Lefebvre scagiona anche l'ex segretario di Tonassi di Guido Guidi

Lefebvre scagiona anche l'ex segretario di Tonassi Il confronto è avvenuto nel carcere di Regina Coeli Lefebvre scagiona anche l'ex segretario di Tonassi "Non gli ho mai dato danari", ha detto l'imputato numero uno dello scandalo - Il processo per il "caso" degli Hercules comincerà ai primi di aprile davanti alla Corte Costituzionale Roma, 6 febbraio. Ovidio Lefebvre d'Ovidio scagiona anche Bruno Palmiotti: come già aveva detto, tre settimane fa, parlando di Mario Tanassi e smentendo sé stesso («Non è vero che lo abbia corrotto per vendere gli aerei Hercules» ), il protagonista dello scandalo Lockheed, oggi, ha escluso di avere mai consegnato un dollaro o una lira al segretario dell'ex ministro della Difesa. Il confronto fra i due (dopo quello con Tanassi, è il secondo che Lefebvre affronta dal momento in cui è tornato in Italia) avvenuto a mezzogiorno in un ufficio del carcere di Regina Coeli è praticamente finito prima ancora di cominciare: poche battute e nient'altro. L'inchiesta del giudice Giulio Gionfrida è da considerarsi ormai conclusa con l'interrogatorio di Palmiotti ed il confronto fra Palmiotti e Lefebvre. Almeno in teoria ora (non sono previsti contrattempi) debbono essere affrontate soltanto questioni di dettaglio prima di stabilire quando (quasi certamente subito dopo Pasqua a fine marzo o nella prima settimana dì aprile) cominciare il dibattimento a Palazzo della Consulta. La Corte Costituzionale deve decidere come, dove e quando sottoporre Ovidio Lefebvre d'Ovidio ad un intervento chirurgico per una prostatite che lo tormenta da anni (il professor Ulderico Bracci intende intervenire esclusivamente nella sua clinica romana mentre i giudici preferirebbero che l'intervento fosse compiuto in un ospedale); il perito calligrafico deve concludere la sua indagine e dire se è autentico anche il primo memoriale che, pur non firmandolo, Ovidio Lefebvre d'Ovidio inviò nel febbraio 1976 al procuratore della Repubblica escludendo di avere corrotto qualcuno per vendere gli aerei della Lockheed; stabilire se insistere ancora nella richiesta di ottenere dalla Svizzera (le speranze sono minime) un altro imputato ancora latitante: Luigi Olivi. Interrogatorio di Palmiotti, oggi, e confronto con Ovidio Lefebvre d'Ovidio. L'incontro fra il segretario di Tanassi ed il protagonista dello scandalo Lockheed è stato rapido: mezz'ora o poco più. Lefebvre ha confermato sostanzialmente la sua più recente versione annunciata, in modo abbastanza clamoroso, quando — — tre settimane or sono — s'è trovato di fronte all'ex ministro della Difesa: « Anche a Palmiotti non ho dato mai nulla ». Il giudice della Corte costituzionale, in verità, ha cercato di compiere un altro tentativo (il terzo in ordine cronologico) per convincere Lefebvre a parlare. Niente da fare: il protagonista dello scandalo Lockheed ha fatto la sua scelta da tempo e non intende modificare il proprio atteggiamento. « Sono un imputato rinviato a giudizio — questa la tesi — ed intendo parlare soltanto al dibattimento ». La conseguenza è che anche oggi il tentativo del giudice Giulio Gionfrida è fallito. Bruno Palmiotti, molisano di Ururi come Tanassi, già deputato socialdemocratico, legato all'ex ministro della Difesa da vincoli di grande amicizia, s'è trovato infilato nello scandalo Lockheed in modo che, sotto il profilo della prova, è abbastanza singolare. Il suo nome non è stato fatto da nessuno: soltanto William Codwen, già dirigente della società americana, ha detto, quando venne interrogato negli Stati Uniti, che i danari della corruzione (ovvero, una parte dei danari) erano stati consegnati da Ovidio Lefebvre d'Ovidio al «segretario personale di un funzionario governativo». Poteva essere identificato costui in Bruno Palmiotti che, nel giugno 1970 e successivamente, era segretario dell'allora ministro della Difesa? Lefebvre, in verità, non ha mai fatto alcun cenno in proposito, pur sostenendo inizialmente (ma poi si è smentito) di avere avuto rapporti con Tanassi; Codwen, invece, ha negato sempre di sapere che «il segretario personale di un funzionario governati.o» si chiamasse Bruno Palmiotti. Non solo: ma quando la delegazione della Commissione inquirente tornò a Los Angeles e gli mostrò la foto di Palmiotti (nel primo viaggio i tre parlamentari l'avevano dimenticata a Roma) William Codwen rimase molto perplesso), e alla fine concluse che non poteva assolutamente dire che fosse la persona alla quale Ovidio Lefebvre d'Ovidio aveva consegnato circa 350 mila dollari. In ogni modo, rapporti fra Palmiotti e Lefebvre ci sono stati all'epoca delle trattative per la vendita degli aerei «Hercules»? Che qualche volta il rappresentante della Lockheed sia andato al miaistero della Difesa, l'ex segretario di Tanassi l'ha ammesso: ma — ha aggiunto — sono state soltanto visite con scopi più che leciti. Per il resto, lui non sa nulla. La sua opinione, comunque, è quella dell'ex ministro della Difesa: che Ovidio Levebvre d'Ovidio sia un millantatore, che abbia fatto credere alla Lockheed la necessità di corrompere qualcuno per vendere gli aerei e abbia incassato invece tutto il danaro messo a disposizione per vendere più facilmente gli aerei. Guido Guidi

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