Sulla giostra, ma senza avere capogiri

Sulla giostra, ma senza avere capogiri UN'ALTRA ENCICLOPEDIA, QUESTA VOLTA DEL SOLO "NOVECENTO 5? Sulla giostra, ma senza avere capogiri Mai, come oggi, c'è stata una così rigogliosa fioritura di enciclopedie, universali e settoriali, per ogni sesso ed età. I maligni pensano che sia un fenomeno collegato con l'inflazione, dal momento che un'enciclopedia costa parecchio, sia come impresa editoriale sia, più semplicemente, per chi deve acquistarne una copia. Eppure, l'editore avrebbe convenienza, nonostante il costo del denaro, a tenere in magazzino quir.ral' di carta stampata da esitai-e poi, via via, a prezzi sempre più cari rispetto alle spese sostenute. E la stessa inflazione indurrebbe l'acquirente a investire i suoi soldi in un bene corposo, da mettere in bella mostra, e che dà quindi prestigio, oltre ad essere utile come strumento d'informazione. La comodità di un'enciclopedia come opera di consultazione è infatti fuori dubbio. Chiunque, quale sia la sua cultura, s'imbatte prima o poi in qualche curiosità a cui non può soddisfare per lacune di sapere o di memoria: ed è un sicuro conforto poter ricorrere ai tomi di un'enciclopedia. Saranno divulgativi, non sempre bene aggiornati, talvolta frutto di compilazio ne; ma, se non si ha il supercilioso disdegno di intellettuali troppo raffinati, bisogna pur riconoscere che servono. Aiutano ad ampliare i propri orizzonti di là dallo specialismo del sapere ch'è caratteristica della cultura odierna. Alle consuete enciclopedie non si può chiedere di più. Ma tale è il fascino del nome «enciclopedia», per le gloriose ascendenze storiche, che spesso il titolo viene conservato anche per opere che, negli intenti e nei caratteri, si staccano nettamente dalla tendenza più diffusa. E' questo il caso dell'Enciclopedia del Novecento, progettata in sette volumi dall'Istituto dell'Enciclopedia Italiana (la famosa «Treccani»), dei quali sono usciti sinora i primi due, da «Acidi nucleici» a «Fisiologia». Un nuovo crepuscolo Si conserva l'ordine alfabetico; ma già la voce d'inizio mostra i diversi intenti: non c'è la pretesa di illustrare tutti i nomi o concetti, bensì una oculata scelta di «voci», che ha richiesto grande impegno alla redazione. S'è infatti trattato di stabilire i lemmi che meglio illustravano, nella loro problematicità, le vicende scientifiche, tecniche, sociali, politiche, economiche, filosofiche, artistiche e letterarie del nostro secolo. Un secolo non ancora finito, ma già con una sua fisionomia inconfondibile, di cui si parla con opposti giudizi. « ora di ammirazione quasi attonita, ora di contestazione e rivolta». Così Aldo Ferrabino, a cui la morte impedì di vedere realizzato il grandioso programma che aveva avviato, scriveva nel «Manifesto» di presentazione. E gli era ben chiara l'importanza dell'impresa, se gli sovveniva il ricordo di d'Alembert e Diderot. And-.: il Novecento gli parve pervaso da «quella voglia e frenesia del tutto di| struggere per tutto ricostruire clic fu del Settecento: secolo d'illuminismo aristocratico ma di rivoluzione borghese. Fu allora pubblicala Z'Encyclopédie, quale "Dizionario ragionato". Adesso, in crepuscolo analogo, ci proponiamo di pubblicare il "Lessico dei massimi problemi"». Lo scopo non è dunque soltanto quello di informare, bensì anche di offrire una riflessione ponderata su fatti ed eventi, nella quale narrazione e valutazione si intreccino. La forma enciclopedica è solo la veste unitaria di una collezione di monografie critiche. La restrizione nel numero delle «voci» — si tratta di poco più che cinquecento articoli fondamentali — è quindi ben compensata dalla loro ampiezza