Il padre della scheda spiega cosa scrivere, come e perché

Il padre della scheda spiega cosa scrivere, come e perché Un problema attuale per tutti gli insegnanti Il padre della scheda spiega cosa scrivere, come e perché In questi giorni molti insegnanti terminano il primo consuntivo della loro attività a scuola e le famiglie ricevono le informazioni maturate dal consiglio di classe per gli alunni delle medie, dall'insegnante per quelli delle elementari. Poiché quest'anno il bilancio si fa sulla scheda dell'alunno, poniamoci accanto a loro in maniera informale, beninteso, poiché la legge 517 del 4 agosto '77 vuole che i docenti siano lasciati soli in questo lavoro. A che deve servire la scheda? A raccogliere, scolaro per scolaro, le notizie da tener presenti nel programmare le attività scolastiche, le osservazioni sistematiche di verifica man mano che il lavoro scolastico procede, i giudizi o bilanci desunti da queste osservazioni ogni trimestre. Non è quindi una pagella, è altro e di più: la scheda vuol essere una mappa più ampia, più dettagliata perché si possa capir meglio qual è la strada da seguire e la parte che vi hanno tutti gli elementi del contesto scolastico. Ogni insegnante coscienzioso — da sempre — ha cercato di capire a che punto erano i ragazzi che aveva davanti, di rallentare il ritmo se li vedeva stentare. Allora perché la scheda e perché una per ogni alunno? E' come un voler rendere più accurata la contabilità di una famiglia mettendola per iscritto perché i fatti segnati man mano rompano le impressioni, pongano problemi nuovi, interroghino in maniera più indipendente chi li guarda. Ogni ragazzo è visto meglio come un caso che ha la sua situazione, le sue reazioni agli interventi educativi e didattici, e ha bisogno di interventi adatti a lui. Per la scuola media è anche uno strumento su cui si riflette e si unifica la ricerca e la verifica dell'intero consiglio di classe. Vediamo ora le parti di questo nuovo strumento di lavoro (che sia così gli insegnanti non han dubbi, si chiedono piuttosto come renderlo proficuo). Per poter iniziare l'anno e agganciare bene il ragazzo c'è bisogno di sapere se ha lacune, se ha fatto molte assenze, che esperienze ha in ordine a quello che dovrà imparare. La scheda ministeriale è generica, la scelta è lasciata ai docenti che potranno riferirsi alle schede presenti già prima in varie scuole, alle altre presentate in volumi appositi ancora prima della legge. Le confidenze delle famiglie devono restar tali, le etichette perentorie evitate perché il ragazzo non è un fossile ma un grumo di possibilità. Per esempio, non ci sarà bisogno di qualificare l'intelligenza ma semplicemente di notare se l'alunno sta al ritmo del gruppo, se abbisogna di più sussidi intuitivi. Può esser utile segnare « ha perso il padre » perché nei temi, nei dialoghi, nelle richieste si tenga conto di cosa può avere nell'animo questo ragazzo. Per un maestro le cose importanti da segnare saran di meno; in una scheda delle medie dove ci son anche professori con una o due ore settimanali, che devono ricordarsi cose di trecento alunni diversi, saranno di più. La scuola offre al ragazzo un campione, una miniatura incompleta della società. E' importante sapere quanto un ragazzo manca a questo incontro e i perché (i perché delle assenze); conviene non limitarsi a dire come si comporta (la condotta) ma in che cosa, con chi (docenti, altro personale, compagni) e come trova difficoltà perché la scuola che deve formare il cittadino ( è uno degli scopi segnalati dalle leggi istitutive) I lo segua, l'aiuti. La voce « par- I tecipazione alla vita della scuo-la » raccoglierà man mano le indicazioni salienti e che meri- tano d'essere annoiate. I docenti sono chiamati an- che a fare delle osservazioni sistematiche per la scuola eie-mentarc « sul processo d'apprcn- dimento e i livelli di maturazione raggiunti ». per la scuola media sul come apprende e che livelli raggiunge nelle singole discipline, ma anche sul processo d'apprendimento