Il giovane scaricato morto in ospedale è stato ucciso per sbaglio da un amico

Il giovane scaricato morto in ospedale è stato ucciso per sbaglio da un amico La squadra mobile ha risolto in dodici ore il giallo di sabato sera Il giovane scaricato morto in ospedale è stato ucciso per sbaglio da un amico La vittima, 21 anni, era stata scaricata da un'auto davanti al Martini - Pregiudicato, si era pensato a un regolamento di conti - Febbrili indagini, poi l'arresto di un ragazzo di 20 anni - Giocando con una pistola gli è partito il colpo mortale Completa luce sulla morte di Giuseppe Prato, 21 anni, via Maddalene 45, scaricato da un'auto sabato sera davanti al pronto soccorso dell'Astanteria Martini, con un proiettile nel ventre. Il passato del giovane (furti, carcere, gioco d'azzardo, amicizie balorde), le circostanze del suo abbandono in fin di vita davanti all'ospedale da un giovane che si era subito allontanato in auto, il fatto di essere stato, poco più di un mese fa, testimone di un delitto, ave-vano indotto la polizia a rite- nere di trovarsi davanti a un ennesimo delitto maturato nella Torino nera della violenza. Invece, dopo una notte di indagini, il «caso» è stato risolto, il responsabile arrestato. E' stata una disgrazia avvenuta in casa della vittima. Durante una riunione tra amici, uno, forse per fare il «duro», ha cominciato a giocare con una pistola. E' parti- to un colpo che è penetrato nel ventre del Prato ed è usci to dalla schiena. In carcere è finito Giuseppe Zocco, 20 anni, corso Moncalieri 41. Se la ricostruzione compiuta dalla «mobile» sarà confermata dall'inchiesta del magistrato, Giuseppe Zocco verrà incriminato per omicidio colposo. Oltre, ovviameli te, all'accusa di porto e deten zione abusiva dell'arma, e al furto: pare infatti che l'arma l'abbia trovata su una macchina rubata. Il fatto (come pubblicato nell'ultima edizione della Stampa di ieri) è accaduto alle 21,50. Una 128 chiara si ferma davanti al cancello dell'Astanteria Martini: il guidatore chiama un infermiere, gli indica, sui sedili posteriori, un corpo inanimato. «E' stato Uri incidente» dice. Il ferito è portato in camera operatoria, il medico lo spoglia, si accorge del foro di un proiettile nel ventre. Inutili i soccorsi, il giovane muore per emorra- già interna. L'accompagnato-re scompare sulla 128 chiara, La vittima è identificata in Giuseppe Prato, nato 21 anni fa a Palma di Montechiaro (Agrigento), un passato bur-rascoso. L'8 dicembre è stato interrogato come teste nelle indagini sull'assassinio di Franco Pabbrizi, ucciso, legato e gettato nella Dora. Seat-tano le indagini dirette dal capo della mobile, Fersini, coadiuvato dal capo della i squadra omicidi. Vinci, con i i commissari Giovanforte e Faraoni, e il capitano Metti della polizia giudiziaria. Nella notte vengono fermati Vincenzo Rabitta, 37 anni, via Ozegna 13 e Salvatore Cirincione, 22 anni, via Maddalene 43. Raccontano un sacco di storie, finiscono solo con l'ammettere di aver portato il Prato all'ospedale, ma di averlo trovato rantolante sotto casa. I sottufficiali Fruccio e Napoli si incaricano di verificare il racconto dei due fermati. Le loro ricerche portano al fermo di una terza persona, Domenico Terminiello30 anni, via Scarlatti 36. In Questura, ieri mattinagli interrogatori dei tre continuano. Dopo le reticenze e le contraddizioni, di fronte all'in1 cubo di finire in carcere con l'accusa di omicidio, si deci-1 dono a dire la verità. «Sì, era- vamo in casa di Giuseppe i Prato, c'erano anche un certo | Pino, che aveva la pistola», j Pino è identificato in Giusep-1 pe Zocco. Sono le 12,30. La i polizia lo aspetta sotto casa, \ in corso Moncalieri. Arriva un'auto, ne scende un bel giovane, elegante. «E' lei, Giuseppe Zocco?» domanda un sottufficiale. «Io? Sì, sono io: Giuseppe Zocco». Scattano le manette. In Questura tutta la tragedia di sabato notte è ricostruita nelle sue fasi. In casa della vittima, in via Maddalene 45, si incontrane Zocco, Terminiello e, pare, altre due persone finora sconosciute. Scherzano. Zocco ha una pistola 7,65 in mano. Gli amici ne conoscono la storia. Zocco, che vive anche lui di espedienti, tempo fa ha rubato una macchina. Sopra c'era la pistola. Si vanta di conoscerla bene, di saperla usare. Gli amici lo dissuadono: «Mettila via. è pericoloso maneggiarla così». Non hanno finito di parlare. Parte un colpo. Giuseppe Prato, che siede davanti a Zocco, si accascia con un mezzo grido In quel momento arrivano Cirincione, che abita nella casa accanto, in compagnia di Rabitta. Vedono gli amici stravolti intorno a Giuseppe Prato privo di sensi. «Bisogna portarlo all'ospedale, sta male». «Eh già — rispondono Zocco e Terminiello —- ma elli lo porta?» E' evidente che hanno paura, temono conseguenze più grandi di quelle che in realtà stanno rischiando, Cirincione, che non sa nulla (questa, almeno, la versione della polizia) si offre, dopo qualche titubanza, di traspor tare il ferito. All'Astanteria Martini aiuta l'infermiere a caricarlo sulla lettiga, arriva fin sulla porta della camera operatoria. Vede il medico che lo spoglia, lo sente escla¬ mare: «Ma questo è morto per un colpo di pistola». Impallidisce, si guarda attorno, e zitto zitto se ne va. Incomincia una notte di indagini e di supposizioni. La polizia pensa a un regolamento di conti, a una vendetta, a un duello tra pregiudicati. Poi, ieri mattina, il giallo è risolto. Giuseppe Prato, 22 anni, è stato ucciso per tragica fatalità da Giuseppe Zocco, 20 anni

Luoghi citati: Agrigento, Napoli, Palma Di Montechiaro, Prato