Il "piano" economico dc già nel '78 reddito +4,5 di Natale Gilio

Il "piano" economico dc già nel '78 reddito +4,5 Il "piano" economico dc già nel '78 reddito +4,5 Roma, 9 febbraio. Sul tavolo di Andreotti sono arrivati stamane due programmi economici redatti dalla democrazia cristiana: uno, più generale che si può definire di strategia programmatica, elaborato dal gruppo di lavoro composto da Ferrari Aggradi, Galloni, DonatCattin e Scotti; l'altro, punto in modo particolare sulla politica industriale, predisposto dal solo Donat-Cattin con l'aiuto dei suoi tecnici ministeriale. I due programmi dovranno adesso essere raccordati (con un terzo preparato questa sera dai senatori) per eliminarne le eventuali sfasature e contraddizioni. Per quanto riguarda gli altri partiti, repubblicani e liberali hanno inviato stasera al presidente del Consiglio le loro proposte sulla strategia di politica economica da adottare. Il programma democristiano, quello ufficiale, parte da una ipotesi di sviluppo triennale che «già nel corso del 1978 dovrebbe portare ad un aumento del reddito del 4,5 per cento». I punti cardine sui quali impostare la «strategia del rilancio» passano, secondo la de, attraverso il risanamento della finanza pubblica, finalizzato ad un recupero di risorse e alla destinazione di un adeguato volume di investimenti produttivi, e una politica attiva del lavoro con forme di mobilità e dinamica dei costi per unità prodotta non superiore a quella della media europea. Ma al di sopra di tutto, avverte il documento di Donat-Cattin, occorre «ricreare le condizioni per un corretto funzionamento dell'economia di mercato nella quale siamo inclusi per scelta storica e per profonde convenienze strutturali. Ogni altra ipotesi porterebbe ad insanabili contraddizioni e al persistere dell'attuale situazione di stagnazione». Da qui la necessità che riprenda il processo di accumulazione del risparmio, che si riconosca il valore dell'imprenditorialità, che si eliminino situazione retributive e sacche di rendita non correlate a valutazione di utilità per le imprese e per la società Il disavanzo del settore pubblico allargato per il 1978 viene stimato in 30 mila miliardi. Per riportarlo ai 24 mila indicati dal governo occorre dar luogo ai tagli per 4 mila miliardi già previsti dall'esecutivo alla fine del '77, dar corso alle revisioni tariffarie per i servizi pubblici e, aspetto più importante, reperire un maggior gettito fiscale di 1500 miliardi. Per il futuro dovrebbero essere attuate le seguenti misure: a) nella finanza locale, non espansione del livello di spesa complessiva, pareggio dei servizi | pubblici. b) nelle pensioni, modifica degli attuali automatismi di rivalutazione rapportandola all'andamento della massa salariale globale; Costo del lavoro e mobilità — Per il controllo della dinamica del costo del lavoro per unità di prodotto, ferme restando le autonome determinazioni tra le parti sociali, spetta alla responsabilità dello Stato intervenire ogni qualvolta la dinamica salariale superi i livelli degli altri Paesi industriali. Inoltre, si dovrà procedere ad una progressiva riduzione del costo del denaro, il cui attuale livello non è soltanto conseguenza dell'andamento inflazionistico e ad un aumento di produttività attraverso un'adeguata utilizzazione degli impianti. Per la mobilità del lavoro la Cassa integrazione andrebbe riservata ad evenienze di natura congiunturale e transitoria, riesaminandone il funzionamento anche per evitare abusi e forme surrettizie di lavoro nero. Per le eccedenze strutturali di mano d'opera si dovrà prevedere il trasferimento dei lavoratori in liste speciali, con l'obbligo di impiego in corsi specifici di qualificazione. Politica industriale — a) le attuali leggi di incentivazione vanno fatte funzionare riducendo al minimo le procedure previste in fase istruttoria. Correlare la legge 675 per la riconversione industriale con la legge 183 per il Mezzogiorno in modo da indirizzare al Sud i nuovi investimenti. Fra l'altro, vanno rivisti alcuni vincoli che riguardano la quota di investimenti prevista nel Meridione per i grandi gruppi industriali e il regime di incentivazione per iniziative superiori ai 15 miliardi; b) le operazioni di ristrutturazione finanziaria dovranno basarsi su interventi operati da consorzi di banche da considerarsi surrogatoli rispetto a normali operazioni del mercato finanziario; c) il rilancio dell'edilizia dovrà passare attraverso l'avviamento dei programmi di edilizia sovvenzionata, la rapida attivazione dei meccanismi finanziari del «risparmiocasa», l'immediato utilizzo dello stanziamento per il progetto speciale per il Sud; d) vanno subito avviati i blocchi di domanda pubblica e cioè gli investimenti nel settore energetico, telefonico e del materiale ferroviario. Entro tre mesi il governo dovrà definire i problemi di localizzazione delle centrali elettriche; e) dovrà essere confermata (documento Donat-Cattin) la fiscalizzazione degli oneri sociali integrata con una fiscalizzazione aggiuntiva per la sola manodopera femminile nel settore industriale. Va mantenuto il differenziale di oneri sociali a favore del Mezzogiorno. Natale Gilio

Persone citate: Andreotti, Donat-cattin, Galloni

Luoghi citati: Roma