e sul livello di maturazione visti globalmente. Da queste osservazioni verranno desunti giudizi trimestrali (quadrimestrali quest'anno), da illustrare alle famiglie assieme ai piani eventuali di sostegno previsti. La scheda ministeriale suggerisce delle voci per dire che cosa andrebbe osservato e come andrebbero strutturati i giudizi partendo dalla situazione d'ini zio si segnerebbero i progressi ' verso gli obiettivi prefissati, au notando se il ragazzo e interes sato e s'impegna, Come dice una recente circo- lare ministeriale (ri. 319 del 29 '• nov. '77) l'annotazione delle os1 servazioni potrà essere fatta a cura del singolo docente ed es- a l e i , i e e i l i a n o o i a a scr messa a disposizione dei col leghi per una reciproca informazione. Il consiglio di classe nelle riunioni potrà soffermarsi sui casi controversi o difficili per conoscerli meglio, per predisporre attività d'integrazione e per adeguare, se ne sia il caso, la programmazione scolastica. A proposito delle osservazioni e dei giudizi i docenti hanno manifestato due tipi di perplessità: la prima riguarda il molto tempo richiesto per scrivere i giudizi sulle schede, sul registro generale e ai genitori, e la seconda riguarda il tenore dei giudizi stessi. Per risolverle d'un solo colpo entrambe qualcuno ha auspicato che la scheda contenesse una serie di qualifiche 0 di brevi frasi descrittive delle situazioni più frequenti in modo che i docenti non dovessero far altro che porre un segno accanto a quella ritenuta più appropriata al caso. La soluzione migliore sembra un'altra: i docenti possono tener sott'occhio sia guide d'osservazione sia griglie per costruire un giudizio e scegliere le espressioni che meglio descrivono ogni caso. Avendo provato con gruppi di docenti s'è visto che questo aiuta perché guida l'osservazione su indizi pertinenti e rilevanti e sintetizza i fatti in espressioni concise ed appropriate, favorendo la comunicazione. Segnare espressioni già stampate limita la libertà del docente ed è inadeguato sempre alla varietà delle situazioni che possono collocarsi fuori dallo schema previsto o collocarsi a cavallo di due espressioni. A proposito del tempo impiegato va detto che la professionalità dell'insegnante implica non solo l'insegnamento e la preparazione a questo ma anche la programmazione e la valutazione e il preparare gli strumenti per questo. Infine la parola « giudizio » va intesa bene: gli insegnanti dovranno riassumere come erano le cose alla partenza, che progressi sono stati realizzati rispetto agli obiettivi che ci si era proposti, quali sono i fattori che intralciano o aiutano e quale programma di azione sì prospetta per il futuro. I docenti, sia detto una volta per tutte, non sono richiesti di giudizi morali, ma di confrontare 1 fatti con traguardi fattibili per vedere se c'è stato progresso e da che cosa può essere incrementato o intralciato. La scheda proposta quest'anno andrà modificata in base all'esperienza raccolta: i docenti si prendano la libertà e l'onere di sperimentare veramente per aver così delle proposte da fare. Le due domande che li debbono guidare, a nostro avviso, sono: cosa serve sapere e predisporre e che cosa è necessario o utile che sia scritto perché la descrizione della situazione e la programmazione sia più incisiva e perché ci siano i vantaggi della collegialità? Superfluo dire che sarebbe stato utile aiutare gl'insegnanti con un aggiornamento assiduo, capillare e operativo cioè presente quando l'insegnante è in servizio, opera col nuovo. Auguriamoci, com'è avvenuto altre volte, che gl'insegnanti siano migliori delle strutture in cui operano e che non ne traggano motivo per retrocedere d'un altro passo. L'auspicar questo sarebbe una beffa e una leggerezza se non si aggiungesse che i cambiamenti nella scuola andrebbero studiati, sperimentati e programmati e non solo proclamati. E il discorso vale non solo per quel che è successo ma anche per quello che dovrebbe venire. Luigi Calonghi

Persone citate: Luigi Calonghi