Asta per pagare il riscatto

Asta per pagare il riscatto Asta per pagare il riscatto E' stata organizzata dal padre di Ambretta Mondolfo, liberata dopo due mesi dai suoi rapitori Roma, 27 gennaio. Asta affollatissima ieri da Christie's a Roma in piazza Navona, per Monsù Desiderio, misterioso pittore del Seicento i cui quadri sono immersi nell'aura tenebrosamente metafisica che trecento anni dopo De Chirico riscoprirà. L'affascinante collezione apparteneva al dott. Mondolfo, il noto filatelico a cui in giugno fu rapita da quattro sudamericani a Roma la figlia Ambretta, restituita due mesi dopo con un riscatto di 200 milioni. Rifiutando ogni intervista anche a chi, come noi, voleva soltanto sapere come abbia raccolto gli straordinari dipinti di Monsù Desiderio e perché abbia deciso di disfarsene, il dott. Mondolfo ci ha fatto rispondere: «Questa vendita è legata al rapimento di mia figlia. Proprio per questo chiedo che sia compreso il mio riserbo». Con i due quadri preventivamente scelti ed acquistati dallo Stato italiano, e tutti gli altri ventuno venduti ieri all'asta, la somma del riscatto è stata raggiunta. Alla Christie's c'era un pubblico da grande occasione, molti galleristi e collezionisti stranieri. Sembra che la maggior parte dei quadri siano stati acquistati da svizzeri. Chi ha visto prima dell'asta la collezione in mostra ne', grandioso salone di palazzo Lancellotti, dove ha sede la galleria, non può non provare un rimpianto: l'Italia è lo scrigno dei tesori a cui tutto il mondo oggi disseta l'antica voglia di cose belle e preziose. Ma chi era questo misterioso Monsù Desiderio che fu ripescato dall'oblio con una mostra negli Anni Cinquanta della galleria romana l'Obelisco, per poi subito tornare nell'ombra rimanendo noto soltanto a pochi raffinati cultori d'arte fino ad oggi? Misterioso francese Fra un francese, nato a Metz verso il 1593, il cui vero nome era Francois de Nome. Di lui si sa poco. A parte che a 9 anni venne a Roma e vi restò fino al 1610, anno in cui si stabilì a Napoli. Bernardo De Dominici, il biografo degli artisti napoletani vissuto nel Settecento, lo cita come « famoso pittore di vedute e prospettive». E' questa l'unica prova che Monsù Desiderio sia veramente esistito, a par¬ te le sue firme sui quadri. Ma non appaiono su tutti, in alcuni compare un'altra firma, quella di Didier Barra. Un Didier Barra, nato anche lui a Metz verso il 1590, è esistito ma a parte l'essere stato autore di opere topografiche, non si sa assolutamente nulla di lui. Eva sempre Monsù Desiderio che si sdoppiava — come opinò lo psicanalista Sluys dedicandogli negli Anni Cinquanta uno studio clinico — nel «progresso della sua schizofrenia »? Il mistero è fitto e accresce il fascino delle opere, di cui si pensa che ne esistano nel mondo non più di una cinquantina. Ritraendo fatiscenti rovine di Roma esse anticipano di un secolo la passione settecentesca per i ruderi delle civiltà classiche che coinvolse tutta la cultura europea del Settecento, con in testa Goethe. Ma, presago anche del romanticismo, Monsù Desiderio le reinventa drammaticamente entro cupe atmosfere, accatastandole come in un sogno surrealista. In un quadro che è stato venduto per venti milioni vediamo la Colonna Antonina di Roma accanto alla piramide di Cestio e al teatro di Mar¬ cello. In altri dipinti, gli archi di trionfo sono infilati uno dentro l'altro, palazzi, torri e colonne appaiono ammucchiati di contro a cieli tempestosi e incombenti sopra scene tragiche di martirii di santi, rappresentati questi ultimi, così come tutte le altre scene di vita che appaiono nelle sue fantastiche città, piccoli e nell'ombra, forse col proposito di raffigurar.? il transeunte delle vicende umane che si svolgono sotto i millenari testimoni di pietra e marmo. C'è anche il Vesuvio Ma c'è anche un paesaggio di Napoli col Vesuvio torvo e fumante (venduto per 3 milioni) e una piazza della Signoria di Firenze (sedici milioni) che pare l'archetipo metafisico di quella vera. E fantastici castelli, una improbabile Gerusalemme, città gotiche, templi e cortei di Stato tra gli archi, sugli spalti, intorno alle fontane. Tutto un mondo fantastico che forse esiste in qualche lontana galassia, raggiungibile soltanto dall'immaginazione di un geniale artista. Laura Bergagna