La classe borghese non va in paradiso

La classe borghese non va in paradiso DELITTI E STRATI SOCIALI La classe borghese non va in paradiso L'apertura dell'anno giudiziario, pomposa cerimonia rituale, potremmo ormai definirla un consuntivo del crimine fatto da ragionieri in toga d'ermellino. L'incremento di produzione industriale è basso? Niente paura. E' alto, invece, l'incremento dei reati in Italia. E in ulteriore salita l'indice dei delitti impuniti. Sono cose che si sapevano, solo che ora sono corroborate dalle cifre. Invece c'è un dato, sottolineato dal procuratore generale, sul quale vale la pena di soffermarsi, ed è che la delinquenza « tende ormai ad allignare anche nelle classi sociali più elevale ». Cioè si ruba e si ammazza a tutti i livelli, senza più distinzioni di classi. E anche questo lo sapevamo, ma non era bello dirlo, non stava bene, perché la borghesia il suo decoro non l'ha mai perduto. E' vero, leggevamo le cronache, ma ci sembravano casi isolati benché clamorosi, quello della maestrina lombarda che capeggiava una banda di rapinatori. Oppure quello del direttore di supermarket che ha organizzato lui stesso il « colpo grosso » nel proprio magazzino. * ★ Che terremoto, per il sociologo! Qui bisogna rivedere tutte le analisi. Il topo d'appartamenti, una volta, era l'amante disoccupato della giovane domestica di casa. Oggi chi è? Ma è semplice: il figlio stesso del padrone di casa! E' una specie di « Cuore » alla rovescia, dove la nonna, anziché essere salvata come in «Cuore romagnolo», viene assassinata sempre più spesso dai nipoti, purché abbia un brillante al dito. E anche questa è storia vera, tanto scalpore per nulla, perché ormai sono storie che si ripetono. E alla fine ce le ritroviamo nelle statistiche dei procuratori generali. * ★ Ma come mai la pistola esercita questo fascino discreto sulla borghesia? Un tempo nelle classi alte si ricorreva al revolver solo in casi ben precisi: suicidio per fallimento (applausi isolati), delitto d'onore (applausi scroscianti) e tutta quella gamma di omicidi per amore, dalla Belientani a Nigrisoli, dalla tragedia di Mayerling all'ingegner Dalla Verde che collezionava mutandine di prostitute. Erano raptus libidici, debiti di gioco, crimini dove il calcolo e la passione si intrecciavano sapientemente, reati per ceti abbienti che parevano nati dalla fantasia di un romanziere, e che la borghesia riconosceva per propri. Persino il codice chiudeva un occhio, se il fine di un assassinio era il riconoscimento di un figlio illegittimo. Piccole miserie di provincia assurgevano a grandezze balzachianc. Ebbene, tutto questo è finito. La nuova musa di chi delinque è la Mediocrità. Ci mettiamo a tavola, senza saperlo, con un figlio appena rincasato da una violenza carnale. Oppure con una figlia che poco fa ha sparato in volto a un poliziotto. Ma perché dalla questura cercano il babbo, non sarà mica un truffatore? Scompare così il vecchio cliché zoliano del suburbio come fucina di delitti. L'assalto alla banca non viene più preparato da lontano, dalle periferie dove si affilavano le armi, ma dall'impiegato che ci lavora e che conosce le abitudini e l'entità dei depositi. E' lui il « basista », non più l'ex galeotto perbene del secolo scorso. Il tagliaborse ormai è l'inquilino della porta accanto. Ma chi si immaginava che quel laboratorio di sartoria fosse una casa d'appuntamenti? E via di questo passo, in uno stillicidio di grandi misfatti e piccole scelleratezze che alimentano incessantemente la cronaca nera. Non ci sono polizie né leggi che possano arrestare un fenomeno che è soprattutto di natura morale. La crisi dei valori borghesi (rispetto, correttezza, dignità, eccetera) è diventata una falla nello scafo della società intera. La tendenza a rubare e a sopprimere un avversario, la voglia di risolvere con la forza certe questioni individuali, tutto ciò è sempre esistito. Ma era tenuto a freno dalle virtù tradizionali, di cui la borghesia era gelosa custode. * ★ Che cosa è accaduto, invece, dal dopoguerra ad oggi? Che la borghesia, ricacciata dalle difficoltà economiche a ridosso del proletariato, e a volte con¬ fondendosi con esso, ha smarrito la sua identità. Se un maestro di scuola guadagna meno di un idraulico, a quale prezzo può mantenere il suo ruolo? Così un bel giorno il figlio del maestro squattrinato va a scippare una vecchietta. O la figlia del capufficio impara come si ruba nei grandi magazzini. E non per sfamarsi, come succedeva nelle famiglie proletarie di cinquantanni fa, ma per mantenere uno standard di vita. Il ragioniere non fugge più con la cassa della ditta insieme a una ballerina, ma vi attinge furtivamente per pagare le cambiali dell'auto o la rata del condominio. Nel suo « discorso della corona » il procuratore Straniero ha lamentato anche un aumento dell'efferattzza dei delitti. Certo. Il malvivente professionale aveva un suo codice d'onore. Davanti agli agenti gettava l'arma e si arrendeva. Adesso fa una strage, prima di lasciarsi ammanettare. E così l'improvvisato « topo » d'appartamenti. Invece di scappare, uccide. Perché? Per non essere riconosciuto, appunto, dal vicino di casa. Sono caduti i tabù, insomma, che trattenevano dal Male. Il problema semmai è di farla franca. Anche la madre disperata di un piccolo delinquente si dispera più che altro che l'abbiano beccato. E sembra dirci: proprio lui, poverino, in mezzo a tanti che delinquono! Certo non è una prospettiva allegra, questa di appartenere a un esercito di incensurati disposti a ogni delitto. Ne è immune, relativamente, il proletariato delle fabbriche perché la sua condizione non gli consente crisi di identità. Un'operaia o un tornitore sanno che il loro lavoro è condanna ma anche salvezza. Sanno che ogni promozione sociale si conquista con lotte dure, con sacrifici, e non puntando la pistola su un metronotte. Del resto, solo a que¬ sto patto la classe operaia andrà in Paradiso. Ma dove arriveremo di questo passo? Gli Ermellini non l'hanno detto, nella loro abituale querimonia. Ma nel prossimo anno giudiziario, sarà letta in apertura una nuova voce: il sequestro dei bambini compiuto dagli stessi genitori. Dopo averlo assicurato, s'intende, con una buona polizza. CI -ic ve ne pare' Carlo Castellaneta

Persone citate: Carlo Castellaneta, Nigrisoli, Strati Sociali

Luoghi citati: Italia