Le polemiche si esauriscono lunedì si opera al "Blalock" di Francesco Bullo

Le polemiche si esauriscono lunedì si opera al "Blalock" Lo scandalo delle cartelle falsificate Le polemiche si esauriscono lunedì si opera al "Blalock" Lento avvio verso la normalità - Dibattito aperto su come realizzare il "dipartimento del cuore" - Proposte del prof. Zardini Lunedi riprende l'attività operatoria al centro di cardiochirurgia « Blalock » dopo un blocco parziale durato una quindicina di giorni (le ultime due « urgenze i> a cuore aperto sono del 27 e 28 dicembre dell'anno scorso). A dirigerla sarà il prof. Morino che non potendosi dedicare a tempopieno al Centro, delegherà per ora la maggior parte degli interventi ai suoi aiuti. Morino, come si sa, è inlatti impegnato nella vicenda giudiziaria delle cartelle cliniche falsificate essendo l'unico del 19 medici Indiziati a dover essere ancora Interrogato. E' un primo, importante passo verso il ritomo alla normalità di una situazione che si andava incancrenendo, tra polemiche sottili e pesanti accuse, comunicati e smentite, con esclusivo danno dei ricoverati (oggi sono 28, quando il « caso » è scoppiato erano una cinquantina) che aspettavano di giorno in giorno in un clima privo della necessaria serenità il momento di entrare in sala operatoria. Il prof. Morino ha già pronto 11 programma, concordato con il sovrintendente Neri, con 11 direttore sanitario Rivara e con l'amministrazione del San Giovanni, che prevede tre fasi: preoperatoria, operatoria, anestesia e post-operatoria. Per la prima, responsabile del reparto sarebbe il prof. Gobbi, cardiologo di provata capacità e consigliere della Società Italiana di Cardiologia, coadiuvato dai medici intemi del « Blalock » Liore, Tridico ed Ellena. Ogni settimana è previsto un incontro nel quale saranno discussi pubblicamente i casi da operare. Fase operatoria: 11 programma sarà compilato da Morino che designerà l'aiuto responsabile; tutti gli aiuti e assistenti (Del Fante, Grande, Possati, Andreone, Bergui, Poletti, Santarelli, Sasso, Rispoli, Caruso e Villari) dovranno partecipare alle sedute operatorie. Responsabili del servizio anestesia saranno i medici Viglino e Napoli, mentre 11 trattamento postoperatorio verrà affidato a Viglino (anestesista) e Del Fante (chirurgo). Si è intanto scongiurato 11 pericolo di dimissioni a catena da questo o quell'altro ente. E' rientrata Infatti la decisione del preside di medicina Dianzani e del rettore Cavallo di lasciare vuota la loro poltrona all'Accademia di medicina di Torino per non doversi sedere vicino al prof. Angelino, il primario che aveva attaccato l'Università. Il problema si è risolto perché quest'ultimo non è ancora entrato a far parte dell'Accademia. Anche per le dimissioni del prof. Zardini dalla « Società di cardiologia » presentate da un quotidiano cerne un atto di guer¬ ra tra baroni si è fatta chiarezza. « Sono cose vecchie, risalgono all'ottobre scorso e non c'entrano nulla con le polemiche di queste settimane dalle quali mi sono tenuto fuori — ha detto —. Sono amareggiato dall'interpretazione che ha voluto darne un giornale ». Piero Zardini, 43 anni, veronese, a Torino da diciotto anni, è titolare della cattedra di fisiopatologia cardiocircolatoria. Ha al suo attivo una notevole esperienza maturata anche all'estero: a più riprese negli Stati Uniti per ricerche, due anni direttore del dipartimento di medicina interna in Liberia alla « MonrovlaTorino Medicai School ». Il suo gesto di tre mesi fa sarebbe legato al problema del dipartimento. Zardini contestava allora che la presidenza della sezione piemontese della « Società italiana di cardiologia » venisse monopolizzata sempre dallo stesso gruppo (cattedra di malattie dell'apparato cardiovascolare) e manifestava la preoccupazione che anche il dipartimento nascesse con un'impostazione » pluralìstica e democratica ma a carattere egemonico ». « Sono fautore del dipartimento — ha aggiunto — purché sia /atto sul serio. Per due anni ho lavorato alla Hammersmith Hospital Rtpal Postgraduate Medicai School di Londra, dove c'era il vero dipartimento con una diagnostica /ondata sulla ricerca (patologo, fisiologo, biochimico, radiologo, clinico ecc.). Mettere insieme "orizzontalmente" tanti cardiologi è solo un palliativo: entro in questo dipartimento ma per cercare di "verticalizzarlo". Di positivo nel progetto del San Giovanni c'è la ceìitrallzzazlone e il potenziamento dell'emodinamica e la collaborazione attiva con il Blalock ». Francesco Bullo Il prof. Piero Zardini

Luoghi citati: Liberia, Londra, Morino, Napoli, Stati Uniti, Torino