Presto Lefebvre a "Regina Coeli,, di Guido Guidi

Presto Lefebvre a "Regina Coeli,, Migliorato, non guarito Presto Lefebvre a "Regina Coeli,, Il giudice della Corte Costituzionale vuole interrogarlo subito sul caso Lockheed : i difensori chiedono superperizia medica Roma, 9 gennaio. Ovidio Lefebvre d'Ovidio continua a migliorare e non è da escludere che entro la giornata di domani (o al più lardi tra un paio di giorni) i medici autorizzino il suo trasferimento dal reparto chirurgico dell'ospedale di Santo Spirito alla infermeria del carcere di Regina Coeli. La decisione rimane, comunque, legata ai risultati dell'elettroencefalogramma disposto, insieme ad altri accertamenti, dal prof. Gianfranco Mazzuoli, e dal prof. Francesco Micali, che hanno avuto l'incarico dalla Corte Costituzionale di controllare le condizioni di salute del protagonista dello scandalo Lockheed. Il trasferimento in carcere, dove Lefebvre non è entrato perché al suo arrivo a Roma è stato dirottato immediatamente in ospedale (era in coma ed il direttore di Regina Coeli si rifiutò di accoglierlo) non comporta automaticamente l'interrogatorio. Infatti non significa che Lefebvre sia guarito e questa è la tesi dei medici dell'ospedale: vuol dire soltanto che non è più necessario che rimanga in un reparto specializzato. L'uomo che ha distribuito oltre im miliardo per vendere gli aerei Hercules della Lockheed è lucido soltanto a sprazzi ed ha bisogno di cure che gli possono essere praticate anche nell'infermeria di Regina Coeli che è un centro medico particolarmente attrezzato e ritenuto, nel suo genere, uno dei migliori d'Europa. Il giudice Giulio Gionfrida, della Corte Costituzionale, che da dieci mesi sta procedendo all'istruttoria ampliando le indagini compiute dalla Commissione inquirente (ha interrogato nuovi testimoni, disposto il sequestro di numerosi documenti bancari e deciso il blocco del patrimonio di tutti gli imputati) intende interrogare subito Ovidio Lefebvre. appena i medici glielo consentono. Ma a Palazzo della Consulta è arrivata l'istanza della difesa (avvocati Giuseppe De Luca e Carlo D'Agostino) che dovrebbe costituire un freno ai propositi di andare avanti con grande fretta. «L'interrogatorio sarà possibile — si dice nell'istanza — soltanto dopo un accertamento collegiale sulle condizioni psicofisiche dell'imputato ». In sostanza, una perizia dovrebbe essere compiuta da medici fiscali nominati dal magistrato ai quali però darebbero collaborazione anche medici di fiducia dei difensori. Il problema non è senza soluzione, ovviamente: ma presuppone del tempo. E se Gionfrida decidesse di procedere ugualmente ritenendo sufficienti le assicurazioni dei medici ai quali si è rivolto? Premesso che la Corte Costituzionale, e quindi il suo giudice istruttore, è un organo che pronuncia provvedimenti contro i quali non è previsto ricorso, l'imputato ha un'arma a disposizione per opporsi: il silenzio. Non rispondere, cioè, alle domande di chi lo interroga. Rientra nei suoi diritti (come ha fatto, tanto per citare un esempio, il cap. Labruna a Catanzaro; come ha fatto Pozzan, come ha fatto Giannettini) anche se in questo modo rinuncia a difendersi. Nel caso specifico, si tratta di un'ipotesi, ma non è da escludere. Il braccio di ferro fra accusa e difesa, insomma, sembra che debba cominciare prima del previsto. Il processo per lo scandalo Lockheed è destinato ad incontrare numerosi ostacoli sul suo cammino: quello costituito da un altro imputato (Luigi Olivi) di cui la Corte Costituzionale non riesce ad ottenere l'estradizione dalla Svizzera è in fondo il più semplice perché, in questo caso, si può procedere nei suoi confronti in contumacia. Ve ne sono altri che, in linea di massima, possono essere molto più complessi. L'inizio del processo, che il presidente della Corte, Paolo Rossi, intendeva fissare a metà di gennaio, è slittato (nelle intenzioni) a metà febbraio. Ma tutto lascia supporre che la data dovrà essere spostata di un altro mese, salvo contrattempi. Guido Guidi

Luoghi citati: Catanzaro, Europa, Roma, Svizzera