Sparite la moglie e la figlia del triplice omicida: morte?

Sparite la moglie e la figlia del triplice omicida: morte? Dopo la strage sulle montagne di Messina Sparite la moglie e la figlia del triplice omicida: morte? Per "onore", aveva assassinato un vicino di casa e due coniugi (Nostro servizio particolare) ! Messina, 31 gennaio. [ Il bracciante Nicola Triti-1 rò, 5fi anni, che ieri sera ha ucciso tre persone a Pace del ! Mela e Giammoro (Messina) | — due paesini sulla Riviera settentrionale della Sicilia — ha assassinato anche la moglie e la figlia, vere cause dell'esplosione di follia omicida? Fino a stasera non si hanno notizie delle due donne, anche se è probabile che, terrorizzate, si siano nascoste in un luogo sicuro e là attenda no che il triplice omicida venga catturato. Oggi, l'inchiesta condotta dal magistrato e dai carabinieri ha permesso di ricostruire la strage. Verso le 18 di ieri Trifirò ha atteso, affacciato alla finestra, che il falegname Giacomo Colosi, cinquantaseienne, suo dirimpettaio, rincasasse. Quando ha visto il vicino (sposato e padre di tre figli), che sospettava di aver avuto tempo fa una relazione con sua moglie, gli ha sparato due fucilate. Colosi è stramazzato sull'asfalto, a pochi passi dalla porta di casa. Trifirò, allora, è corso accanto all'uomo agonizzante e gli ha lanciato addosso una bottiglia incendiaria piena di benzina. Quindi è fuggito mentre la strada già si affollava di gente che urlava e chiamava aiuto. L'omicida si è allontanato da Pace del Mela sulla sua vecchia «600» e ha raggiunto Giammoro. Qui ha attuato la seconda parte della sua sanguinosa vendetta. Ha abbattuto a spallate la porta di casa di Pietro Celi, 56 anni, « della moglie, Rosa Calderone, cinquantanovenne e li ha dati con quattro colpi del suo fucile automatico mentre, ignari, i coniugi assistevano in tv alla proiezione della «Carica dei 600». Poi il bracciante ha cosparso di benzina fred-1 il pavimento della casa e vi ha appiccato il fuoco. Ha anche scagliato due bottiglie «molotov» nella annessa rivendita di tabacchi e negozio di generi alimentari che i Celi gestivano. A questo punto il triplice omicida, abbandonata la «600» vicino a un'officina, ha proseguito a piedi verso i monti Nebrodi. E' probabile che Trifirò sia ora nascosto nei fitti boschi di queste montagne perché tutte le ricerche compiute da centinaia di carabinieri ed agenti hanno dato esito negativo. Gli inquirenti, stasera, temono per la sorte di Anna Cannuni, cinquantenne, e di Rosa, 18 anni — moglie e figlia dell'omicida — che il Trifirò da alcune settimane teneva sotto chiave in casa. I vicini non le hanno viste da alcuni giorni e non è escluso che l'ira sanguinosa del braccia te possa essersi abbattuta an¬ che su di loro. Ma se Trifirò ha assassinato il falegname Giacomo Colosi per gelosia, credendolo l'amante della propria moglie, fino a stanotte non si riusciva a capire perché si fosse vendicato anche dei Celi che, con Colosi, non avevano nulla da spartire. La verità è poi venuta fuori poco a poco, dai discorsi della gente, attraverso mezze parole e indiscrezioni. Un figlio dei Celi, Giuseppe, di 18 anni, aveva «disonorato» la giovane Rosa e fra un mese sarebbero avvenute le «nozze riparatrici» alle quali, forse, i Celi si erano opposti principalmente perché i futuri sposi sono giovanissimi. Già un anno e mezzo fa — si è appreso stamane — Nicola Trifirò aveva progettato di uccidere Pietro e Rosa Celi che egli accusava di non aver imposto al figlio di sposare Rosa subito dopo il «fattaccio». Infatti, un giorno il bracciante aveva chiesto al capocronista della «Gazzetta del Sud». — il quotidiano di Messina — di riceverlo e gli aveva confidato, in un breve colloquio, le proprie angosce per la sorte della figlia. «Li ammazzerei tutti» aveva detto Trifirò al giornalista. Antonio Ravidà Messina. Rosa e Pietro Celi, i coniugi uccisi (Telefoto Ap)

Luoghi citati: Messina, Pace Del Mela, Sicilia