Condanna a diciannove anni di Francesco Bullo

Condanna a diciannove anni All'ex guardia giurata che uccise Miccichè, di Lotta continua Condanna a diciannove anni I giudici hanno escluso l'aggravante della premeditazione - Alla lettura della sentenza l'imputato è rimasto impassibile; uno zio della vittima gli si è avvicinato e ha gridato: "Era te che dovevano ammazzare" Paolo Fiocco, l'ex guardia giurata che la sera del 17 aprile '75 uccise con un colpo di pistola il militante di Lotta continua Tonino Miccichè, è stato condannato a 19 anni di carcere. La sentenza, dopo due ore di camera di consiglio, ha accolto In parte le richieste dei difensori, avvocati Del Grosso e ParoncllU. Pur non riconoscendo l'attenuante della provocazione, la corte d'assise ha escluso la premeditazione ed tu inflitto una pena inferiore di tre anni a quella richiesta dal pubblico ministero. Determinante per i giudici è stata l'interpretazione dei fatti fornita dai legali dell'Imputato, e la cornice che ha fatto da sfondo alla tragedia. «Due elementi — ha detto l'aw. Paroncilli — hanno giocato un ruolo fondamentale nel delitto. Il risentimento di chi si vede la macchina ammaccata, una macchina acquistata a rate, per la quale è stato costretto a pesanti turni di lavoro che l'hanno impegnato fino alle 15 ore al giorno. L'ira suscitata dai probabili insulti rivolti alla moglie. Il senso dell'onore di Flocco è stato ferito nell'affetto e nel prestigio suscitando in lui, carattere labile ed emotivo, il convincimento di aver subito un'offesa ingiusta. Ciò ha innescato una reazione improvvisa e violenta che si è conclusa drammaticamente ». Moglie e macchina, due « cose » per le quali un uomo è pronto ad uccidere: è la fotografia nitida e desolante di una mentalità « consumistica ». Un atteggiamento psicologico che fa del Fiocco una vittima della miseria e della sventura. Il quadro è stato completato dall'aw. Delgrosso che ha smontato, frase dopo frase, testimonianza dopo testimonianza, l'intera impalcatura dell'accusa. Non premeditazione quindi, ma provocazione. Una ricostruzione puntuale e misurata della vicenda che ha provocato la reazione di parenti e amici di « Tonino ». « Mi Innervosisco a sentire queste cose » ha gridato ad un tratto una testimone, « preferisco an- darmene ». Reazione comprensibile ma ingiustificata, stigmatizzata dal presidente Barbaro: « Prendete esemplo — ha detto — dai genitori delia vittima. Tutti dobbiamo rispettare il loro muto dolore ». « Le cose che contano sono quelle pronunciate subito — ha detto l'aw. Delgrosso — tutto il resto lascia perplessi. E le prime deposizioni danno un'idea chiara della vicenda. Fiocco non ha intenzioni aggressive quando scende in strada. Né lui né sua moglie possono aver visto e riconosciuto Miccichè. Non esce di casa con l'idea di andare ad uc¬ cidere Tonino. Ha la pistola alla cintola perché gli altri sono tanti, gli dà sicurezza nel difendersi da un sopruso ». I testi hanno detto che l'Imputato è arrivato con calma, si è awloinato al gruppo con freddezza, ha estratto la pistola e ha sparato. « Afa si può dare credito a queste deposizioni — si è domandato il legale — fatte da chi gli ha forzato la serratura del box, ha tirato fuori l'auto, gli ha picchiato la moglie? ». « Non può non essere condannato — ha concluso Delgrosso — ma i fatti vanno ridimensionati e visti nella giusta luce. Pena sì; ma con la possibilità di ritornare a vivere con la moglie e con le tre figlie. Flocco è pentito: ha offerto 9 milioni come risarcimento. Un gesto significativo che la corte deve opportunamente valutare ». Dopo due ore di camera di consiglio, la sentenza: 19 anni. Alla lettura, 1 genitori di « Tonino » Miccichè sono scoppiati in pianto, mentre lo zio del giovane militante di Lotta continua si è scagliato contro la gabbia urlando: « La morte ci voleva pei te. Chiederemo la revisione ael processo ». Francesco Bullo Padre e madre della vittima • L'omicida Paolo Fiocco, dopo la sentenza