Unidal: si decide sulla sorte di cinquemila posti di lavoro di Marco Tosatti

Unidal: si decide sulla sorte di cinquemila posti di lavoro NELLA MOTTE L'INCONTRO TRA IL GOUEBNO E I SINDACATI Unidal: si decide sulla sorte di cinquemila posti di lavoro La trattativa è difficile - Le proposte di Cgii-Cisl-Uil per l'assorbimento dei sospesi Roma. 3 gennaio. Il «nodo» Unidal è di nuovo al ministero del Bilancio, per una trattativa a tre — sindacati, governo e Intersind — che si preannuncia lunga e difficile. Dal 29, giorno in cui le trattative si erano interrotte, nessun nuovo segnale è giunto a rischiarare un orizzonte piuttosto cupo. L'unica parziale novità è costituita dallo stanziamento di 50 miliardi deciso dal Consiglio dei ministri di fine d'anno; 50 miliardi stanziati per evitare la svendita ai privati dell'Italgel, l'azienda nata dallo scorporo dei settori gelatieri della Motta e dell'Alemagna. Un'operazione indubbiamente importante, dal momento che l'Italgel è un'impresa sana, e la sua permanenza nell'ambito pubblico è un fatto positivo, ma, a giudizio dei sindacati, marginale rispetto al «problema Unidal» vero e proprio. «Non possiamo più accettare misure unilaterali. Qui qualcuno sta giocando allo sfascio», ha dichiarato oggi Gianfagna, segretario generale degli alimentaristi della Cgil, poco prima che avesse inizio rincontro al ministero del Bilancio. «Noi ci ripresentiamo con le posizioni già illustrate nella riunione del 28 dicembre: assumere alla Sidalm tutti i lavoratori delle imprese ex Motta ed Alemagna. Solo a questa condizione siamo disponibili a discutere di Cassa integrazione e di mobilità. I tempi per evitare mali peggiori sono, d'altra parte, strettissimi». Il piano Iri-Sme (la finanziaria alimentare Iri) prevede che degli 8700 dipendenti solo 3700 vengano riassorbiti dalla Sidalm, la nuova società che dovrà nascere dalle ceneri dell'Unidal. Per gli altri cinquemila si tratterebbe di essere messi in Cassa integra- zione speciale, previa dichiarazione dello «stato di crisi» da parte del ministero del Lavoro. Per tremila il «parcheggio» sarebbe immediato, mentre per gli altri duemila avverrebbe dopo alcuni mesi. I sindacati parlano apertamente di licenziamenti mascherati chiedendo come misura preliminare il ritiro del provvedimento. La riorganizzazione comI prenderebbe anche la chiusuI ra di alcuni stabilimenti, a J Milano e a Napoli, e una ri| strutturazione produttiva. Di conseguenza dei 3700 lavoratori assunti alla Sidalm, oltre mille sarebbero costretti ad andare subito in Cassa integrazione, in attesa che fossero completati i lavori di «ricostruzione» del ciclo produtj tivo. «Questo dà già un'idea 1 del tipo dì produzione che si vuole organizzare — ha dichiarato Pelos, della Cisl — legata alla stagionalità e perciò con un uso probabilmente ricorrente della Cassa integrazione». Un altro punto del piano di ristrutturazione che i sindacati criticano è relativo alla fabbrica di Napoli, che attualmente produce «Buondì», e che dovrebbe, previo un periodo di riconversione, produrre caramelle. La trasformazione lascerebbe senza la- ! 1 I ! j j e a e a i e i voro circa 350 persone; inoltre secondo la federazione alimentaristi (Pilia) è necessario che il piano relativo all'Unidal venga visto in un quadro di settore agricolo-alimentare. Una fabbrica di caramelle avrebbe pochi legami con il territorio (.«Praticamente — hanno detto i sindacati — si tratta di chiusura non immediata»), e ancor meno con un eventuale piano di sviluppo agrieolo-alimentare che da più parti, governo compreso, si intende promuovere a brevissima scadenza, come diceva chiaramente il documento di Andreotti alla federazione Cgil, Cisl, Uil. La situazione di incertezza legata alla sorte del governo non favorisce le possibilità di una soluzione. «Il governo — ha detto ancora Gianfagna — sembra non avere novità da illustrarci. Se così fosse proseguirebbe l'occupazione del le fabbriche, riuniremmo i nostri organismi dirigenti e ci incontreremmo con la segreteria della federazione nazio naie Cgil, Lisi, Uil per esaminare nuove misure di lotta» Al riguardo è stato ipotizzato il blocco degli straordinari in tutto il settore alimentare e l'attuazione di grandi manife stazioni nelle province dove sono presenti impianti Unidal. La questione Unidal dovrebbe trovare spazio, secondo le confederazioni sindaca- li, in un quadro più vasto che comprenda almeno le altre imprese alimentari a partecipazione statale: Cirio Star, Bertoni e Alivar. In concomitanza con l'incontro di Roma si è svolta a Milano una grande manifesta zione. Migliaia di dipendenti (dei quattro stabilimenti milanesi del gruppo e di tutti i neguzi-bar ex Alemagna e Motta, che da sette giorni occupano fabbriche e punti di vendita, si sono riuniti poco prima delle 10 in piazza del Duomo Erano presenti delegazioni di altre fabbriche milanesi in segno di solidarietà. Il corteo era preceduto dallo striscione del consiglio di fabbrica dell'Unidal, sorretto dai figli dei dipendenti del gruppo di Cor naredo. La scritta diceva: «Vogliamo produrre, voglia mo lavorare, nessun licenzia mento deve passare». Contemporaneamente nello stabilimento Motta di Puorigrotta, a Napoli, si è svolta un'assemblea, alla quale hanno partecipato esponenti politici della de, del pei e di democrazia proletaria. Marco Tosatti Milano. La manifestazione per l'Unidal in piazza del Duomo, davanti alla galleria

Luoghi citati: Milano, Napoli, Roma