e, quando necessaria, dalla ricchezza della documentazione iconografica. Quando la voce è relativa- mente breve (come «Fisiologia», che tiene solo sei colonne), ciò significa ch'essa è un punto di richiamo per una molteplicità di altri lemmi (nel caso suddetto, per «Acid: nucleici», «Biologia», «Biologia molecolare», «Biofìsica», «Cellula», ecc.). E' lo stesso sviluppo novecentesco dell'indagine scientifica che fa perdere il carattere originario delle discipline tradizionali e moltiplica le branche di ricerca. Il secondo volume ci dà un significativo esempio di questa collaborazione internazionale nel campo delle discipline filosofiche. «Filosofia» è la voce generale che Eugenio Garin svolge movendo dalia convinzione che «un discorso sulla filosofia di questo secolo non può non partire dalla sua pretesa dissoluzione», dalle tante dichiarazioni di morte presunta, «per sottolineare proprio il continuo riproporsi della esigenza della filosofia». Tale esigenza egli va studiando secondo la scansione dei grandi eventi: la prima guerra mondiale, l'inquieto periodo tra le due guerre, la seconda guerra mondiale con il dopoguerra sino alla fine degli Anni Sessanta. Accanto all'articolo di Garin, tuttavia, vi sono ampi articoli speciali che illustrano particolari indirizzi, i cosiddetti «ismi». E se l'italia¬ no Nicola Abbagnano è l'è stensore della voce dedicata all'esistenzialismo, la corrente che l'annovera tra i suoi capiscuola, il tedesco Hans Georg Gadamer, il maggiui cultore di tale orientamento, ha curato «Ermeneutica». E così, l'inglese James O. Urmson, autore di un celebre libro sull'argomento, ha illu strato la «Filosofia analitica»mentre il compianto Padre Herman L. Van Bredii, curatore degli Archivi Husserl di Lovanio e grande animatore degli studi husserliani del di peguerra, ha svolto la vo^e «Fenomeno'r>Kia». Se le «veci» filosofiche de{;li altri vo lumi saranno tutto di questa livello, il lettore disporrà tra breve della più varia e acuui storia della filosofia contemporanea. Fenomeno del dissenso I competenti potranno faie analoghe .'onsiderazioni pei ie altre discipline. Ma l'erigi nàlità maggiore di questa si. loge di problemi è di soffermarsi su '■■emi che difficilmente si potrebbero trovare svilappati altrove in cosi lucida sintesi. E' difficile non sentire, per esempio, tutto il peso che ha nella nostra vita di ogni giorno il fenomeno del «dissenso». Ma tra le cronache dei giornali e il rimbombo dei mass media, diventa arduo per l'uomo comune non dico il valutare ma, addirittura, l'orientarsi: è dissenso, infatti, tanto quello di Solzenicyn o di Sacharov, quanto quello delle «pantere nere» o degli «espropri proletari». Chi legga la voce dedicata al dissenso da Lewis S. Feuer incomincia a chiarirsi le idee, orientandosi tra radici, differenze e prospettive di questo fenomeno. Esso può essere sintomo di nuovi totalitari! zmi, nuande la contestazione I diventa :<suprema ed egemo I nica». r.opure può aprirsi alla | non vigenza, quando il disi senso è in funzione dell'indi1 vidualismo e della varietà più| ralistica. L'Enciclopedia del Novecenlo è quindi opera non solo \ da consultare, ma da leggere, sia pure in tempi lunghi. Ed allora si ha una piacevo: le impressione, che cerco di ! rendere con un ricordo. Quand'ero bambino, ammiravo quei conduttori di giostre che, nonostante il vorticare di queste e senza reggersi ad alcun sostegno, sapevano padroneggiare le vicende della piattaforma rotante. Leggen do l'Enciclopedia ci si sente un po' come quei conduttori: presi si dal giro degli eventi che si succedono, ma capaci anche, nei loro confronti, di un equilibrato distacco. Il che non è poco. Francesco Barone