I deputati dc:- "Continuare il dialogo sul programma"

I deputati dc:- "Continuare il dialogo sul programma" Tutti favorevoli alla linea di Zaccagnini I deputati dc:- "Continuare il dialogo sul programma" Piccoli : "Crisi grave, ma c'è spazio per una coraggiosa iniziativa che rafforzi l'accordo di luglio" - Bodrato: "La crisi non può essere affrontata con toni di sfida" Roma, 12 gennaio. Una vittoria ai punti di Moro e Zac ha caratterizzato, prima ancora che si aprisse, l'assemblea dei deputati de (200 presenti su 263), iniziatasi stamane con la relazione del presidente Piccoli nell'aula dei sotterranei di Montecitorio dove si chiuderà domani sera. Sino a stanotte c'era un clima di tensione per il temuto scontro tra fautori e oppositori di qualsiasi apertura politica al pei. Ma stanotte tutto si è sdrammatizzato grazie al «no» sul governo d'emergenza, pronunciato all'unanimità dalla direzione de. Soltanto De Carolis e qualche suo seguace mo , stravano residui dubbi sull'ef- j fettiva chiusura al pei da parte dei dirigenti democristiani. Altri firmatari della sua lettera anti-Zac, come l'on. Zolla, dicevano, invece: «La nostra lettera e quella dei sostenitori del segretario possono ormai fondersi in un solo documento, dopo il deliberato di stanotte della direzione». Moro aveva buone ragioni per l'insolito buonumore che mostrava al suo arrivo: «Andiamo un po' a sentire...», e sorrideva socchiudendo gli occhi, quasi pregustasse l'ini- j minente vittoria. Infatti, dallo scontro sul pei gli «amici» i si sono trovati a meditare, invece, sul «che fare?» da lune-1 dì quando si aprirà la crisi con le dimissioni di Andreotti: o, come dice Gerardo Bianco nel gergo politico, «come gestire la crisi». Attorno a questo tema, dunque, sta ruotando l'assemblea, ed è un tema che impegna a fondo perché l'alternativa sono le elezioni anticipate o, se la crisi sarà risolta, dipende dal «come» e dal «quando» perché sullo sfondo c'è il «semestre bianco» che è uno spettro per la de. Infatti dal prossimo giugno scatteranno gli ultimi sei mesi del mandato del presidente Leone, che non potrà più sciogliere le Camere. Il pei — si domandano nella de — coglierà l'occasione per riproporre il governo d'emergenza dopo aver accettato la nuova intesa sul programma, che la de propone? In questo caso, la valvola dello scioglimento delle Camere non si aprirebbe e la de dovrebbe ingoiare il rospo, con il rischio di mettere a repentaglio la propria unità. Vi sono, poi, altri problemi, come i referendum e le elezioni amministrative di primavera (circa otto milioni di elettori in tutta l'Italia). Piccoli ha preso di petto questi problemi. Ha detto, in sintesi: «La situazione è difficilissima, ma c'è spazio per una coraggiosa iniziativa de che, senza superare gli attuali limiti politici, rafforzi l'accor- " do di luglio su problemi concreti, a cominciare dall'ordine pubblico». E ancora: «Dobbiamo guardare ai contenuti, e non alla sterile discussione sugli schieramenti, per non ritrovarci, dopo tre mesi, a rinegoziare l'accordo. Le elezioni anticipate sono una pessima scelta perché distruggerebbero le forze intermedie radicalizzando lo scontro dc-pci, anche se non si possoiio escludere». Come terapia dei mali economico-sociali ha esortato a esaminare il «patto sociale», proposto da La Malfa (e da lui). affrontata «con toni di sfida» Nel suo intervento, molto I seguito, Bodrato ha ammoni- j to che la crisi non può essere i o con il ricupero «dell'antico unanimismo» perché la de non vuole determinare un processo di radicalizzazione che porterebbe alle elezioni I anticipate. «Questo — ha det-1 to Bodrato - può essere un 1 obicttivo del pei che risolve- ! ' rebbe diverse difficoltà, senza correre molti rischi, ma non favorisce certo i partiti minori e il psi che rischiano uno schiacciamento che conside- riamo negativo per la democrazia» . Come si vede, le preocupazioni della de sono molteplici, ma la linea che sembra avere l'ottanta per cento è quella della ricerca di un più solido accordo sul programma, senza che si arrivi ad una maggioranza politica con il pei. «Occorre un'ampia solidarietà», ha insistito Pumilia, tracciando il quadro dei successi ottenuti dal governo nel '77 e del rigore necessario per correggere le perversioni economico-sociali. Su questa linea, con qualche sfumatura I si sono posti Mazzola, favore j vole a un rinvio delle dimis i sioni di Andreotti per giungere a una «crisi guidata», Vito | Napoli, Carenini, Manfredi, Gargani (che vorrebbe prò-1 porre l'abolizione del semestre bianco), Bonalumi pro I penso a «moralizzare» alla lu-1 1 ce del sole la maggioranza di 1 fatto con il pei; è un venta- ! glio di tutte le correnti, con-1 ' cordi sulla linea Moro-Zac. \ L'on. Rossi di Montelera ha ì chiesto di interpretare la j «maggioranza democratica anticomunista» che esiste nel ' paese, sulla base d'una scelta precisa fra una società fondata sul pluralismo e una società collettivista: «Non scegliere significa gettare il Paese nello scontro sociale; associare a livello politico due forze con disegni così opposti significa evitare le scelte». De Carolis per oggi non ha parlato. Ma ci ha ripetuto: «Un discorso sull'accordo di luglio mi sta bene. Però voterei contro un qualsiasi inserimento del pei». E i suoi sostenitori? «Non so quanti voterebbero contro, ma credo molti ». Sull'altra sponda, il basista Sanza mette in guardia dal «partito delle elezioni che si annida nella de e nel pei, mentre bisogna fare gl'interessi del Paese». L'orientamento prevalente dei deputati è quello di seguire il disegno della direzione ch(Tin definitiva.' ha rilancia" fn ,„ „„,,_ „, _ „, „, . * "JSJf, «^wJhJSTi» due. partlV cl?e chiedono la cnsi' mentre la dc np_fte dl non volerla e popone di con Hnuare il dialogo sul programma. Lamberto Fumo

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