Il mistero del sonno di Ezio Minetto

Il mistero del sonno Il mistero del sonno Ricerche in tutto il mondo tentano di scoprire perché dormiamo - L'effetto sulla mente, sul corpo e la personalità - Le cause e le cure dell'insonnia - L'apnea del sonno • La narcolessia e molti altri disturbi Alla Medicai School di Harvard un gatto sonnecchia del tutto rilassato; ma i suoi baffi cominciano a vibrare quando sogna, forse, un succulento topolino. Intanto una équipe di neurofìsiologi è pronta a registrare l'attività elettrica del suo cervello per scoprire quali neuroni diano l'avvio ai suoi sogni. Al Montefiore Hospital and Medicai Center cavie umane volontariamente invertono il loro naturale ciclo del sonno per adattarlo a quello di chi lavora di notte: hanno difficoltà a dormire il pomeriggio ed il loro rem, « rapid eye movement », (la fase del sonno in cui si sogna) risulta « anticipato » e tale rimane sino a tre settimane dopo il loro ritorno all'abitudine al sonno notturno. Allo stesso Montefiore Hospital, Norman S., che, la notte, presenta patologiche e pericolose interruzioni aritmiche del respiro, si sottopone a tracheotomia e viene tenuto in osservazione. Questi sono tre diversi esempi di un nuovo campo di ricerca che sta suscitando un crescente interesse biomedico: lo studio del sonno e dei disordini del sonno. Scoperte degne di nota, a questo riguardo, stanno già emergendo, come è stato reso noto ad una recente conferenza svoltasi a New York e organizzata dall'Ospedale e Centro Medico Montefiore del Bronx, un quartiere di New York, e dalla Upjohn Company di Kalamazoo, nel Michigan. Disturbi La prima domanda è ancora quella di sempre: che cos'è che dà il via al sonno, negli esseri umani e negli altri mammiferi? Una serie di studi, nel corso degli Anni Sessanta, ha dimostrato che tutto dipende dalla base del cervello. Allan Hobson della Scuola Medica di Harvard, un'autorità mondiale sulla neurofisiologia del sonno, ipotizzò con Robert McCarley e altri colleghi che sono specifici neuroni nella base del cervello a far scattare il sonno. Collegando minuscoli elettrodi alla base del cervello di gatti addormentati fu possibile scoprire l'attività elettrica dei singoli neuroni nelle varie fasi del sonno c stabilire che taluni neuroni, noti come « cellule giganti », aumentano la loro intensità di scarica prima e dopo il rem. Al contrario, altri neuroni, noti come « cellule del locus coeruleus » cessano la loro attività elettrica prima e dopo il rem. Le « cellule giganti », cioè, sarebbero all'origine del rem, e le « cellule del locus coeruleus » lo interromperebbero. Per Hobson, quindi l'«orologio del sonno », nei gatti, come negli esseri umani, sarebbe controllato da specifici neuroni. Lo studioso è convinto che questo singolare sistema ad orologeria sia determinato da una sorta di oscillatore esterno, come ad esempio l'ipotalamo del cervello, con funzione di controllo sui ritmi biologici quotidiani. <r Recentemente ho esaminato un paziente che presentava gravi danni all'ipotalamo — dice Hobson —. Aveva attacchi epilettici a distanza di novanta minuti l'uno dall'altro. Poiché il rem e altre fasi del sonno hanno un periodo medio che varia dai novanta ai cento minuti, questi attacchi avrebbero potuto essere una "lettura" di quell' "orologio cerebrale", sfuggito al controllo quotidiano dell'ipotalamo ». Altri studiosi stanno esplorando l'effetto del sonno sulla mente. Secondo Milton Kramer, psichiatra al Veterans Administration Hospital di Cincinnati, è il sonno a determinare umori e prontezza mentale dell'essere umano durante il giorno. Le qualità psicologiche del sonno, o contenuto di sogno, hanno un singolare peso, secondo Kramer, sui sentimenti di infelicità, amicizia ed aggressione durante il giorno, mentre le qualità fisiologiche del sonno influiscono grandemente sulla chiarezza di pensiero, sulla sonnolenza o sui capogiri del giorno seguente. Altre ricerche riguardano gli effetti del sonno sul corpo umano. Il sonno e la veglia dettati dal rem, ad esempio, sono