La Regione ha pronti 479 corsi per giovani

La Regione ha pronti 479 corsi per giovani Il problema di trovare un lavoro La Regione ha pronti 479 corsi per giovani "Ma devono essere gli industriali ad assumere, altrimenti non se ne fa nulla" - Così dicono gli assessori Alasia e Fiorini La Regione e la pubblica amministrazione hanno /atto la loro parte, per guanto riguarda l'occupazione giovanile, ora tocca agli industriali. Questo, in sintesi, il concetto espresso dagli assessori regionali al Lavoro, Alasia, e all'I- ] struzione. Fiorini, nel presentare il progetto per il progressivo impiego nel giro di un anno in «servizi socialmente utili» di 1148 giovani disoccupati. Si tratta comunque di un numero decisamente basso rispetto ai quasi 30 mila iscritti nelle liste speciali e proprio per dare una risposta più adeguata, gli amministratori regionali chiedono un deciso intervento degli imprenditori privati. «Non si può sperare di risolvere il problema solo attraverso il pubblico impiego», dice l'assessore Alasia. «Il ruolo principale tocca all'industria ed ai settori realmente produttivi». In questo senso finora si è mosso molto poco. I due assessori regionali hanno citato gli unici due casi positivi verificatisi finora: alla lite e alla Ferrerò dì Alba. Nell'accordo recentemente raggiunto per l'industria tipografica di Moncalieri è prevista entro aprile l'assunzione di 30 persone fra cui 15 appartenenti alle liste speciali e con contratto di formazione. All'azienda dolciaria di Alba, 10 giovani sono stati avviati con contratto di formazione per meccanici manutentori ed lianno già iniziato i corsi corrispondenti. «Siamo pronti a varare immediatamente 479 corsi di qualificazione professionale», dice l'assessore Fiorini, «adeguati alle esigenze delle varie industrie. Esattamente come stiamo facendo per la Ferrerò. Però, per poter attuare concretamente questa iniziativa, dobbiamo conoscere esattamente le necessità degli imprenditori e, soprattutto, bisogna che questi assumano. Infatti la legge sull'occupazione giovanile prevede un rapporto al 50 per cento fra lavoro e studio: se non c'è il lavoro noi non possiamo dare il via ai corsi di studio» Sostanzialmente gli amministratori regionali lamentano un certo assenteismo da parte degli imprenditori privati nel cercare di risolvere il drammatico problema della disoccupazione giovanile. Un assenteismo tanto più grave se confrontato con l'impegno e l'attenzione dedicati allo stesso argomento dalla pubblica amministrazione. «I posti di lavoro in servizi socialmente utili sono stati creati seguendo criteri merceologici e territoriali», dice l'assesso re Alasia. «Queste possibilità di occupazione sono state distribuite in tutti i 15 comprensori della Regione. Senza fare eccessivo riferimento ai dati demografici che avrebbero finito per privilegiare quasi esclusivamente i grossi centri. Invece, in questo modo, una gran parte di posti di lavoro è stata trovata nell'agricoltura e nei settori collegati. Lontano, quindi, dalle grosse concentrazioni urbanistiche». Le resistenze da parte degli imprenditori, però, almeno per ora, sembrano venire più dai singoli industriali che non dalla loro Federazione e dalle loro Associazioni. La Federazione regionale degli industriali, infatti, ha varato in collaborazione con la Doxa un'indagine per censire quali e quante siano le esigenze di manodopera qualificata nelle industrie piemontesi. Accanto al dato tanto grave quanto tristemente risaputo di molti giovani che non riescono a trovare il primo lavoro, è emersa anche un'offerta di posti che non riesce a trovare risposta. «Ed infatti noi abbiamo fatto tesoro di questa indagine», conclude l'assessore regionale al Lavoro. «E siamo pronti ad avviare tutti i corsi necessari che in essa sono indicati. Ripeto, però, che prima di tutto è necessario che le aziende assumano, altrimenti non si può fare nulla» Giorgio Destefanis

Persone citate: Alasia, Fiorini, Giorgio Destefanis

Luoghi citati: Alba, Moncalieri