Prime mosse di Luca Giurato

Prime mosse Prime mosse Il confronto tra de c pei per le soluzioni alla crisi di governo è cominciato in una sede solenne quanto insolita: il Quirinale. E' stato dominato dall'ipotesi di un governo senza la de, che i comunisti hanno lanciato ieri al termine dell'incontro con i delegati provinciali. Si dice che questa del pei sia una esigenza esclusivamente tattica, nata per attutire i contrasti interni e per avviare in modo apparentemente fermo e duro una trattativa che si annuncia difficile e complessa. In tali affermazioni v'è senz'altro un fondo di verità. Non v'è dubbio che le parole che Berlinguer ha pronunciato al Quirinale sono giunte gradite anche ai militanti più intransigenti e inquieti. Ma il leader del pei non deve fare i conti solo con i dirigenti (pochi) e con i militanti (molti) che non hanno gradilo, prima della scelta della «non sfiducia», la strategia del «compromesso storico». Deve farli anche e soprattutto fuori dal suo partito, e non solo con la de, ma con il psi, con il pri, con il psdi e i liberali. Ebbene, se la «novità» comunista aveva come obbiettivo quello di intimidire o magari intimorire la de, tale obbiettivo e già fallito. WLa reazione nella democra zia cristiana è stata unanime. Per la terza volta in pochi giorni, il pei è riuscito suo malgrado ad unire anche quei de tradizionalmente in contrasto per motivi politici e temperamentali. La prima volta ci è riuscito con la proposta per un governo d; emergenza che ha visto la direzione de rispondere «no» all'unanimità. La seconda con i giudizi negati, da noi riportati, sull'azione di un sottosegretario e di questo o di quel ministro. A questi giudizi negativi, tutti i de che abbiamo interrogato hanno risposto facendo quadrato. Vale, come esempio, la risposta di un ministro: «Io, personalmente, non sono quasi mai d'accordo con Donat-Cattin. Ma guai a chi 10 tocca, dopo quello che i comunisti hanno detto di lui». Terza e per ora ultima iniziativa controproducente del pei è stata l'ipotesi di un governo senza la partecipazione del partito più forte. Dice Guido Bodrato: «Se vogliono fare un governo di sinistra lo facciano. Le nostre non sono posizioni pregiudiziali, ma posizioni ben nette, più volte ripetute e divergenti dal pei». Su questa linea, nella de sono tutti d'accordo. Fuori dalla de, repubblicani e socialdemocratici hanno già detto di no. «E' fantapolitica» ha addirittura commentato Biasini, segretario di un partito che in questi ultimi tempi è andato sempre d'accordo con i comuni sti. «No/i crediamo sia una prospettiva sulla quale si possa lavorare» precisa Romita, leader del psdi. Quanto ai liberali, Zanone osserva che è probabile che «il pei voglia assumere, nella fase iniziale della crisi, una posizione rigida». Nel psi, l'ipotesi di Berlinguer ha riproposto le tradiziona 11 divisioni del partito. Craxi la legge quasi esclusivamente in chiave polemica («La de non può fare i propri comodi» ), ma e significativo che nella sua relazione al Comitato Centrale non le abbia dedicato neppure un rigo. Non solo. Ha usato un tono molto cauto su tutti i problemi politici più attuali e scottanti. Ha parlato di «idea di una maggioranza e di un governo d'emergenza», e non solo di governo d'emergenza. Ha più voi te sollecitato la de a fare «controproposte» positive. Abilmente, Craxi tenta di riprendere il «dialogo» con la de approfittando delle tensioni tra democristiani e comunisti. Sull'altro fronte socialista, Manca definisce la proposta comunista «molto seria». Questi gli schieramenti e le prime mosse nei partiti proprio all'inizio di una lunga crisi, prima ancora che Leone affidi ad Andreotti l'incarico di formare il nuovo governo (domani). E' un'inizio contrassegnato dalle difficoltà del pei. Ma sarebbe un grave errore politico battere troppo su questa circostanza. Berlinguer è in difficoltà perché è il leader, nel suo partito, della linea più ragionevole: «Non vorrei — ha commentato un deputato de — che tornasse a galla il "vecchio pei" che sembrava ormai gettato dalla finestra». Quali siano i suoi problemi attuali, il pei ha poi tante e tali radici nelle masse, e una «macchina» organizzativa così efficiente e capillare, da poter anche ribaltare a suo favore molte vicende delicate. Luca Giurato Zpdc