Comprano isole, foreste

Comprano isole, foreste in Francia l'ecologia è cosa seria Comprano isole, foreste (Dal nostro inviato speciale) Parigi, gennaio. Al fermento degli ecologistes diretti da Brice Lalonde e divenuti forza politica di tutto rispetto, il potere risponde con un'ecologia tecnocratica, fortemente accentrata. A differenza delle contraddittorie azioni del governo italiano, immancabilmente prive di finanziamenti adeguati, qui il «Ministère de la qualité de la vie et de l'environnement» dispone di fondi speciali per interventi definiti « esemplari »; acquisto di interi tratti di costa, di isole, di foreste, oppure sovvenzioni per il restauro di antichi villaggi rurali. Tra gli interventi più. vistosi: l'acquisto dell'isola di Porquerolles, la protezione del massiccio delle Calanques tra Marsiglia e Cassis. Parigi, che accentra nella sua area metropolitana un quinto della popolazione francese, ha i maggiori benefici della nuova politica per l'ambiente e il territorio, studiata da specialisti e manovrata dal governo. Tutto fa capo al primo ministro, e in provincia al prefetto. Una dozzina di organismi speciali elaborano i piani per l'uso del territorio, progettano nuovi parchi nazionali e regionali, mantengono rapporti fspesso difficili e contrastati) con la programmazione economica. Il tutto con enorme differenza dall'Italia: dinamismo, efficienza, finanziamenti robusti. Il programma pubblico più ambizioso per l'area di Parigi è quello delle cinque « villes nouvelles », concepite col fine di decongestionare la capitale e di crearle attorno una fascia policentrica, dotata di industrie e attrezzata con grandi spazi verdi, collegata al cuore della capitale per mezzo della rete di ferrovie interurbane attualmente in costruzione. Dal punto nodale ChàteletLes Halles si potrà raggiungere in mezz'ora, o quaranta minuti al massimo, uno qualsiasi dei poli esterni sorti nelle campagne non interamente urbanizzate che circondano Parigi. Evry, Cergy-Pontoise, Melun-Senart, ì nomi delle « villes nouvelles » più avanzate. Evry dovrebbe accogliere presto 100 mila abitanti. Frutto di elaborazioni sociologiche e architettoniche, più che di esperienze paragonabili a quelle delle new towns inglesi e scozzesi, Evry ha tutta l'aria di una città da laboratorio. Il suo centro civico, glaciale, ripete gli errori del macchinoso centro di Cumbernauld, la new town scozzese che i suoi stessi progettisti riconoscono « disegnata per architetti più che per abitanti ». / costi delle abitazioni di Evry, superiori alle capacità di spesa della famiglia operaia anche nel caso dei blocchi di edilizia sovvenzionata, e l'intreccio di interessi pubblici e privati, motivano non poche riserve. Resta, innegabile, una capacità realizzatrice sconosciuta in Italia. La Francia produce annualmente 500 mila alloggi, in buona parte sovvenzionati. Dal 1968 al 1975 sono stati costruiti 105.220 alloggi a Parigi. 270.630 nella Petite Couronne, 372.190 nella Grande Couronne. Lo Stato interviene massicciamente a sostegno delle finanze comunali, con sforzo straordinario a Parigi. Passata dalla condizione di « città a statuto speciale » a quella di comune amministrato da un consiglio democraticamente eletto (sindaco è attualmente Charles Chirac), la capitale non sembra correre il rischio della bancarotta incombente su Roma come su New York. Ha un bilancio in pareggio, circa 1800 miliardi di lire. Nel 1977 potè destinare 1300 miliardi di lire all'ordinaria amministrazione, oltre 400 miliardi agli investimenti, pur avendo entro i suoi confini una popolazione inferiore a quella di Roma (2 milioni 200.000 abitanti), che paga meno tasse della media nazionale francese. Lo ha ricordato il sindaco Chirac presentando il bilancio 1977. In buona parte Parigi deve questi privilegi allo Stato, che finanzia le grandi opere pubbliche e sopporta una quota rilevante del deficit delle aziende di trasporto, dal « metro » alla nuova rete interurbana /investimenti per 900 miliardi di lire). Allo sforzo per la riorganizzazione dell'area parigina, i cui costi sociali sono sopportati dagli strati medioinferiori, costretti a lasciare i vecchi quartieri del centro per trasferirsi nelle zone periferiche di minor pregio, si accompagna quello per la protezione dell'ambiente urbano e rurale in tutta la Francia. Anche in questo caso la politica ambientale è ideata e diretta da tecnocrati centrali, con