Roma: atteso Lefebvre d'Ovidio uomo-chiave del caso Lockheed di Guido Guidi

Roma: atteso Lefebvre d'Ovidio uomo-chiave del caso Lockheed Arriva domani (ma l'Interpol non è molto sicura) Roma: atteso Lefebvre d'Ovidio uomo-chiave del caso Lockheed Roma. 2 gennaio. Ovidio Lefebvre d'Ovidio è ancora in Brasile e le notizie sul suo ritorno in Italia, dove lo attende la Corte Costituzionale per giudicarlo subito, sono imprecise e confuse. Sembrava certo che il protagonista dello scandalo Lockheed (è l'unico a conoscere l'identitp di chi ha intascato le «bustarelle» per favorire l'acquisto dei 14 aerei da trasporto militare Hercules C 130) sarebbe arrivato a Roma mercoledì e l'informazione è stata confermata dall'Ansa. Secondo l'agenzia di stampa, infatti, Ovidio Lefebvre d'Ovidio lascerebbe domani Brasilia, dove è detenuto dall'estate scorsa, per essere consegnato entro la giornata di domani, in una saletta dell'aeroporto di Rio de Janeiro, al vice questore dell'Interpol, Romeo Viola e proseguire immediatamente per l'Italia. Ma a Roma non sono così ottimisti. In Brasile, dove si sta svolgendo il famoso carnevale, tutto sembra bloccato ed Ovidio Lefebvre d'Ovidio non rientra a Roma volentieri. «Sino a quando non avremo avuto la notizia che è salito sull'aereo diretto a Fiumicino — dicono all'Interpol — non potremo avere la certezza che l'operazione è definitivamente compiuta». Come dire, che Lefebvre d'Ovidio potrebbe arrivare mercoledì, ma che il suo ritorno potrebbe essere spostato a venerdì (l'Alitalia ha soltanto due voli settimanali da e per il Brasile) o addirittura alla prossima settimana. Poi, è necessario mettere in bilancio le condizioni di salute dell'imputato più importante nel processo per lo scandalo Lockheed e, soprattutto, il suo proposito di allontanare, nei limiti del possibile, il momento del suo interrogatorio e quello del dibattimento. Su tutta la vicenda incombe il pericolo della prescrizione e tutto lascia supporre che Ovidio Lefebvre d'Ovidio non si lasci sfuggire l'occasione buona. Lefebvre d'Ovidio (non è un mistero) intende impostare la battaglia su due fronti. Anzitutto sostiene che non ha corrotto nessuno, ma che, semmai, è la vittima di chi (per esempio Tanassi allora ministro della Difesa) ha preteso da lui del danaro per portare a termine l'affare degli «Hercules»: questa la tesi principale. Poi, cerca di arrivare ad una eventuale prescrizione, che bloccherebbe ogni iniziativa giudiziaria. Per raggiungere questo secondo obiettivo gli sono necessari, però, due presupposti: 1) essere assolto dall'accusa di truffa allo Stato e essere ritenuto responsabile soltanto di corruzione semplice e non di corruzione doppiamente aggravata (ave re compiuto il reato con altre quattro persone ed avere avuto rapporti con l'amministrazione pubblica); 2) fare in modo che il processo sia concluso soltanto a maggio del 1979 perché il reato di corruzione semplice viene prescritto entro sette anni e sei mesi Sono due presupposti difficili da realizzare, ma rientrano entrambi in un programma che per Ovidio Lefebvre d'Ovidio (e non soltanto per lui) è l'ultima salvezza. I tentativi di Lefebvre d'Ovidio per guadagnare tempo sono stati già messi in bilancio a Palazzo della Consulta ed è per questo che tutti prevedono la prima sua richiesta non appena (mercoledì o venerdì o la prossima settimana) toccherà il suolo italiano: è malato alla prostata e deve sottoporsi ad un intervento chirurgico. Il protagonista dello scandalo Lockheed ha 68 anni e le sue condizioni di salute non sono davvero buone. Guido Guidi