La vivisezione: infamia o scienza?

La vivisezione: infamia o scienza? INTERVISTA CON RUESCH SUL RISPETTO PER GLI ANIMALI La vivisezione: infamia o scienza? «Tutti i progressi della scienza medica derivano dal campo clinico e non dalla vivisezione, una pratica barbara ed inutile, anzi dannosa, che purtroppo rende molto in denaro e carriera a chi non si fa scrupolo di praticarla». Alto e corrusco come un nibelungo, Hans Ruesch, il famoso autore di romanzi esotici («Il paese dalle ombre lunghe» e «li paese dalle ombre corte») trae da archivi alti fino al soffitto documenti riviste e agghiaccianti foto di povere bestie martirizzate: le armi della sua battaglia — fino a ieri solitaria, oggi con dilaganti schiere di giovani al suo fianco — contro quelli che Aspro definisce «fabbricanti di focomelie» e «venditori di malanni»: «La mia arma è la verità, tutta la storia della medicina con i suoi più grandi scienziati è dalla mia parte». Abita a Klosters in Svizzera, ma ora ha qui a Roma il suo quartier generale: un attico ai Parioli. Il suo ultimo libro, l'«Imperatrice nuda» edito da Rizzoli ha suscitato movimenti antivivisezionisti in tutta Italia: nelle grandi città si fondano leghe (Lai, Lav, Lan), si mettono tavoli nei crocicchi dove la gente si affolla per firmare una pròposta di legge che abolisca gli esperimenti sugli animali: «La presa di coscienza dei giovani contro la vivisezione — dice Ruesch — è il segno dell'avvenuta frattura fra l'epoca dell'uomo padrone dell'universo e quella dell'uomo amico dell'universo. E' un salto di qualità, una rivoluzione. Gli student* di medicina di New York e di Parigi dimostrano con cartelli davanti agli istituti, irrompono nei laboratori, liberano gli animali crocefissi e li portano ai giornali. In Italia, sotto la spinta dell'opinione giovanile e di due intelligenti consiglieri che la interpretano, il sindaco di Milano firma un'ordinanza che vieta di consegnare cani alla vivisezione. A Firenze dove c'è un gruppo agguerrito (il Lan, molti studenti di medicina tra gli aderenti), con preavviso si spara in un laboratorio dove ha luogo un crudele esperimento: e il capo vivisettore alza bandiera bianca giurando che non ne farà più. A Napoli sono invitato a fare una conferenza al circolo della stampa del professor Ferdinando Di Leo, primario dei Pellegrini e docente di patologia speciale chirurgica e di clinica chirurgica generale alla Università, presenti i suoi allievi...». Azzardiamo una domanda: non si è annunziato che la legge contro la vivisezione in Italia è già in via di approvazione? Dardeggiando come un nume irato protesta che bisogna stare attenti, perché si sta cercando di far passare alla svelta una legge peggiore di quella esistente. E spiega che per le autorità sanitarie «che di solito sono molto ignoranti», la vivisezione è un comodo alibi su cui scaricare le responsabilità di medicamenti che poi si rivelano micidiali per l'uomo: «L'esperimento sull' animale non è mai estrapolabile sull'uomo. Famosi scienziati come il premio Nobel Euler mettono in guardia dalle fu¬ neste conseguenze sull'uomo della vivisezione. Le tragedie provocate dal Talidomide, dall'Orobilex, da altri medicamenti provati sugli animali testimoniano della malafede di chi dice il contrario». Nella sua voce tonante c'è la forza convincente di una incrollabile certezza. Ma la vita media in questi ultimi cento anni non si è forse al- lungata? Qualcosa di buono | dunque in medicina si è fat- ! to... Ma lui impaziente scuote ! il capo: «Non è così, perbac- \ co. Questo sono luoghi comu- ! ni che è ora di demolire. La \ vita media si è allungata gra- ' zie alla diminuita mortalità, infantile che è seguita alla riadozione nel secolo scorso della igiene ippocratica e alle maggiorate condizioni econo- miche generali. Per contro, i nei paesi che si definiscono ì"progrediti", drove sono in < vendita 150.000 specialità medicinali, la salute peggiora di anno in anno. Nei paesi dove si esperimenta di più, come gli Stati Uniti, l'indice di mortalità da malattia è il più alto: se fosse vero quello che dicono i fabbricanti di medicine, dovremmo invece essere tutti sani come dei pesci, non le pare?». «La cruda verità — continua Ruesch — è che la vivisezione ritarda il progresso, come hanno affermato grandi scienziati dopo averla ripudiata. E contribuisce a formare schiere di chirurghi incompetenti per i quali rap- presenta una comoda scorcia loia. L'Inghilterra, dove è vie tato "farsi la mano" sugli animali, è il paese all'avan guardia della chirurgia», Che fare allora per com battere la vivisezione? Ruesch non ha dubbi in proposito: bisogna, iscriversi alle associazioni antivivisezioniste: «L'uomo è responsabile delle proprie malattie. Se vuole di¬ struggersi con l'alcool, la droga e la cattiva igiene fisica e psichica, non ha però diritto di usare altri esseri innocenti come vittime espiatorie. Le sofferenze degli animali non possono cancellare quelle degli uomini. Le sofferenze si sommano». Laura Bergagna

Persone citate: Euler, Ferdinando Di Leo, Hans Ruesch, Laura Bergagna, Ruesch