Chi vuole far rinascere Ordine Nuovo a Trieste di Giuliano Marchesini
Chi vuole far rinascere Ordine Nuovo a Trieste E un noto estremista di destra Chi vuole far rinascere Ordine Nuovo a Trieste IDal nostro corrispondente) Trieste, 30 gennaio. Assolto dai giudici della IV Sezione del Tribunale di Roma, il fascismo di «Ordine nuovo» avrebbe «licenza» di riemergere a Trieste, sullo slancio che gli deriva dall'impunità. Lo si proclama addirittura in un comunicato, dove si affenma che, in seguito alla sentenza, l'organizzazione «può riprendere ufficialmente la propria attività». La nera iniziativa viene da uno dei più noti rappresentanti dell'estrema destra triestina, che sabato scorso s'è presentato alla redazione dell'agenzia giornalistica «Italia» ed ha consegnato l'inquietante messaggio. Il personaggio si chiama Ugo Fabbri e si firma così: «Già dirigente provinciale del msi e militante di "Ordine nuovo", incriminato e prosciolto per tentata ricostituzione del partito nazionale fascista dal tribunale di Trieste, imputato dal giudice Occorsio nell'istruendo terzo processo contro "Ordine Nuovo"». Con il corredo di questi titoli, ha chiesto che la sintesi del suo comunicato fosse diramata attraverso le telescriventi, sull'onda del verdetto della magistratura romana. Ugo Fabbri pretende che da quella sentenza discenda « l'obbligo per le autorità di p.s. di revocare ogni provvedimento liberticida» ; e aggiunge impetuoso: «7 beni dei movimenti di destra posti sotto sequestro con provvedimenti amministrativi illegittimi devono ora essere restituiti. Così come ora deve essere garantita l'agibilità politica agli esponenti dei gruppi disciolti con provvedimenti repressivi illeciti». Proclami e intenzioni che mettono angoscia, sollevano altra indignazione negli ambienti democratici. Ed è tristemente significativo che questo rigurgito di fascismo, scaturito dalla decisione dei giudici romani, si manifesti proprio a Trieste, alquanto lacerata in momenti tanto delicati, spesso investita da raffiche di vento nazionalistico. Anche di recente, questa città è stata scossa da episodi di terrorismo. La notte del 2 dicembre scorso fu compiuto un attentato contro l'abitazione del parlamentare comunista Antonino Cuffaro: una bottiglia incendiaria devastò l'ingresso al piano superiore. Ventisette giorni dopo, un altro assalto: venne presa di mira la casa del segretario provinciale del pei, Giorgio Rossetti. La mattina del 12 gennaio, una bomba-carta fu lanciata contro un corteo di extraparlamentari di sinistra. In questo clima di tensione, tra scontri ed esplosioni, si fa avanti Ugo Fabbri a dichiarare che «il centro studi "Ordine nuovo" di Trieste può ricostituirsi e riprendere ufficialmente la propria attività » magari con incremento di adunate e un infittirsi di saluti romani. Nel diramare il comunicato, questo esponente della destra triestina vuol far passare sotto l'arco del «martirio» una quantità di fascisti: «Se la corretta interpretazione della norma fosse giunta in tempo — dice —, molti camerati non sarebbero stati costretti a vivere latitanti nella clandestinità, non vi sarebbero stati fuorusciti all'estero, non vi sarebbero stati giovarli ristretti nelle carceri o al confino, spinti da una rabbia disperata». E ancora: «Il comandante Concutelli non sarebbe in galera ed il giudice Occorsio non sarebbe stato liiistiziato». Alla questura di Trieste, per il momento, si sta a guardare. Il capo dell'ufficio politico, Giovanni Volpe, dice: «Finché l'iniziativa di Ugo Fabbri rimane a livello di intenzione, noi non possiamo muoverci. Comunque, la sentenza del tribunale di Roma non è ancora passata in giudicato. Se davvero qui si ricostituisse "Ordine Nuovo", nulla ci impedirebbe di intervenire». Giuliano Marchesini
Persone citate: Antonino Cuffaro, Concutelli, Giorgio Rossetti, Giovanni Volpe, Ugo Fabbri
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