Scontri Vietnam-Cambogia torna la guerra in Indocina?

Scontri Vietnam-Cambogia torna la guerra in Indocina? Aspri combattimenti su un fronte di centinaia di km Scontri Vietnam-Cambogia torna la guerra in Indocina? Rotte le relazioni diplomatiche, Hanoi e Phnom-Penh si rimbalzano l'accusa di aver cominciato le ostilità - Mosca e Pechino sono rispettivamente schierate con vietnamiti e cambogiani - Un conflitto "ideologico" a spese della tormentata regione Parigi, 2 gennaio. E' difficile fare il punto della situazione militare nel conflitto che, il 31 dicembre, ha provocato la «rottura temporanea» delle relazioni diplomatiche fra Vietnam e Cambogia. Secondo le informazioni raccolte a Bangkok, 1 combattimenti sono per il momento circoscritti alle regioni frontaliere contestate, che si estendono su alcune migliaia di kmq. Non si registrerebbe un'occupazione militare del territorio cambogiano da parte delle forze vietnamite, ma si tratterebbe di operazioni di rappresaglia da una parte e dall'altra. In una dichiarazione diffusa la sera del 31 dicembre dall'agenzia di stampa vietnamita, il governo di Hanoi Ila espresso il desiderio di aprire rapidamente colloqui di pace con la Cambogia. L'Unione Sovietica ha preso indirettamente posizione a favore del Vietnam: la «Pravda» di oggi lunedì pubblica una notizia che ri| prende l'essenziale delle dichiarazioni del governo di Hanoi. In Thailandia, il primo ministro, generale Kriangsak, ha dichiarato che que- stl avvenimenti «non avranno alcuna incidenza» sul suo Paese. Bangkok, 2 gennaio. « Voi potete avere fiducia in noi. Noi non ci comporteremo mai come i nostri antenati. Oggi il popolo vietnamita è diverso da quello del passato ». Fornendo questa assicurazione al principe Sihanouk, durante i colloqui sul « contenzioso » di confine khmero-vietnamita a Pechino nel maggio 1964, il primo ministro nordvietnamita Pham Van Dong non immaginava sicuramente che il suo Paese, 13 anni più tardi, sarebbe stato oggetto degli attacchi dei dirigenti comunisti della Cambogia e che il Vietnam «fratello» sarebbe stato accusato non soltanto di cercare, come in passato, di estendere la propria dominazione territoriale a spese del suo vicino occidentale ma, per raggiungere questo scopo, di portare i combattimenti sul territorio khmer e di comportarsi «in maniera peggiore delle truppe mercenarie di Thieu, di Ky e della Corea del Sud ». E' una frase che deve risuonare come un insulto all'ex alleato, ma il primo ministro della Repubblica socialista del Vietnam non ha più a che fare, per risolvere la lite sul tracciato delle frontiere o per qualsiasi altro problema, con un principe diplomatico. Il conflitto non risale certo a ieri. Immediatamente dopo la vittoria del Vietnam del Nord su quello del Sud, brevi ma violenti combattimenti avevano opposto i due Paesi per il controllo dell'isola di Pulo-Way, nel Golfo di Thailandia. Ma l'eco di quei combattimenti era rimasta come attenuta dall'ermetismo delle frontiere cambogiane dopo l'aprile del '75, e anche dall'estrema discrezione di Hanoi su questi problemi. La decisione improvvisa della Cambogia di rendere pubDlico un conflitto in realtà in corso già da mesi, il contesto drammatico e il carattere violento delle accuse lanciate da Khieu Samphan, capo dello Stato cambogiano, contro i vietnamiti, sollevano diversi interrogativi. E non è facile trovarvi risposta tanto i fatti sono poco verificabili. Sembra tuttavia che i combattimenti tra le forze dei due Paesi restino ancora oggi circoscritti alle regioni di confine disputate da Phnom Penh e ad azioni di rappresaglia piuttosto che rappresentare una occupazione militare vietnamita del suolo cambogiano. La prima domanda che ci si può porre è questa: il «contenzioso» di frontiera fra due Paesi dal nazionalismo a fior di pelle e dalle sempre distinguibili divergenze ideologiche, è così arduo da non poter essere oggetto di un negoziato? E inoltre: i due Paesi potrebbero essere meglio disposti alle trattative oggi che le cause profonde e senza dubbio durevoli di disaccordo sembravano vicine a essere appianate? In realtà l'antagonismo secolare, sovente accompagnato da un vero odio razziale, rischia di persistere con le ambizioni nazionaliste, pur messe in sordina dall'alleanza intervenuta al tempo della guerra, e con il gioco di Mosca e Pechino, che cercano, attraverso i loro « alleati » nella regione, di rinforzare la loro influenza. Inoltre, come si può immaginare che Hanoi, dopo 30 anni di aspra lotta per liberare il suo¬ lo della patria, possa cedere alle rivendicazioni cambogiane? Queste rivendicazioni, si dice in Vietnam, esistono, malgrado le posizioni ufficiali di Phnom Penh, e riguardano non soltanto larghe porzioni del territorio, ma anche popolazioni vietnamite d'origine khmer. Per dare la misura del conflitto non si può parlare semplicemente di scontri isolati, ma è veramente una guerra, come sostiene Khieu Sampham? O sì tratta di una guerra isolata a certe regioni di frontiera, perché se Hanoi volesse rovesciare davvero il regime di Phnom Penh ben poco pot:pbv "o fare gli 80 mila farti banner contro l'armata più potente e meglio equipaggidi tutto il SudEst asiaiku'ì L'ipotesi delia « mano cinese » in questo affare, che oltrepassa largamente i limiti di un conflitto di frontiera, pare convalidata dalla presentazione degli avvenimenti compiuta da Pechino negli ultimi giorni, presentazione che favorisce nettamente il punto di vista della Cambogia. Ma si può ricordare, egualmente, che la Cina aveva proposto a ottobre la sua mediazione ai belligeranti. Copyright di « Le Monde » e per l'Italia de « La Stampa »

Persone citate: Khieu, Khieu Samphan, Pham Van Dong, Sihanouk, Thieu