Cari signori, siete tutti femministi solo a parole

Cari signori, siete tutti femministi solo a parole Cari signori, siete tutti femministi solo a parole Carla Ravaioli parla della prossima trasmissione tv - Tra gli intervistati: Bocca, Montanelli, Musatti, Alberoni e Marco Lombardo Radice (Nostro servizio particolare) Roma, 1 gennaio. La trasmissione televisiva di Carla Ravaioli, Femminile-Maschile, una serie di conversazioni sul rapporto uomo-donna, consta di sei puntate: sei incontri con Montanelli, Alberoni, Musatti, Bocca, Marco Lombardo Radice, Zaccagnini. Qual è il risultato di questa inchiesta tra intellettuali, abituati a parlare di femminismo, e le cui idee in genere fanno opinione? Risponde Carla Ravaioli: «Questi signori di femminismo non ne sanno niente. Musatti mi ha detto: "Ho delle simpatiche amiche femministe, alcune anche intelligenti"; Bocca: "Ma sì, in fondo non ne so niente"; e proprio stamattina Montanelli: "Io non sono un competente". Bene, ma allora perché chiacchierano tanto? Questi maschi abituati a dire la loro su tutto, e quindi anche sulle donne e sul loro movimento, in realtà non sono informati, non sanno nulla, non leggono». Montanelli ha parlato di ruoli posti dalla natura. Come mai allora, questi ruoli esistono nella civiltà occidentale di un certo tipo e in altre civiltà sono completamente capovolti? Montanelli: io parlo di civiltà vicino alla nostra. Ravaioli: benissimo, ma se è la natura che detta legge, allora nelle civiltà meno tecnologizzate, meno avanzate della nostra, la natura dovrebbe valere più che mai. Esistono invece, sia pure in isole etniche limitatissime, delle società matrilineari, dove è il padre o lo zio materno a prendersi cura dei bambini, a pulirli quando si sporcano, a educarli; mentre le donne hanno importanti attribuzioni economiche. Ravaioli: come mai, se la natura impone il contrario? Montanelli: ci sono delle varianti perché là le condizioni sociali sono diverse. Ravaioli: allora viene sul mio terreno; è la cultura, è la struttura sociale che impone un certo tipo di ruolo, e non la natura. Dice Carla Ravaioli: «Siccome Montanelli affermava: "E' una favola che l'uomo abbia schiavizzato la donna e l'abbia relegata nel ruolo di moglie e di madre", allora io contesto: non è une favola, è la storia». E ricorda come vi siano società dove l'agricoltura è in funzione esclusiva delle femmine, e la tessitura una prerogativa soltanto maschile. Mentre l'unica specializzazione femminile comune a tutte le società è quella biologica, cioè la produzione dei figli. Ma appena si esce da questo terreno, tutte le attribuzioni secondarie di compiti assegrati alla donna o all'uomo non sono «naturali». Sebbene si tenda a considerare natura ' le che la moglie sia madre e casalinga. Naturale è invece che la donna faccia i figli; poi, che debba restare in casa tutta la vita per badare ai figli o al marito, che in qualche modo è anch'esso un figlio, non è affatto naturale. Di tutto il gruppo degli intervistati, Massimo Alberoni e Marco Lombardo Radice sono i due che stanno dalla parte della donna. Ma in che modo? Alberoni, sociologo, cattedra a Messina, ex-rettore del¬ l'università di Trento negli anni caldi del Sessantotto, autore di «Movimento e istituzione», analizza meccanismi e contenuti del femminismo in maniera esatta. E si dichiara sostanzialmente femminista. «Ma un maschio — dice Caria Ravaioli — non è mai femminista fino in fondo. Infatti, quando scrive sul Corriere del lavoro a part time per le donne, dice che dovrebbe essere istituzionalizzato (cosa che le relegherebbe in una condizione di inferiorità, adesso che loro rivendicano il loro diritto a una funzione attiva nella società)». Alberoni ha sostenuto il suo punto di vista. Poi, quando ha rivisto la trasmissione con Caria Ravaioli, le ha detto: «Ma sì, hai ragione da vendere». Marco Lombardo Radice (coautore di «Porci con le ali», e autore di «Ultimo Uomo», libro di confessioni anonime di ragazzi messi in crisi dalle loro donne femministe) si dice consenziente con le rivendicazioni e le tematiche delle compagne femministe, ma usa le loro stesse posizioni estremistiche per farsene un alibi. Dice Carla Ravaioli: «Siccome le femministe più estremizzanti dicono: "L'uomo femminista è un'altra trappola, noi non ci crediamo"; Lombardo Radice afferma: "Le compagne hanno ragione, ci vorrà molto tempo per cambiare, noi non possiamo essere femministi, dobbiamo agire su di noi, la coppia oggi come oggi è estremamente difficile da tenere in piedi"». Cosi, continua Carla Ravaioli, questa assunzione letterale delle posizioni femministe più estreme, viene usata per una fuga, diventa un alibi. Una delle interviste più sorprendenti e divertenti è quella a Cesare Musatti, psicanalista di grande fama. Dopo aver esordito dicendo: «Voglio fare ammenda di affermazioni che mi sono state attribuite e che mi hanno fatto passare per antifemminista», Musatti dichiara: «Io voglio bene alle femministe, sono solidale con loro, sono simpatiche, intelligenti, tra di esse ho molte care amiche». Ma guardi, le dice Carla Ravaioli, che non si tratta di donne, di persone; si tratta del movimento. Ah no, dice Musatti, il movimento non mi piace, sono contro. E conclude, ridendo di sé: «Io volevo rettificare la mia posizione, ma credo di aver peggiorato la situazione». Zaccagnini deve ancora essere intervistato. La trasmissione la vedremo da venerdì 13, rete due. f. d. d.

Luoghi citati: Messina, Roma, Trento