"Al Ferrante Aporti i drogati si curano solo con i calmanti e la buona volontà"

"Al Ferrante Aporti i drogati si curano solo con i calmanti e la buona volontà" Amara denuncia del perito psichiatrico prof. Fornari "Al Ferrante Aporti i drogati si curano solo con i calmanti e la buona volontà" I funerali del ragazzo che si è impiccato per disperazione - "Se per Lucio Americo — spiega il medico che lo esaminò — ci fossero state strutture sufficienti, lo si sarebbe salvato" Lucio Americo è stato sepolto ieri mattina, una piccola folla ha partecipato ai funerali officiati nella chiesa di via S. Giulia. Nel silenzio e nella commozione si è concluso l'ultimo atto della tragedia di un ragazzo di 17 anni che in un attimo di disperazione ha preferito la morte al calvario di una lunga prigionia. I magistrati che si sono occupati di lui negano che qualcuno sia responsabile del suicidio avvenuto sabato scorso al « Ferrante Aporti ». La triste vicenda non avrà strascichi giudiziari. II fratello del giovane, Tito, però, non si dà per vinto e ripete: « Proprio i giudici sono colpevoli della fine dì Lucio, hanno continuato a tenerlo in una cella d'isolamento malgrado avesse già ien tato tre volte di togliersi la vita Alcuni giorni prima di riuscire nel suo folle progetto, Lucio era stato salvato per miracolo, l'avevano soccorso quando il cappio lo stava soffocando. Ho te prove, ci sono testimoni, i responsabili devono pagare ». Fino a pochi mesi fa Lucio Americo era un ragazzo normale: poi, affermano gli inquirenti, l'incontro con la droga ha segnato il suo destino spingendolo a passi rapidi verso la rovina. Bucarsi costa, Lucio imbocca la strada obbligata del tossicomane: rubare, fare qualsiasi cosa pur di procurarsi i soldi necessari per la dose di stupefacente. Diventa ladro d'auto, è arrestato e rinchiuso al « Ferrante Aporti ». Qui viene « studiato » dallo psichiatra prof. Ugo Fornari, Lucio non risulta ancora essere succubo del vizio. La relazione del prof. Fornari è amara: denuncia come le strutture assistenziali per i drogati siano deficitarie, come chi è « plagiato » dalla tossicomania non sia aiutato dalle autorità. « Il caso di Lucio è emblematico dell'inefficienza dei servizi pubblici: il ragazzo poteva essere recuperato, invece è stato lasciato a se stes- so. Da due anni e mezzo la legge prevede centri socio-sanitari per la riabilitazione ed il reinserimento sociale dei drogati; dovevano essere istituti dalla Regione. Ma chi li ha mai visti? La Regione ha subappaltato l'assistenza ad alcuni ospedali convenzionati; ha reperito soltanto pochi posti letto, oggi come oggi funziona soltanto una sezione del reparto del prof. Gaitarola del Martini diretta dal prof. Mongardo. Altro i responsabili della Regione non hanno fatto. « Bisogna inoltre considerare che questo servizio ospedaliero e o seme solo per la cura disintossicante: una volta terminata, il paziente viene dimesso, non potrà più giovarsi dei soccorsi di personale specializzato, il rischio che ricada nel vìzio, abbandonato com'è da tutti, è altissimo. E' una vergogna che la legge sia dal '75 disattesa, mi domando che cosa aspetti la magistratura ad avviare un procedimento contro la Regione ». Spiega il prof. Fornari: « Lucio è stato curato al ' Ferrante Aporti" coi soli mezzi possibili. Il rilormatorio dispone soltanto della buona volontà di un paio di infermieri, i detenuti drogati sono i trattati con iniezioni di calmanti, valium, e pastìglie: si cerca di aiutarli anche con l'altra unica terapia a disposizione, il colloquio. Lucio non era ancora del tutto intaccato dal vizio, stava disintossicandosi, proprio per questo, ad ottobre, il giudice aveva acconsentito a concedergli la libertà provvisoria. Il tribunale dei minorenni avverti il servizio psichiatrico dì zona, a Vanchiglia dove abitava il ragazzo, perché si interessasse di Lucio Americo, lo seguisse fino alla guarigione completa ». « Per un mese non seppi più nulla di lui; quando lessi che era coinvolto in una rapina in cui era stalo ucciso uno studente, telefonai al centro di via Vanchiglia. Mi risposero che non avevano mai visto il giovane, che si occupano unicamente degli adulti. Mi consigliarono di rivolgermi alla Provincia ». Anche li Lucio Americo risulta sconosciuto. La Provincia segue l drogati attraverso il suo centro d'igiene mentale di via Verazzano; un medico disse a Fornari: « Probabilmente la segnalazione del caso Americo è arrivata, languirà in qualche schedario. Siamo oberati di domande, non abbiamo il tempo per seguire tutti gli assistiti, facciamo quel che possiamo, siamo obbligati a selezionare tra le centinaia di richieste d'assistenza che ci piovono da ogni parte. Slamo in quattro gatti, mancano mezzi ed operatori ». | Conclude il prof. Fornari: « Ca| pii quindi come Lucio, che era ' stato liberato perché potesse guarire bene, fosse incurabile per mancanza di strutture assistenziali. Il ragazzo non aveva scelta, era fatale che tornasse alla droga, i che arrivasse alla rapina per pro¬ curarsi i soldi necessari per le bustine. La vicenda di Lucio Americo è l'espressione di una assurda logica sociale della disorganizzazione ». E' stata la mancanza di stupefacenti ad indurre Lucio al suicidio? « No — replica Fornari —. L'ho visto prima di Natale, aveva grossi sensi dì colpa, si era però ripreso già un po': il suo gesto, almeno quando gli ho parlato, non era di certo prevedibile: cnissà quali angosce hanno imprigionato durante le feste la sua mente ». Minimi iimiimi inii iimmmiim Parenti in lacrime e amici, attorniati dalla folla, seguono il feretro del giovane