L' addio a Giulio De Benedetti di Giulio De Benedetti
L' addio a Giulio De Benedetti La fine nella notte tra sabato e domenica L' addio a Giulio De Benedetti Da giorni le forze gli mancavano - E' passato in pochi minuti dal sonno alla morte - Nel piccolo cimitero di Rosta, sotto la pioggia, soltanto i parenti e pochi amici Nel piccolo cimitero di Rosta, un mazzo di gigli bianchi ed uno di rose rosse sul tumulo di terra madido di pioggia. Giulio De Benedetti riposa all'ombra di un ciuffo di tuie, lo sguardo sulle colline e sul boschi che tanto ha amato. La morte non l'ha colto Impreparato. Ne parlava spesso, con la moglie Maria, con gli amici, con i giornalisti che lo andavano a visitare. Ne parlava senza paura, come di un patto già sottoscritto. Scherzava, poi si rivolgeva alla moglie: « Siamo stati bene insieme, vero? » e ammiccava con un sorriso, la voce commossa. Da giorni le forze gli mancavano. Un lume che si spegneva a poco a poco, ma con lorza d'animo e serenità. Lr fine è giunta la notte tra sabato e domenica. SI era addormentato, assistito dalla moglie e dall'Infermiera. Un saluto, affettuoso, come ogni sera. Verso le tre di notte, improvviso, il crollo: l'infermiera s'accorge che il respiro è diventato rantolo, accorre la signora De Benedetti, è questione di pochi minuti. Dal sonno passa alla morte. Aveva 87 anni. Il funerale si è svolto in una giornata grigia di pioggia. Una cerimonia intima, solo parenti e pochi amici, come lui aveva desiderato. Sulla bara spicca il candore di un mazzo di gigli. Nessuna corona. Sulla strada verso 11 cimitero il furgone attraversa le colline ed 1 boschi di Rosta che Giulio De Benedetti conosceva palmo a palmo, in tante lunghe e silenziose passeggiate. All'ingresso ad accogliere la salma c'è 11 parroco di Rosta, don Dughera, un amico. Sotto la pioggia fitta, Insistente, 1 parenti si stringono in un ultimo saluto: la moglie, Maria Bignami, al braccio deila figlia Simonetta Scalfari e di suo fratello; accanto le giovani nipoti, il genero, Eugenio Scalfari. Sulla terra che ricopre la bara restano soltanto due mazzi di fiori, gigli bianchi e rose rosse. Attor¬ no 11 silenzio leggero di un ci- mitero di campagna. ta famigliari il presidente della Repubblica Leone ha inviato un telegramma: « La notizia della scomparsa di Giulio De Benedetti mi ha profondamente addolorato. Grande ed esemplare figura di giornalista e di scrittore, egli ha saputo conferire alla sua professione una dignità ed un rigore difficilmente eguagliabili. Il suo amore per la verità e lo scrupo- toso impegno profuso nella rea lizzazione di un tipo di giorna¬ llsmo rispondente alle esigenze del lettore moderno lasceranno un incancellabile ricordo. Il gior nallsmo, non solo italiano, perde con lui un nobile ed insigne maestro ». li presidente della Regione Aldo Vlglione ci ha detto: a Giulio De Benedetti ha rappresentato, nel lungo periodo di direzione de « La Stampa », un nuovo modo di in¬ tendere il ruolo e la funzione del giornale, come servizio per il cittadino. Giulio De Benedetti ha operalo in anni certamente diversi da quelli attuali, in una Torino che viveva, dal dopoguerra al '68, le profonde contraddizioni che conosciamo ed i cui sguilibrii ci sono stati in seguito gravemente noli in particolare nel nostro ruolo di amministratori. La sua attività di direttore si è pertanto svolta negli anni più delicati e critici per la città di Torino; tuttavia non va dimenticato che nasce dalla sua intuizione, dalla sua professionalità, dal suo impegno, il lancio del giornale « La Slampa » che diventa il secondo quotidiano nazionale, pur restando sempre, costantemente, vicino ai cittadini attraverso una serie di iniziative giornalistiche, tra le quali particolarmente significativa la rubrica « Specchio dei tempi ».
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