E' morto il giovane colpito nei disordini di Giuseppe Fedi

E' morto il giovane colpito nei disordini Roma: l'agguato alla sede del msi E' morto il giovane colpito nei disordini Fu raggiunto da un proiettile sparato dai carabinieri (l'Arma smentisce) - Costruito l'identikit di uno del "commando" Roma, 9 gennaio. Una sigla sconosciuta, «Nuclei armati per il contropotere territoriale», con la quale, nello scorso novembre, è stato rivendicato un attentato incendiario a una sezione democristiana a Villa Gordiani, il vago identikit di uno del «commando» omicida e una preoccupante ipotesi. E' tutto quello che la polizia ha in mano a 48 ore dalla tragica sparatoria di via Acca Larenzia. Questa sera, intanto, è morto Stefano Recchioni, il giovane colpito alla fronte da una pallottola durante gli incidenti avvenuti subito dopo l'agguato di via Larenzia. Recchioni era in ospedale, ormai «clinicamente morto», sin da ieri sera. Sull'autenticità del messaggio che rivendica l'uccisione dei missini Franco Bigonzetti e Francesco Ciavata in questura non hanno dubbi. «Abbiamo ascoltato più volte il nastro fatto pervenire al Messaggero — spiegano all'ufficio politico — e abbiamo sufficienti motivi per ritenere che la registrazione sia stata compiuta dagli autori dell'agguato». Quanto all'identikit ricostruito in via San Vitale, si tratta di un giovane piuttosto basso, robusto, con occhiali, che avrebbe fatto da palo ai killers. «Era dietro al commando di coetanei armati — dicono all'ufficio politico —, s?t Dia Evandro, in piena luce, ed è stato descritto da tre testimoni: un passante, uno che ha visto tutta la scena dalla finestra di casa e un missino che era uscito coi tre raggiunti dai colpi di pistola ». L'ipotesi: a sparare sarebbe stato un gruppo dell'incerta matrice ideologica, che politicamente si colloca vicino alle posizioni delle Brigate rosse. Si tratterebbe di un'organizzazione terroristica di cui fanno parte alcuni pregiudicati per reati comuni, manovalanza criminale a buon mercato per qualsiasi impresa. Oggi il giudice istruttore Catenacci, al quale è passata l'inchiesta dopo la formalizzazione, ha autorizzato l'autopsia (avvenuta nel pomeriggio) sulle salme di Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta. Il magistrato inquirente aveva prima incaricato l'esperto d'ufficio di eseguire la prova del guanto di paraffina sulle mani di Vincenzo Fignari, 18 anni, il giovane ferito sabato scorso, e su quelle dei due missini uccisi dal «commando». Si tenta di accertare se, come detto nel messaggio dei terroristi e come risulterebbe dal diverso calibro dei bossoli raccolti sul luogo dell'agguato, a sparare di fronte alla sede missina siano state più persone, in questo caso sia i componenti del «commando» sia gli stessi neofascisti. Sull'altro tragico episodio della serata di sabato, il ferimento mortale di Stefano Recchioni (dell'episodio, essendo implicato un ufficiale di polizia giudiziaria, dovrebbe occuparsi la Procura generale), i carabinieri hanno ribadito che il capitano Sivori durante gli scontri ha sparato alcuni colpi di pistola in aria per disperdere un gruppo di missini accorsi nel tentativo di liberare un loro compagno fermato dai militari alcuni minuti prima. Nessuno dei carabinieri, lasciano intendere al comando dell'Arma, ha fatto fuoco ad altezza d'uomo, ma la versione viene smentita dalla ricostruzione dei fatti. Quando i genitori di Stefa- no Recchioni avevano appreso che il figlio era «clinicamente morto» (l'encefalogramma era piatto) s'erano rivolti ai medici per autorizzarli a sospendere la vita artificiale del ragazzo e a prelevare i reni per un trapianto. Tali organi del ragazzo — avevano però accertato i sanitari — erano ormai deteriorati, quindi inutilizzabili per i trapianti. Stefano Recchioni è rimasto in vita artificiale sino a quando il cuore ha retto. Dopo una lunga notte di terrore e una domenica di violenze e aggressioni fasciste, Roma ha vissuto una giornata relativamente tranquilla. Fin dalle prime ore di stamani una cinquantina di missini si è riunita presso la sezione di via Acca Larenzia. L'attento controllo di polizia e carabinieri che presidiavano la zona e in particolare le scuole ha impedito incidenti. Verso mezzogiorno, alcuni neofascisti hanno fatto cordoni per impedire il transito delle auto in via Evandro, nel punto in cui è caduto Stefano Recchioni. Nel pomeriggio, a San Lorenzo, un giovane simpatizzante di sinistra, Giovanni Castaldo, 22 anni, è stato aggredito e sfregiato con un coltello da due neofascisti Per discutere dei tragici avvenimenti di queste ultime ore il Consiglio comunale di Roma si è riunito stasera in seduta straordinaria. Già stamani si era tenuto un vertice tra le giunte del Campidoglio, della Regione Lazio e della Provincia e per domani è in programma un incontro tra Comune, Regione e gli aggiunti del sindaco delle venti circoscrizioni cittadine. I funerali delle vittime avverranno a spese del Comune. Giuseppe Fedi

Luoghi citati: Regione Lazio, Roma