Sei nuovi "ovvisi di reato,, a Majano del Friuli Altre tangenti per un affare da sette miliardi?

Sei nuovi "ovvisi di reato,, a Majano del Friuli Altre tangenti per un affare da sette miliardi? Mentre a Savona si processa l'ex sindaco de Gerolamo Bandera Sei nuovi "ovvisi di reato,, a Majano del Friuli Altre tangenti per un affare da sette miliardi? Sarebbero sotto inchiesta, sempre per lo "scandalo Precasa", anche alcuni funzionari comunali, sono attesi nuovi sviluppi nella vicenda - Il nuovo "pasticcio" riguarda invece una colossale fornitura di casette norvegesi (Dal nostro inviato speciale) Udine, 22 gennaio. Sei comunicazioni giudiziarie sono state emesse ieri dal giudice istruttore Formalo contro altrettanti pubblici amministratori di Majano: riguardano le forniture dei prefabbricati del piano commissariale e gli interventi d'emergenza nelle zone terremotate. Il nuovo «pasticcio» s'innesta nel processo di Savona contro l'ex sindaco della stessa Majano, Bandera, reo confesso di essersi fatto corrompere, e l'ex segretario particolare dell'onorevole Zamberletti, Balbo, anche lui accusato di avere speculato sui terremotati. Come noto, i giudici di Savona hanno deciso che la testimonianza di Zamberletti, commissario straordinario del governo all'epoca del terremoto, non è necessaria. La prassi dei giudici savonesi è quanto meno insolita, se si pensa che le autorizzazioni ad acquistare i prefabbricati della «Precasa» (il cui direttore Carozzo pagò tangenti a Bandera e Balbo, tutt'e due in carctre) furono proprio date, seppure distrattamente, dall'onorevole Zamberletti, che dopo lo scandalo, con prassi insolita, si dimise rinunciando altresì a prendere il comando dei servizi segreti italiani. A chi sono dirette le nuove sei comunicazioni giudiziarie che potrebbero sovraffollare il banco degli imputati di Savona? Nessuno lo sa, nemmeno i carabinieri di Majano: affermano di esserne a conoscenza in linea di massima, ma di non conoscere i destinatari. Così come nessuno si è preoccupato di appurare se siano state versate tangenti per i prefabbricati — valore 7 miliardi — venduti dal norvegese J.P. Magnus della «Superkonstrukson» di Kosmo (telefono Kosmo 29, telex 17017 super) ai comuni di Baraulins, Trasaghis, Amaro, Bordano e Interneppo. Tangenti che, si dice a furor di popolo, siano state proprio versate. Ma torniamo a Majano, centro dell'attuale scandalo dibattuto sui banchi di giustizia savonesi. Majano è il comune in cui, dopo Gemona, il terremoto del 6 maggio ha mietuto il maggior numero di vittime: 130 morti (gli abitanti sono cinquemila); è il comune in cui soltanto 65 case su 1500 sono rimaste illese e che ha subito globalmente 15 miliardi di danni. Al caffè «La Taverna» di Majano, abbiamo incontrato l'attuale sindaco Alessandro Schiratti e l'assessore ai lavori pubblici, Giorgio Pezzali. Alessandro Schiratti, piccolo industriale, all'epoca del terremoto era assessore al commercio nell'amministrazione guidata da Gerolamo Bandera. La prima domanda, d'obbligo, è stata: «Sapete a chi sono dirette le sei nuove co- municazioni giudiziarie?». Ha risposto l'assessore Pezzali: «Sorzo state emesse su una segnalazione di Carozzo, della "Precasa"». Nei confronti di chi, nei suoi per caso? «Non so, credo di no, per ora non ho ricevuto niente». Quindi l'assessore Pezzali vuole fare una precisazione: «Il contitolare della "Precasa", Renato Carozzo, ha denunciato Bandera e Balbo soltanto dopo che l'amministrazione pubblica di Majano (ancora presieduta da Bandera, n.d.r.) aveva rescisso il contratto con la sua ditta». E aggiunge: «Abbiamo coralmente deciso di rescindere il contratto perché i prefabbricati della "Precasa" non rispondevano alle esigenze promesse, i tetti cadevano, non si riusciva a riscaldare l'interno delle abitazioni, e i prefabbricati erano stati spediti incompleti, tant'è che i destinatari hanno dovuto lavorare a lungo, prima di poterci abitare». Un'altra versione, rilasciata per le vie di Majano da un impiegato del Comune che chiede la non pubblicazione del suo nome, è che il sindaco Bandera abbia rescisso in contratto perché le tangenti ricevute erano troppo basse e lui avrebbe voluto altri soldi. In ogni modo la «Precasa» riuscì a piazzare nel territorio di Majano 75 dei 350 prefabbricati previsti. Altri 30, destinati in un primo tempo a Majano, furono poi «dirottati» ad un altro comune. Ma chi era Gerolamo Bandera, il sindaco più «chiac¬ chierato» del Friuli? La sua storia è semplice e squallida, squallida perché Gerolamo Bandera era già «chiacchierato» prima dello scandalo delle tangenti. Era famoso infatti, e non si tratta soltanto di voci, ma di fatti che nemmeno l'attuale sindaco e l'assessore Pezzali hanno smentito, per una sua amicizia particolare col figlio del sindaco democristiano di Artegna, Roberto Brollo. E, guarda caso, proprio ad Artegna finirono i 30 prefabbricati «scartati» da Majano. Si dice a Majano: «Bandera, per il giovane Roberto, avrebbe fatto qualunque cosa». Gerolamo Bandera appena intascate le tangenti, regalò al giovane amico una « Porsche » rossa di seconda mano. Ma a Majano la gente è discreta, non vuole lavare in piazza i panni sporchi. «La vita privata di Bandera non ci interessa, siamo offesi perché ha voluto arricchirsi sulle nostre disgrazie» , dicono. Opinione comune è che il caso Bandera-Balbo non sia che uno dei mille avvenuti all'ombra dei terremoti. Un intervistato, Vittorio G., ha detto: «E' per il bene del Friuli che dovreste tacere questi scandali. Ora i soldi che aspettiamo per la ricostruzione non arriveranno più». Ma, se si tacesse, chi intascherebbe i soldi che arrivano? Mario De Angelìs PAGINA 7 • Il processo rinviato a Savona, di Mauro Benedetti.