Basta con i botti
Basta con i botti Basta con i botti Sono assai poche, purtroppo, le speranze di riuscire a evitare domani, intorno alla mezzanotte, i due sgradevoli fenomeni che da alcuni tempi accompagnano il Capodanno e che sono stati importati a Torino da altre regioni italiane: i cosiddetti «botti» e la consuetudine di lanciare dalle finestre oggetti qualsiasi, che non servono più e di cui ci si vuole disfare. Pessima tradizione che ogni anno arreca danni a cose e a persone e che, nonostante gli appelli, puntualmente si rinnova. Non c'è una disposizione che vieti i «botti». Sono in vendita presso armatoli, negozi di giocattoli e perfino nelle tabaccherie. Ve ne sono di almeno tre tipi: il tipo pesante, conosciuto come «castagnola», che esplode fragorosamente: il tipo più leggero, usato soprattutto dai ragazzi; e il tipo leggero «a serpentina», che provoca un susseguirsi di colpi e che sembra echeggiare una raffica. Già nei giorni scorsi le proteste sono state numerose da parte di cittadini che in varie zone della città si son detti molestati da questi colpi i quali, dati i tempi, sono confondibili con altri senza dubbio più pericolosi e preoccupanti. Di notte, soprattutto, un «botto» può essere scambiato con un colpo di fucile e una «serpentina» con una lontana raffica di mitra, il che non contribuisce di certo a rendere sereni. Ci si domanda quindi se non sia giunto il momento di togliere dalla circolazione questi prodotti che non servono assolutamente a nulla, che causano i timori di cui abbiamo detto, e qualche volta provocano anche feriti. In mancanza di una disposizione di legge in materia, i «botti» si producono, si vendono e imperversano già in questi giorni e ci saranno certamente anche stanotte, senza riguardo per nessuno, senza badare che nelle vicinanze vi può essere un ospedale, un istituto, un luogo in cui si ha bisogno di tranquillità, anche se un anno finisce e un altro ricomincia. Ci sono invece leggi ben precise su chi, lanciando oggetti qualsiasi, corpi contundenti dalle finestre o dai balconi, può arrecare lesioni o comunque danni a terzi, ma è abbastanza difficile farle rispettare e, in particolare, è arduo identificare gli autori di un simile gesto stupido e inqualificabile. Negli ultimi anni a Torino si sono avuti feriti, raggiunti al capo da utensili guasti, da vecchie casseruole, persino •da vasi di fiori allo scoccare della mezzanotte. E' chiaro che i tutori dell'ordine — a parte il fatto che hanno cose più impegnative a cui badare — fanno il possibile per limitare quest'usanza e per identificare i responsabili sui quali la denuncia, a seconda dei danni, può essere pesante, comportare una forte multa e, alle volte, anche l'arresto. Dovrebbe subentrare il buonsenso a impedire questo diffondersi di una psicosi che in Torino anni fa non c'era. L'anno scorso, in via Prejus. una macchina in sosta ha avuto il tetto sfondato da un grosso secchio di metallo lanciato dai piani più alti di una casa: in Lungo Po Antonelli un giovane è rimasto ferito da un grosso sgabello di legno, per non soffermarci che sui particolari più significativi. Altre volte sono bottiglie, piatti, posacenere, che vengono gettati in strada con il solo scopo di divertire gli amici che si sono invitati in casa o di far chiasso. E' evidente che il nuovo anno potrebbe essere accolto molto più civilmente. * ★
Luoghi citati: Lungo Po Antonelli, Torino
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