modesta partecipazione regionale. Capitali privati / programmatori economici e quelli del territorio ( :< délégation à l'aménagement du territoire ») promuovono massicce iniziative, con capitali privati, che spesso motivano critiche sul piano ecologico. Quel che è avvenuto sul litorale della Linguadoca, entro una serie di piani pubblici, fa parlare di ti colonizzazione del Sud ». Lo «schème d'aménagement» della Corsica, con intervento di società a capitale misto, preoccupa per la disinvoltura con cui la difesa del paesaggio viene accoppiata al suo sfruttamento: 250 mila nuovi posti-letto, nuovi porti per 12 mila barche. Il ministero della Qualità della Vita e dell'Ambiente si dedica in prevalenza ad azioni di difesa o di restauro, alla creazione di nuovi parchi, con aiuti tecnici e finanziari agli enti locali promotori. Ancora una volta il confronto con l'Italia è umiliante. La tiostra « filosofia dei parchi » può essere più avanzata, ma le nostre realizzazioni sono pressoché nulle. In Francia i parchi regionali sono ormai 19. Tra i primi quello della Camargue (1970). vasto 82.000 ettari, e quello delle Lande di Guascogna (1970), 206.000 ettari. Sono del 1976-77 il parco regionale del Luberon (Alpi di Provenza/, su 181 mila ettari, quello della Martinica (70.000 ettari) e quello dei Vosgi (120.000 ettari) che interessa 53 comuni. Nel 1972 era stato creato il Parco regionale della Corsica, esteso dalla zona di Porto Vecchio alle foreste di Vizzavona e di Evisa. alla splen¬ dida costa Nord occidentale di Porto col gioiello della Girolata. Il ministero dell'Ambiente non si limita a indicare i parchi sulla carta geografica, a imporre vincoli e limitazioni all'edificabilità, all'uso del suolo, alla caccia (vincoli estesi alle «zone ambientali protette», dette Zep, che il ministero istituisce dove esistono foreste isolate, paesaggi di particolare valore, aree rurali, definite intoccabili). Affitta giardini Finanzia opere per la rinascita di colture tradizionali, per il restauro di antichi edifici e rustici abbandonati; acquista, affitta terreni e. giardini. Ultimo esempio il giardino del seminario di Issy-les-Moulineux, aperto al pubblico. Nel parco delle Cévennes gruppi di case cadenti diventano centri sportivi e culturali. Entro una legge-quadro, paragonabile a quella attesa da anni in Italia ma con forte accentramento del potere, il ministro istituisce i parchi con un suo decreto. Le proposte di nuovi parchi arrivano dalla provincia a Parigi, vengono esaminate al ministero, se approvate ottengono aiuti tecnici e finanziamenti. I parchi, regionali e nazionali, non hanno la vita stentata dei nostri essendo a carico dello Stato le spese del personale, le più pesanti e in continuo aumento. I parchi nazionali francesi sono oggi cinque. A quello della Vanoise (53.000 ettari) istituito nel 1963 nell'area alpina confinante col parco del Gran Paradiso, si sono aggiunti il minuscolo parco nazionale dell'isola di Port Cros (649 ettari, più 1800 ettari di parco marino), quello dei Pirenei occidentali (48 mila ettari), quello delle Cévennes a Nord di Montpellier (84.000 ettari) e quello delle Alpi occidentali che ha allargato il vecchio parco del Mont Pelvoux (91.800 ettari). In progetto sono tre parchi nazionali nel Nord della Francia e il parco nazionale delle isole Hy'eres, inclusa Porquerolles con i suoi 1200 ettari di foresta, vigneti, macchie a corona di spiagge dorate. La concezione italiana dei parchi è più rigida, fino a provocare ostilità e incomprensioni. In Francia gli « etablissements publiques » che gestiscono i parchi hanno poteri e mezzi finanziari per incoraggiare l'agricoltura, promuovere forme di turismo ecologicamente non distruttivo come l'alpinismo naturalistico. Un certo sviluppo edilizio controllato è ammesso nelle zone periferiche. Nel parco nazionale dell'isola dì Port Cros, dove è persino vietato fumare, viene aperto un centro informativo per educare il visitatore alla esplorazione naturalistica. Il successo sembra indubbio. Già nasce la preoccupazione per il gran numero di visitatori dei parchi nazionali e regionali, fonte di ricchezza per aree economicamente depresse. Anche dalla Francia ci arriva la conferma che la protezione della natura può essere un buon affare, quando non è ridotta a intenzione o vaniloquio. Mario Fazio

Persone citate: Brice Lalonde, Charles Chirac, Chirac, Mario Fazio, Mont, Petite, Port Cros