La strada del dipartimento bloccata ora dai cardiologi di Francesco Bullo
La strada del dipartimento bloccata ora dai cardiologi Stamane in programma le elezioni La strada del dipartimento bloccata ora dai cardiologi Chiedono soprattutto "autonomia funzionale e giuridica del centro di cardiochirurgia" - Ritorna l'ipotesi di una divisione ospedaliera? Mentre al « Blalock » si continua a rinviare di giorno in giorno la piena ripresa dell'attività operatoria e gli interventi « a cuore aperto », nere nubi si addensano all'orizzonte del dipartimento cardiologico. Voluto a parole da tutti, una volta istituito si è trovato al centro di polemiche che rischiano di ritardarne l'effettiva realizzazione. Oggi era in programma l'elezione dei due assistenti e dei due aiuti (universitari e ospedalieri) che dovevano entrare nel direttivo del dipartimento ma 23 cardiologi, pur ribadendo « in modo fermo la propria adesione e disponibilità alla costituzione del dipartimento di cardiologia » denunciano la « frettolosità e superficialità » del consiglio d'amministrazione del San Giovanni che l'ha deliberato e chiedono che la consultazione sia rimandata. Prima di andare aUe urne sollecitano alcune garanzie « indispensabili per la formazione di un dipartimento efficiente e non puro atto formale di copertura ad una situazione diventata esplosiva ». Questi i punti. 1) L'Università riconosca e accetti la propria partecipazione al dipartimento. 2) Autonomia funzionale e giuridica di un centro di cardiochirurgia. In altre parole si chiede o di sganciare ii « Blalock » dalla cllnica chirurgica o di creare una divisione cardiologica « ospedaliera ». 3) Firma della convenzione tra Università e Regione in teI ma di ospedali, con la garanzia che le norme vengano applicate anche nel dipartimento cardiologico. 4) Uniformità del regolamento del « dipartimento di cardiologia » con quello relativo al « dipartimento d'emergenza». Come si vede il vero nodo, al di là di vecchie ruggini e rivalità personali, è rappresentato dal « dipartimento del cuore » a proposito del quale sembrano inconciliabili le posizioni di universitari e ospedalieri. I primi sono infatti accusati dai colleghi di limitarsi alla didattica e alla ricerca e di non fare (salvo rare eccezioni) Il pesante lavoro di routine: guardia notturna, turni festivi eccetera. « Noi firmiamo la presenza e bolliamo la cartolina — dicono gli ospedalieri — mentre per gli universitari non c'è controllo ». In sostanza chivdr.no l'abolizione del privilegi e una più equa distribuzione del lavoro. « Da parte nostra — aggiungono — vogliamo partecipare all'attività didattica e di ricerca, ad esempio nelle scuole di specializzazione. Collaborare vuol dire lavorare tutti insieme con pari diritti e doveri ». Oggi comunque le assemblee di assistenti e aiuti sono convocate. Si tratta di vedere quale sarà la presenza alle urne. Anche al « Blalock » la situazione è incerta. L'altro giorno aiuti, assistenti e medici hanno confermato quasi all'unanimità di « essere disponibili per la piena ripresa dell'attività » subordinandola però alla « realizzazione di una collaborazione attiva con i cardiologi ». Sul fronte giudiziario intanto è da registrare l'interrogatorio del dott. Sasso (difeso dall'avv. Tardy) al quale il giudice Istruttore, consigliere Palaja, ha chiesto precisazioni per circa due ore ccmpletando cosi la precedente deposizione fatta dal medico davanti al p.m. Pepino. Francesco Bullo
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