L'ex presidente Standa, Sferza indiziato per i morti dell'Ama

L'ex presidente Standa, Sferza indiziato per i morti dell'Ama Partiti gli avvisi di reato del giudice istruttore L'ex presidente Standa, Sferza indiziato per i morti dell'Ama Altri dirigenti Montedison e l'ex medico di fabbrica hanno ricevuto la comunicazione giudiziaria ■ "Vertice" dei sindacati per decidere le iniziative da adottare (Dal nostro inviato speciale) Savona, 1 gennaio. L'ex presidente della «Standa», Gino Sferza, è stato «indiziato di reato» per omicidio colposo plurimo dal magistrato inquirente dottor Storace, nel quadro dell'indagine istruttoria sui morti di cancro dell'«Acna», la fabbrica di coloranti che la Montedison possiede a Cengio, nell'entroterra savonese. Sferza, che dopo lo scandalo delle bustarelle-Standa ha lasciato la presidenza dei grandi magazzini e la carica il consigliere delegato Montedison, oggi è presidente di una delle società minori del gruppo, la «Vetem», che si occupa di mangimi per bestiame. Ai tempi delle «bustarelle» (marzo 1976) era stato arrestato dal giudice istruttore Fiasconaro e messo in libertà provvisoria quattro giorni dopo. H nome dell'ex presidente uotanda» è venuto alla ribalta nell'inchiesta «Acna» per via di una lontana carica dirigenziale che Sferza aveva ricoperto nella società. Occorre ricordare, infatti, che l'indagine condotta con impegno dal sostituto procuratore Petrella e passata al giudice istruttore Storace riguarda gli anni che vanno dal 1955 circa, a tutt'oggi. Insieme con Sferza sono stati indiziati di reato anche alcuni altri dirigenti Montedison: gli ingegneri Giunta, Ortolani, Vignatti e Puccione (quest'ultimo attua- le direttore dello stabilimento di Cengio) e l'ex medico di fabbrica, dottor Luigi Zini, che ha ricoperto la carica per una ventina d'anni consecutivi nel periodo interessato all'indagine. Con la spedizione degli avvisi di reato (non se ne conosce il numero esatto, ma dovrebbero essere complessivamente otto o dieci) il lavoro del giudice Storace entra nel vivo. Una volta «avvisati», infatti, gli interessati potranno essere convocati a Savona per essere interrogati dal magistrato e, dalle loro dichiarazioni, si potrà cominciare a ricostruire con una certa precisione la storia dell'«Acna», fabbrica che uccide. Le vittime fino ad ora accertate sono almeno sette, ma le cifre, in casi come questi, sono sempre abbastanza vaghe. C'è chi parla di 25, chi, al contrario, minimizza. Resta il fatto che l'industria dei colori, per anni ed anni, è stata vero «lager» del lavoro. E' vero, infatti, che l'«Acna» impiegava circuiti chiusi per le sue produzioni. Ma è vero anche che, a monte ed a valle di questi, il lavoro si svolgeva a «cielo aperto» e che le squadre di manutenzione, a causa dei sistemi adottati, venivano a contatto con le sostanze cancerogene. Oggi molte di quelle storture sono state eliminate e l'«Acna» è «sicura» nei limiti in cui può esserlo un'industria chimica. Ma alcune cose sono ancora da chiarire, come, per esempio, la storia del mercurio. Il mercurio, velenoso, mortale, è stato recentemente trovato nel sangue di alcuni operai addetti al «sale alfa». Percentuali ammissibili o no, questo è altro discorso. Il grave è che, negli schemi di produzione «ufficiali», che ogni azienda deve fornire allo Stato, nella lavorazione «alfa» il mercurio non c'è. Come fa, allora, a finire nel sangue degli operai? Viene usato come catalizzatore di reazione e, come tale, passa nel prodotto finito sotto forma di tracce, più o meno vistose quantitativamente. Come mai la Montedison non ha denunciato l'uso del mercurio? «Segreto industriale» dicono. Ma, verso lo Stato, c'è l'obbligo di denunciare «tutto». La Montedison, ancora una volta, ha dimostrato che dello Stato le importa solo quando va a battere cassa. Ma, per restare all'inchiesta «Acna» ed a ciò che la concer¬ ne più strettamente, martedì pomeriggio a Savona si svolgerà un «vertice» sindacale, con la partecipazione del collegio di avvocati (Calabria, Russo, Aglietto) tramite il quale la Federchimici sosterrà il ruolo di parte civile, per concordare le iniziative da prendere. Fra queste una specie di censimento di tutti i lavoratori, presenti e passati, per avere un quadro clinico finalmente preciso di quel che è l'«Acna». In questo «vertice» si deciderà anche se ricorrere all'appoggio «esterno» degli avvocati torinesi che, con successo, hanno patrocinato al processo «Ipca», di identica natura, sia il sindacato, sia le parti civili private Mauro Benedetti Pp Gino Sferza

Luoghi citati: Calabria, Cengio, Savona