Un calvario in ospedale

Un calvario in ospedale I terroristi infliggono pene disumane Un calvario in ospedale A 110 giorni dall'attentato, Nino Ferrerò non si regge - Ha 3 pallottole in una gamba - Di nuovo in ospedale Camaioni Ncn si sono ancora del tutto rimarginate le ferite inferte da terroristi, contrassegnati da sigle diverse, In una lunga catena di agguati che ha insanguinato la ncstra città. Nei soli quattro ultimi mesi dello scorso anno la cronaca degli attentati politici avvenuti a Torino ha registrato la uccisione dello studente lavoratore Roberto CrescEnzIo, bruciato vivo dalle molotov nel bar Angelo Azzurro di via Po, Il feroce assassinio del vicedirettore de La Stampa, Carlo Casalegno, abbattuto sul portone di casa da un nucleo delle Brigate rosse, ed altri quattro ferimenti a colpi di i pistola: vittime li giornalista de l'Unità, Nino Ferrerò, i dirigenti Fiat Rinaldo Camaicni e Piero Osilla, lo psichiatra prof. Giorgio Coda. Tra le vittime degli ultimi agguati, Piero Osella è stato il primo ad essere dimesso dall'ospedale: due pallottole gli avevano trapassato una coscia scheggiando soltanto l'osso del femore e consentendo una guarigione in tempi relativamente brevi. Anche lo psichiatra Giorgio Coda, Incatenato ad un termosifone del suo studio medico e colpito dai proiettili alle spalle e ad un ginocchio, ha potuto tornare da qualche giorno nella propria abitazione per la convalescenza. L'altro dirigente Fiat, Rinaldo Camaioni, 34 anni, ferito 1*11 ottobre In via Pio VII dalle Brigate rosse, è invece rientrato al Centro traumatologico dopo un breve periodo trascorso con la famiglia in occasione delle feste di fine anno. Era state, raggiunto da sei proiettili alle gambe e i medici gli hanno dovuto saldare con chiodi alcuno fratture ossee. Lo stesso calvario, ancora più lungo, attende il giornalista Nino Ferrerò, ferito li 18 settembre da un commando di Azione Rivoluzionaria. Ieri, per 11 critico cinematografico de l'Unità, era il 110' giorno di ricovero al Maurizlano, su di un letto dal i quale devono ancora sollevarlo ' di peso ogni volta che desidera trasferirsi sulla carrozzella psr recarsi in palestra. « Dopo II ferimento — racconta Ferrerò — sono rimasto con le gambe in "trazione" per una settantina di giorni. Poi mi hanno ingessato, lasciandomi però nella gamba destra tre proiettili: hanno deciso che era inutile operare. Serviranno per sentire i cambiamenti di tempo ». Aggiunge: « Alla fine di gennaio lascerò il Maurizlano per una clinica oppure per il Centro Traumatologico di Roma. Mi attendono altri quattro mesi di rieducazione, dopo i quali potrò almeno camminare con le stampelle o con un bastone. Nel frattempo ho ripreso a lavorare, scrivendo i servizi che riesco a fare chiuso qua dentro. Sull'identità di chi mi ha ferito so soltanto che hanno arrestato quel gruppo di Azione Rivoluzionaria: mi sono offerto di andare anche a Livorno per un eventuale confronto, ma finora non me li hanno fatti vedere, non so perche. Certo che nei loro comunicati dicono: "Abbiamo azzoppato Tizio o Caio", ma la verità è un'altra: in questo modo ad un uomo si tagliano, per mesi, tutte e due ,e gambe ». TO. re. i ' Nino Ferrerò solo ora comincia ad alzarsi dal Ietto

Luoghi citati: Livorno, Roma, Torino