Vittorio G. Rossi, scrittore giramondo

Vittorio G. Rossi, scrittore giramondo Vittorio G. Rossi, scrittore giramondo S. Margherita Ligure, 5 genn. Si svolgeranno sabato a Santa Margherita i funerali di Vittorio G. Rossi, lo scrittore-giornalista morto ieri sera a Roma. La salma arriverà domani alle 19. Per lunghi anni aveva lavorato al Corriere della Sera e a Epoca. Non c'era scrittore italiano della sua generazione e dintorni, che avendo scritto qualche capitolo di mare o di marineria non gli chiedesse di rivedergli le bozze per sapere se la terminologia era esatta. Il mare, che aveva navigato in pace e in guerra, su tutti i paralleli, era il suo orgoglio ed il suo dominio: misteriosa entità che da buon marinaio rispettava, ma non amava e di cui aveva decifrato e messo in pagina, con successo, aspetti crudeli e pittoreschi. Vittorio Giovanni Rossi, ligure di Santa Margherita («E' il più bel paese del mondo») stava per compiere, a giorni, 80 anni; ma almeno venti li nascondeva nella sua figura ancora giovanile, passata indenne attraverso infiniti disagi in ogni continente. Diceva di non aver preso altre medicine, in tutta la vita, se non qualche pastiglia di chinino o forse un paio di purganti; che in Africa o in Oriente aveva mangiato di tutto e provato ogni cosa e sperimentato sempre di persona quello di cui aveva scritto; affermava di non sapere cosa fosse il caldo o il gelo, la fame o la sete e riteneva che un « inviato speciale » un testimone di gente e paesi doveva avere tali requisiti. Quando partiva per i suoi lunghi viaggi il suo bagaglio stava tutto in una sacca: poteva fare a meno dell'indispensabile purché avesse con sé il rasoio per sbarbarsi ogni mattina e un pezzo di « musciame » (filetto secco di delfino) che i marinai di Santa Margherita non dimenticavano mai di fargli recapitare. Del suo mestiere di giornalista e di scrittore aveva fatto una missione: non lo concepiva se non sorretto da una straripante fede nell'uomo, nel suo regno e nelle sue gerarchie. Con i suoi lettori, numerosi e in prevalenza giovani, aveva stabilito un rapporto diretto e ogni mattina la posta gli portava fasci di lettere da ogni provincia. « I miei libri, usava dire con una venatura polemica al suo editore, io li vendo da solo » ed estraeva, a riprova, dalle tasche la posta appena ricevuta. Aggiungeva: « / critici mi trascurano perché oggi vanno di moda gli scrittori difficili ». In realtà critici e letterati avevano assegnato a uno dei suoi libri più convincenti, Oceano, il premio Viareggio nel 193!) e da Bocelli a Pancrazi non gli avevano fatto mancare elogi. Chi riaprirà uno dei suoi molti libri, da Alga a Pelle d'uomo, da Sabbia a Tropici, da Cristina e lo Spirito Santo a Fauna, nei quali l'avventura personale si mescola ad una talvolta sorprendente immaginazione anche storica, incontrerà uno scrittore appassionato, intento a cogliere dal vivo, con un linguaggio spesso felicemente impressionistico, le verità essenziali di dolore, di fatica e di speranza che accomunano gli uomini d'ogni razza su tutte le latitudini. Dietro le centinaia di pagine lasciate da Vittorio G. Rossi c'è una lezione di umiltà che va sottolineata: il dovere che sentiva di testimoniare di persona e quello, anche maggiore, di raccontare con semplicità ciò che aveva visto. Domenico Porzio

Persone citate: Alga, Bocelli, Domenico Porzio, Pancrazi, Pelle, Vittorio Giovanni Rossi

Luoghi citati: Africa, Roma, Sabbia, Tropici, Viareggio