Pci: governo d'emergenza (ma non è un ultimatum)

Pci: governo d'emergenza (ma non è un ultimatum) Andreotti convoca i partiti, ultimo atto prima della crisi Pci: governo d'emergenza (ma non è un ultimatum) I comunisti attenderebbero dai democristiani proposte nuove e concrete Intanto mobiliteranno la base - Rapidissime le consultazioni di Leone Roma, 13 gennaio. Andreotti comincia e conclude domani le sue consultazioni con i partiti. Lunedi convoca l'ultimo Consiglio dei ministri del governo monocolore della non sfiducia. Subito dopo, si reca al Quirinale per rassegnare le dimissioni nelle mani del Capo dello Stato. Leone comincerà le consultazioni il giorno dopo. Saranno rapidissime. Giovedì Andreotti potrebbe già essere incaricato di formare il nuovo governo. Naturalmente, il « monocolore » dimissionario resta in carica per « il disbrigo degli affari correnti » fino a quando Andreotti (o un altro presiden te incaricato) non sarà riuscito a formare un nuovo esecutivo. Il prossimo governo non sarà d'emergenza, perché la de non lo vuole; però dovrà pur essere qualcosa di diverso e più avanzato del « monocolore » della non sfiducia. Oggi, il sottosegretario alla presidenza, Evangelisti, ha comunicato il calendario delle consultazioni che Andreotti terrà con i partiti. Tra le 16 e le 20, il presidente ascolterà i rappresentanti dei gruppi che gli hanno tolto la fiducia mettendo in crisi il in .listerò (pri, psi, pei, psdi; e quelli che fiducia gli hanno più volte ribadito, sia pure con motivazioni diverse (de e pli). Vedrà anche la delegazione degli ex missini di « Democrazia nazionale » perché, ha spiegato Evangelisti, « questo partito si astenne nella votazione dell'accordo a sei ». Dalle consultazioni, Andreotti attende una conferma ufficiale di linee e scelte politiche ormai note da tempo. In altre parole, non sono pensabili né possibili ripensamenti o sorprese. Un comunicato della direzione del pei conferma infatti che la scelta per un governo di emergenza non è una schermaglia tattica: è il vero obbiettivo dei comunisti. Però non è neppure un ultimatum: il pei attende che la « democrazia cristiana » faccia proposte nuove e concrete. Tali proposte, a giudizio del pei, non sono ancora venute. Secondo la de. il comunicato finale della direzione, approvato all'unanimità, è invece assai chiaro: trattative per un'intesa su un nuovo programma che comprenda anche molti punti rimasti fuori dell'accordo di luglio. Uno di questi potrebbe essere il referendum. Moro vi ha fatto un ampio accenno in direzione e le pri¬ me reazioni al suo discorso sono favorevoli. « La possibilità di ragionevoli modifiche legislative, tali da soddisfare le esigenze di ammodernamento e adeguamento normativo implicite in talune richieste di referendum proposte dai radicali, dev'essere esplorata fino in fondo, e senza perdere tempo, dalle forze politiche costituzionali », ha detto il presidente dei senatori repubblicani, Spadolini. Sul referendum, il pei non si è pronunciato, ma non v'è dubbio che i comunisti, a questo proposito, sono d'accordo sia con Moro sia con Spadolini. Il comunicato della direzione, dopo aver ribadito la richiesta del governo di emergenza e aver duramente polemizzato con la de, afferma di ritenere indispensabile che « in tutto il Paese si dispieghino un'azione vastissima e un'iniziativa unitaria, che, partendo dai problemi drammatici dei lavoratori, delle masse giovanili e femminili, di tutta la società, pongano con chiarezza e con forza l'esigenza di un cambiamento. E' perciò necessario che. in questi giorni e nelle prossime settimane, si sviluppi, in tutte le regioni e in tutti i centri, grandi e piccoli, del Paese, una larga campagna di mobilitazìona e di orientamento di massa attraverso manifestazioni pubbliche, dibattiti e confronti politici ». La direzione del pei invita inoltre tutte le organizzazioni comuniste a promuovere assemblee di cellula e di sezione nei luoghi di lavoro, nei quartieri, nei comuni. Il « comitato centrale » del pei è stato rinviato dal 18 al 26 gennaio, quando i propositi della de dovrebbero essere più chiari, quando le consultazioni di Andreotti saranno nel vivo e quando Inazione vastissima» del pei avrà dato i primi risultati. Il « comitato centrale » del psi si riunisce invece mercoledì prossimo. Secondo fonti vicine alla segreteria, 77 federazioni provinciali su 98 avrebbero chiesto una conferma del « congresso nazionale » a marzo, come vuole Craxi, contro l'opinione di Manca e Mancini. ,

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