Morto Giulio De Benedetti di Giulio De Benedetti

Morto Giulio De Benedetti Per 20 anni ha diretto "La Stampa,, Morto Giulio De Benedetti Scompare una grande figura del giornalismo - Era nato ad Asti 87 anni fa - E' stato stroncato da una malattia di cuore, nella sua abitazione di corso Lanza - Oggi si svolgeranno i funerali in forma privata Giulio De Benedetti, direttore de La Stampa e di Stampa Sera per più di vent'anni, è morto nella sua abitazione di corso Giovanni Lanza 94. Era nato ad Asti il 13 ottobre 1890: era entrato quindi nell'ottantottesimo anno. L'ha stroncato una malattia di cuore, che l'età aveva reso incurabile. I fune- \ rali avvengono stamattina, in forma privatissima, come egli ha disposto. La sepoltura ha luogo nel cimitero di Rosta, dove la famiglia De Benedetti ha una proprietà. Aveva smesso il giornalismo attivo nel dicembre '68, quando già aveva settantotto anni. Ricordiamo quel giorno, quando ci chiamò e ci disse con un sorriso ironico: « Che cosa volete: la natura ha le sue leggi... », ma era rimasto a contatto con il giornale come consigliere di amministrazione. E soprattutto come lettore accanito, severo, rigoroso addirittura, come era stato per tutta la vita. Di quando in quando telefonava a qualcuno dei suoi vecchi collaboratori: « Buono quel pezzo, bravo. Semplice, si capi- „ ll!lì°- ^PUre P„er fafe ! qualche rimprovero, di certo più lieve di quanto non facesse quando era il Capo riconosciuto al giornale: « Che cosa voleva dire quella certa frase? Io, scusi sa, ma non l'ho capita... » e chi riceveva l'appunto arrossiva proprio come allora, quando ci convocava per una tirata d'orecchi nel suo ufficio al terzo piano, all'angolo tra via Roma e via Bertola, dalle imposte perennemente chiuse. Gli era rimasto, assieme al gusto della lettura e dell'informazione aggiornatissima, il piacere delle passeggiate, sempre nei dintorni di Rosta, in una zona, cioè, che aveva imparato a conoscere metro per metro, tutti i viottoli, tutti i prati, tutte le svolte, e tutti i contadini, con i quali si fermava volentieri a far quattro chiacchiere sulle I cose concrete che erano le i sue predilette: l'andamento : delle stagioni, i raccolti, le spese, i guadagni. Con le camminate, da cui tornava j stanco, sovente infangato, ma ; I felice, il piacere della musi- j ca, soprattutto queiia dei I grandi solisti. ' Da ottobre tutto questo era finito: un'artrosi gli impediva di muoversi come voleva, era costretto a stare in casa, in Poltrona. Poi, una brutta sor- presa: una malattia di cuore, proprio in quel cuore che sempre era stato sanissimo, e gli aveva concesso sforzi fisici non indifferenti. Con serenità assoluta, De Benedetti si era preparato a morire. Con la stessa freddezza, diremmo, con la quale affrontava una difficile situazione politica o si immergeva in un problema sindacale. « Il giornalista deve essere staccato dai fatti — ci ripeteva —. Se dovesse partecipare di persona, commuovendosi o soffrendo, non riuscirebbe più a scrivere cose giuste ». E fu fedele a questo precetto anche per quanto lo riguardava, fino all'estremo, fino alla morte. Nessun timore, nessun rimpianto. Poco tempo fa disse al¬ la moglie Maria Bignami, che aveva sposato nel '19, da cui i ha avuto una figlia: « Senti: ho preso due posti nel cimi tero di Rosta. Non ti dispia ce mica? Saremo sepolti là, io ci andrò presto e stare mo insieme. Mi raccomando. non lasciar mancare i fiori, fa che sia una bella tomba ». Si alzò dal letto l'ultima spirato, volta dieci giorni fa, ma rimase nello studio, per far colazione a tavola con la moglie. In quest'ultima settimana, mentre le forze gli declinavano rapidamente, si assicurò ancora: « Ti prego, avverti il municipio di Rosta che io sto per arrivare in quel cimitero, che lascino il posto libero, che tutto sia pronto » e sorrideva, come se scherzasse. La fine è giunta nella notte tra sabato e domenica. De Benedetti salutò la moglie con un « Buona notte » più affettuoso del solito: « Maria, vero che siamo stati bene insieme? Quante belle cose abbiamo fatto, l'uno vicino all'altro in tanti anni ». E si addormentò. Poco dopo, l'infermiera che non lo lasciava mai notò che rantolava e corse a chiamare la signora. Questa vide che il corpo aveva qualche sussulto; un sospiro affannoso... poi più nulla. Giulio De Benedetti era La sepoltura avviene questa mattina nel cimitero di Rosta. Dà una benedizione alla salma il vecchio amico parroco di Rosta, don Dughera. Carlo Moriondo (Servizi a pag. 3 e 4) Torino. Giulio De Benedetti quand'era direttore del giornale

Persone citate: Carlo Moriondo, De Benedetti, Dughera, Giulio De Benedetti, Maria Bignami, Semplice

Luoghi citati: Asti, Rosta, Torino