A Bologna di nuovo la violenza percossi giornalista e docente

A Bologna di nuovo la violenza percossi giornalista e docente Blocchi stradali e scontri con le forze di polizia A Bologna di nuovo la violenza percossi giornalista e docente Gruppi di ultras di sinistra protestano contro la mancata fissazione del processo contro dieci imputati dei fatti di marzo - I due aggrediti sono un redattore dell'Unità e un consigliere del pei (Dal nostro corrispondente) Bologna, 20 gennaio. Gravi scontri tra polizia, carabinieri e giovani extraparlamentari di sinistra si sono succeduti oggi a Bologna dalle 11,30 alle 13,30 circa. Tre persone, tra le quali un giornalista deH'«Unità» ed un consigliere comunale comunista, sono state picchiate, alcune auto sono state danneggiate, infrante le vetrine di un concessionario della «Bmw» e di una banca. Tutto è cominciato con una manifestazione di circa 400 giovani che protestavano contro la mancata fissazione a ruolo del procedimento contro dieci imputati per i fatti del marzo scorso a Bologna durante i quali fu ucciso lo studente Francesco Lorusso e la cui istruttoria è stata chiusa alcuni giorni fa dal giudice Catalanotti. Già ieri c'era stata una manifestazione con un corteo di un centinaio di persone che stavano dirigendosi verso il palazzo di Giustizia per chiedere la iscrizione a ruolo. Il corteo era stato disperso con lancio di lacrimogeni. Questa mattina i giovani si sono concentrati in piazza Verdi, nella zona universitaria, e si sono poi diretti, lungo via Irnerio, parte verso la stazione ferroviaria e parte verso il centro. Per via hanno disattivato alcuni semafori e bloccato il traffico nel centro. In via Rizzoli sono stati fatti scendere i passeggeri da un autobus e con il veicolo si è sbarrata la strada. La polizia ha lanciato candelotti e ha disperso i dimostranti. Altri blocchi di breve durata sono stati attuati in centro dove le interruzioni hanno causato lunghe code. L'azione è stata condotta con interventi in vari punti della città; con brevi concentramenti di gruppi e rapide dispersioni. In via Marconi è stato percosso un passante. A Porta Zamboni sono state frantumate a sassate tre vetrine della ditta Vanti, concessionaria della «Bmw», in via Zamboni è stata infranta una vetrina della Banca Operaia, in via Castagnoli, sempre nella zona universitaria, c'è stato un lancio di sassi contro le vetrine della libreria «Terra Promessa», vicina a «Comunione e Liberazione», che hanno però resistito. Il giornalista dell'«Unità» Romano Zanarini e l'assessore Giorgio Ghezzi, docente di diritto del lavoro all'Università di Bologna, sono stati percossi in piazza Verdi. Stavano parlando con altri colleghi in attesa di recarsi a una conferenza stampa. Ecco come ha raccontato i fatti Zanarini: «Erano una ventina, tutti molto giovani. Alcuni avevano sbarre, altri mattoni o pietre. Hanno agito con tranquillità, premeditatamente. Il loro comportamento è stato quello delle squudracce fasciste, erano in gruppo e ci hanno guardato, poi uno mi ha additato: "Quello coi baffi, so chi è", ha detto. Uno si è avvicinato e mi ha detto: "Sei del/'Unità, ci vieni a spiare". L'intenzione era chiaramente quella di picchiare». Zanarini ha cercato riparo fra alcune macchine parcheggiate, ma è stato raggiunto e percosso sulla fronte con una spranga. Poi, inseguito, è riuscito a salire su un autocarro della nettezza urbana che stava passando e si è sottratto agli aggressori. Al pronto soccorso lo hanno giudicato guaribile in otto giorni. Il colpo gli ha prodotto una ferita lacero contusa. Il prof. Ghezzi è stato colpito alla schiena con alcune randellate, sembra senza gravi conseguenze. E' stato l'ulti- mo episodio della mattinata. L'aggressione a Zanarini è stata condannata dall'Associazione stampa dell'Emilia Romagna - Marche in un comunicato che la definisce «vile» e «squadrista». Il giudice Catalanotti, in una dichiarazione, si è rifatto alla manifestazione di ieri, stroncata sul nascere, al palazzo di Giustizia per far notare che si è agito invece con «aquiescente atteggiamento» in diverse occasioni quando le manifestazioni di protesta furono fatte davanti alla sua I abitazione privata. Secondo Catalanotti «l'ambito privato del giudice non è considerato degno di tutela altrettanto che il palazzo di Giustizia ove la magistratura ha l'obbligo di tollerare ogni forma di protesta, anche aspra, dei cittadini, sempre che non siano travalicati i limiti della norma penale». Ag- Giuseppe Nobili

Persone citate: Francesco Lorusso, Ghezzi, Giorgio Ghezzi, Romano Zanarini, Zamboni, Zanarini

Luoghi citati: Bologna, Emilia Romagna, Marche