Documento delle donne sindacaliste
Documento delle donne sindacaliste Documento delle donne sindacaliste Nell'incontro del delegati della Mirafiori al Teatro Nuovo sono intervenute le rappresentanti dell'intercategoriale donne Cgil, Clsl e UU con un documento sul problema delle assunzioni alla Fiat di lavoratrici attualmente in testa alle Uste di disoccupazione: «I disoccupati presenti all'ufficio collocamento sono per lo più donne da lunghi anni iscritte alle Uste e solo per questo ora in testa, e poi uomini di una certa età spesso licenziati da fabbriche liquidate o giovanissimi in cerca di una prima occupazione». Dopo aver denunciato l'ufficio di collocamento, «attraverso cui passano solo offerte di lavoro marginale» come «il primo strumento padronale di discriminazione e selezione della manodopera (per il lavoro qualificato, infatti, viene usata comunemente l'assunzione diretta, da parte delle aziende)» l'intercategoriale afferma: «Il pretesto addotto dagli imprenditori nel generale processo di espulsione della manodopera femminile è il suo costo eccessivo, ma noi riteniamo che questi costi siano recuperati ampiamente facendo svolgere alle donne mansioni meno retribuite e attraverso tutta una serie di servizi sociali che le donne sviluppano sotto forma di lavoro domestico». Il documento richiama infine l'attenzione dell'organizzazione sindacale su alcuni punti: controllare le assunzioni a partire dall'ufficio di collocamento; garantire le visite di idoneità presso enti o strutture pubbliche; controllare la corretta applicazione della recente legge sulla parità contro ulteriori discriminazioni e impedire che l'eventuale determinazione di un elenco di mansioni dalle quali potrebbero venire escluse le donne sia tale da rendere vana la legge. «Non si tratta — concludono le sindacaliste — di disquisire se il lavoro aite presse sia o meno adatto alle donne. Gli alti tassi di Invalidità registrati dimostrano che si tratta di lavori nocivi in assoluto. L'ingresso delle donne in fabbrica per lavori tradizionalmente maschili è la condizione per poter riaprire la lotta sull'organizzazione del lavoro, che non è fatta né a misura di donna né a misura di uomo, ma a misura del profitto padronale».
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