caratterizzati da un basso voltaggio; secondo Elliot D. Weitzman, direttore della Sleep-Wake Disorders Unit all'Ospedale Montefiore, le onde rapide elcttroencefalografiche e le fasi di sonno profondo sono accompagnate da un alto voltaggio ma da onde lente. Durante il sonno l'attività muscolare della mandibola è quasi inesistente; tuttavia il volto si altera durante i sogni. Infine la variazione di temperatura corporea, fra il sonno e la veglia, è maggiore di quanto si sia sempre ritenuto. Particolari studi sono dedicati ai vari effetti da « interruzione » del sonno. Nell'uomo, l'inversione del ciclo sonno-veglia disturba i periodi rem per tre settimane dopo il ritorno ad un ciclo normale. Weitzman e i suoi colleghi hanno osservato che le cavie umane sottoposte a un ciclo sonno-veglia di tre ore per dieci giorni, hanno speciali difficoltà ad attuare l'esperimento. « E' l'orologio che abbiamo dentro che ci dice se "adesso" possiamo dormire — osserva Weitzman —. E questo lo sa bene, e lo ha sempre saputo, chi lavora di notte o in ore strane o viaggia molto in aereo. I pazienti che vengono da noi direttamente dal lavoro hanno iT sonno ancor più disturbato rispetto a quelli il cui ciclo è variato in laboratorio ». Gli stati depressivi, d'altra parte, sono sovente responsa- bili dei disordini del sonno (difficoltà nell'addormentarsi, frequenti risvegli durante la notte, e sveglia anticipata al mattine) che debilitano milioni e milioni di persone nel mondo. Secondo Kramer un gran numero di insonni soffre di stati depressivi o alterazioni psicologiche. L'insonnia, tuttavia, può anche essere causata da cattive abitudini al sonno, da eccessivo uso di bevande alcoliche o di caffè, da malattie, da « irrequietezza alle gambe » (causa del 20 per cento di tutti i casi di insonnia), da ritmi biologici alterati o da una particolare condizione detta apnea da sonno. Quest'ultima, che è poi il problema del paziente Norman S. di cui si è parlato, è molto più comune di quanto si crede. Sovente non è neppure diagnosticata e quindi non è curata (tuttavia può costituire una minaccia alla vita). I sintomi più evidenti sono un russare rumoroso durante il sonno e pause e periodismi impressionanti nella respirazione. L'apnea da sonno è anche all'origine di un altro disturbo, la sonnolenza diurna, a causa della quale il paziente beneficia di così poco sonno ristoratore durante la notte che sovente si addormenta di giorno, anche se è in piedi o se è al volante. Una causa frequente di sonnolenza diurna è la narcolessia, con sintomi di fasi ricorrenti di sonno diurno e di catalessi (rapida perdita del controllo muscolare volontario che porta a un indebolimento parziale de: muscoli o al crollo totale corporeo per periodi che variano da pochi secondi ad alcuni minuti). Negli Stati Uniti sono circa 250 mila i malati di narcolessia, un male che colpisce, nella stessa misura, uomini e donne (anche gli animali possono essere colpiti da catalessi). Non inaspettatamente, i sonniferi sono la cura principale per l'insonnia di natura psicologica. La maggior parte dei medici dedicano non più di tre minuti a ogni caso di insonnia, quindi prescrìvono sonniferi senza minimamente indagarne le cause. Secondo Kramer il 18 per cento delle consultazioni psichiatriche ruota intorno a un problema di sonniferi (che rappresentano un giro d'affari di 175 milioni di dollari all'anno negli Stati Uniti). Eppure, secondo Ernest L. Hartman, direttore della Sleep and Dream Laboratori della Boston State University, molti sonniferi non sono veramente efficaci, soprattutto quelli che non richiedono ricetta medica. Inoltre essi perdono del tutte la toro efficacia se usati in continuazione per due settimane. Di fatto se sono usati per mesi — come avviene comunemente fra gli insonni cronici — danno un'assuefazione fisica che può disturbare il sonno anziché curarlo. Osserva Dement: «In un periodo di due anni abbiamo tolto ad una paziente sei tipi di sonnifero che essa usava da trent'anni. Questo ha portato a un vistoso miglioramento