Tessera per votare

Tessera per votare Taccuino di Vittorio Gorresio Tessera per votare L'ultima buona notizia dell'anno terminato a mezzanotte di sabato scorso è stata, a mio giudizio, l'istituzione della tessera elettorale da distribuire a tutti i cittadini italiani maggiorenni. Così, non più certificati elettorali spediti dai comuni nelle vigilie di votazione: avremo una tessera nominativa rilasciata una volta per tutte, che esibiremo ai presidenti dei seggi dove saremo chiamati. E' una buona notizia, dicevo, perché una tessera mi dà l'idea di un abbonamento, a differenza del certificato che sembra un po' un biglietto d'ingresso, valido una tantum. La tessera è garanzia di una — come si dice — fruizione permanente, o che comunque si rinnova in via automatica nella previsione di sempre rinnovate occasioni elettorali. In sostanza, mi sembra, la tessera viene provvidamente a smentire il pessimismo di tanti che ad ogni tornate elettorale temono sempre di essere alla loro ultima elezione. Vota bene se vuoi continuare a votare: è uno slogan di propaganda che mi sento ripetere da anni. Così la tessera disperde il malaugurio, in forma solenne e ufficiale di impegno assunto dal governo. Poi c'è un aspetto di carattere pratico che non bisogna sottovalutare. L'istituzione della tessera-abbonamento si è infatti resa necessaria — a quanto credo — anche per il fatto che a dispetto di tutti gli astrologi di sventura c'è nel nostro avvenire una serie pressocché ininterrotta di elezioni. Questo 1978 ne sarà fitto, carico, praticamente tutto impegnato ed esaurito dagli appuntamenti elettorali. Incominciando con i residui passivi che ci ha lasciato il 1977, siamo anzitutto debitori di votazioni per il rinnovo di amministrazioni locali, in buon numero, su tutta l'estensione del territorio nazionale. Sono le elezioni che avrebbero dovuto essere tenute in autunno, ma come tutti ricordano i partiti non si sentivano pronti alla prova. L'accordo programmatico per il governo era fresco di pochi mesi, un tempo troppo breve per verificarne la validità, e quindi in base ad una decisione che fu molto discussa ma in realtà non se- riamente contrastata da' nessuno, quelle amministrative sono state fatte slittare a primavera. Così ce le troviamo davanti a distanza di pochi mesi, e non sono le sole. Air l'incirca nello stesso periodo ci aspettano difatti le votazioni per il grappolo dei referendum proposti dal partito radicale: o il Parlamento è in grado di riformare tutte le disposizioni di legge delle quali è stata chiesta l'abrogazione, o votare bisogna. Che il Parlamento riesca ad approvare tante nuove norme quante servirebbero ad eludere i referendum, è ipotesi del tutto inattendibile, quindi la tessera per votare ci sarà utile. D'altra parte, con tutte le voci di crisi che sono state messe in giro e che continuano a circolare alimentate da tutte le parti, nessuno è in grado veramente di escludere che si possa scivolare anche in uiio scioglimento anticipato delle Camere. Sarebbe la terza volta consecutiva, ma si sa bene quanto sia forte la tentazione di continuare a battere tutti i record precedenti: ancora l'altro giorno l'ex presidente Saragat deplorava il costume invalso di accorciare la vita di una legislatura, ma non è detto che la sua deplorazione ottenga qualche risultato. Una volta che si è presa la mano a sciogliere le Camere, è quasi senza accorgersene che si fa un nuovo scioglimento. E così, sempre in primavera, potremmo avere un'altra occasione elettorale: in primavera, e non più tardi, perché in luglio comincia il semestre bianco, durante il quale il capo dello Stato perde la sua facoltà di mandare a casa i parlamentari. Per conseguenza, visto il cumulo delle consultazioni a suffragio universale da tenere nel giro di pochi mesi, si ha una nuova conferma dell'opportunità dell'istituzione della tessera di abbonamento al voto. Penso che sia un grande risparmio per i comuni, questa tessera unica in luogo di certificati da rinnovare continuamente, controllare e recapitare. Di sfuggita dirò che per un pelo abbiamo evitato il rischio che le tornate elettorali di primavera diventassero quattro, con l'aggiunta delle elezioni dei deputati al Parlamento europeo. Ma in Inghilterra sono insorte non so quali difficoltà, e come le nostre amministrative d'autunno, anche le prime elezioni europee sono slittate. In ogni modo, la bontà della tessera non può che essere confermata, anche in caso di elezioni rimandate. Teniamoci da conio l'abbonamento che verrà buono un'altra volta. Ultima cosa da notare è che nel corso di dicembre i comunisti avevano sollecitato gli altri partiti «a definire il loro atteggiamento per varare, previ confronti ancora necessari, unitari interventi legislativi». Si trattava di raggiungere un accordo per riformare le disp- azioni di Iccge che i radicali vorrebbero abrogare per referendum. Sarebbe stata così evitata almeno una tornata elettorale, la più ambigua di tutte in quanto sottoponeva ai votanti «un complesso di quesiti estremamente eterogenei e su materie fra loro fortemente differenziate». Non era una proposta insensata, ma veniva dai comunisti, da coloro cioè che sono sospettati di non volerci far votare più («vola bene, altrimenti sarà tuli'ma volta che avrai votato» dice lo slogan anticomunista) e quindi la risposta è stata pronta: la tessera per votare a ripetizione. E' come dire che il compromesso storico non è ancora in funzione. Et nunc laetamini, e votate.

Persone citate: Saragat, Vittorio Gorresio

Luoghi citati: Inghilterra