco — scrive Orlandi — gli amministratori o ex amministratori dei due istituti. Queste due premesse mi autorizzano a chiedere di pubblicare che non posso essere in alcun modo implicato nel traffico su cui sta indagando l'autorità giudiziaria; il mio nome non può essere in alcun modo connesso al tabulato che si ha il dovere di rintracciare; le illazioni conseguenti non hanno alcun fondamento. Anche se non conosco quali siano state le dichiarazioni, coperte da segreto istruttorio, del dott. Barone, mi rifiuto di credere che, da parte sua, sia stato fatto riferimento alla mia persona. Questo è quanto mi preme venga pubblicato». Anche Anna Bonomi Boichini, citata con gli altri fra i nomi della lista dei 500, smentisce categoricamente — con un comunicato — che quanto avrebbe asserito Mario Barone risponda a verità. «In particolare: 1) La signora Bonomi Bolchini non ha mai svolto operazioni bancarie con gli istituti di credito facenti capo all'ex gruppo Sindona; 2) la dichiarazione rilasciata, su richiesta, dalla signora Bonomi Bolchini relativa ai rapporti con l'avv. Sindona conteneva unicamente precisazioni su di una trattativa condotta nel 1973, relativa all'acquisizione di un pacchetto azionario della società Generale Immobiliare, trattativa peraltro conclusasi negativamente ». Intanto magistrati e avvocati mantengono sui nomi il più stretto riserbo. « Non dimentichaimo », ha ripetuto inoltre il sostituto procuratore della Repubblica Guido Viola, « che questa gente non è perseguibile penalmente, per cui anche se venissimo a conoscenza dei loro nomi non sarebbe assolutamente opportuno rivelarli ». m. f.

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