del suo modo e della sua capacità di dormire ». I barbiturici, uno dei sonniferi più diffusi, sono causa frequente, in caso di dose eccessiva, di morte accidentale o intenzionale. La migliore cura per gli insonni su base psicologica, prima di affidarsi ciecamente ai sonniferi, consiste, ovviamente, nel superamento delle loro intime difficoltà. Taluni casi sono stati curati con successo grazie a metodi quali il « biofeedback », o terapie distensive o la meditazione. C'è inoltre, all'orizzonte, un tipo di sonnifero che pare più efficace e più sicuro di quelli attualmente disponibili. E' l'aminoacido triptofano, che fa addormentare il paziente, secondo Hartman, molto più rapidamente di un <r placebo ». Il triptofano è già stato immesso sul mercato inglese come agente antidepressivo: pare innocuo anche se usato in grande quantità. Comunque esiste un'ottima fonte naturale di triptofano per gli insonni: un bicchiere di latte. Se le cause dell'insonnia sono le cattive abitudini al sonno o il consumo di bevande alcoliche o di caffè, la terapia più razionale consiste nel cambiare queste abitudini. Se la causa è un malessere, il miglior trattamento consiste nella cura del male o nella somministrazione di un analgesico. L'insonnia causata da inquietudine delle gambe (mioclonia notturna _ e sindrome da gambe inquiete) può essere curata nel modo più efficace correggendone le cause fisiche: i farmaci antispasmodici e anticonvulsivi, usati in questi casi, sono soltanto parzialmente efficaci. Gli studiosi del sonno cercano di comprendere meglio le cause di questi disturbi. La mioclonia notturna è accompagnata da uno schema alterato sull'elettroencefalogramma (eeg), forse causato da un malfunzionamento del meccanismo rem, che sopprime il tono dei muscoli scheletrici. Pazienti « Per comprendere meglio i pazienti con questi disturbi — osserva Dement — un numero sempre crescente di cliniche specializzate sta praticando studi e controlli per mezzo di apparecchi tv a circuito chiuso ». Per quanto riguarda l'insonnia dovuta ad una alterazione del ritmo biologico, Dement e i suoi colleghi hanno osservato che, in alcuni pazienti, la curva della temperatura corporea è sfasata rispetto al normale ritmo del sonno (con temperatura corporea che, ad esempio, raggiunge il vertice alle 23. impedendo loro di addormentarsi): forse, se potessero dormire all'ora adatta al loro ciclo di temperatura corporea, non soffrirebbero d'insonnia. Dement e i suoi collaboratori teorizzano che, con insensibile e paziente spostamento del ciclo di sonno, ottenuto con la somma di piccoli ritardi quotidiani, giorno su giorno, questi pazienti potrebbero ottenere il « sincronismo ». Il trattamento — detto « cronoterapia » — è stato, per ora, impiegato in un solo paziente: ed ha funzionato. Sebbene certi farmaci possano aiutare chi soffre di apnea da sonno, essi sono tutt'altro che ideali. Dement e i suoi colleghi, alla pari di numerosi altri specialisti, hanno cercato la soluzione a questo problema, finora con esito incoraggiante, nella « tracheotomia notturna ». Durante il giorno il paziente copre il foro che gli è stato praticato in trachea con un « tappo » che poi sarà rimosso a sera. Questo metodo non solo aiuta a dormire nei casi più gravi questi eccezionali pazienti, ma li protegge, anche, da crisi cardiache e da potenziali rischi vitali notturni. Infine, come si cura la narcolessia? In laboratorio si è osservato che la sua caratteristica principale è la presenza di rem all'inizio del periodo notturno. Nei soggetti in buona salute il sonno inizia con un periodo privo di rem, che compare soltanto dopo circa novanta minuti. La narcolessia è stata spiegata come una « intrusione » del rem nello slato di veglia. Di conseguenza, i farmaci che sopprimono il rem nelle persone sane sono usati per prevenire attacchi catalettici fra i narcolettici. Joan Arehart-Treichel Copyright Selene: News per l'Italia « La Stampa » Consulenza scientifica del professor Ezio Minetto

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