Il cardinale: «Il mio augurio a chi soffre, è povero e solo»

Il cardinale: «Il mio augurio a chi soffre, è povero e solo» Il cardinale: «Il mio augurio a chi soffre, è povero e solo» «Mi rivolgo a tutti i torinesi con la speranza che chiunque si dice cristiano si impegni perché il Vangelo illumini la coscienza degli uomini per renderli capaci di vivificare il nostro tempo tormentato» II cardinale arcivescovo Anastasio Ballestrero, con la sua vivissima sensibilità, ha sofferto i problemi più gravi che hanno travagliato Torino, soprattutto quello del terrorismo. Genovese, già vescovo di Bari, gli è stato domandato in una intervista televisiva quale differenza riscontra fra Bari e la capitale subalpina. Ha risposto: «Bari è una città abitata da baresi, gente operosa, che si dedica all'attività della città e del suo entroterra, una popolazione anche agricola, omogenea. Torino offre un cosmopolitismo vasto, ha ospitato gente di ogni regione, soprattutto per motivi di lavoro, e di ciò occorre pure tener debito conto». Giunto sulla cattedra di San Massimo dopo il cardinale Maurilio Fossati, che ha lasciato una memoria incancellabile nel cuore dei torinesi, soprattutto dei più anziani, e il padre Pellegrino, che pure ha dato un'impronta indi¬ menticabile alla sua missione vescovile, il cardinale Ballestrero ha una comunicativa facile, una sua ironìa bonaria, asciutta. Frate, è rimasto «un monaco buttato nel mare di una grande città con. problemi immensi, ma da sempre — ricorda — i monaci sono stati al servizio della Chiesa anche per questo, per essere utilizzati in missioni pastorali ricche di fermenti». E' in privato che viene fuori il monsignor Ballestrero più autentico, quando rievoca la sua Genova, quando stabilisce con un rapido sorriso un contatto umano, quando spiega come si divertiva con Govi o come si faccia una buona bagna caòda. Attraverso Stampa Sera, il cardinale arcivescovo rivolge a tutti i torinesi l'augurio migliore per un felice 1980. Ecco il suo scritto: «Vorrei che l'augurio di Buon Anno che il vescovo rivolge a tutti i torinesi fosse accolto da tutti come espressione di umana cordialità e come segno di intima partecipazione ai desideri e alle ansie di quanti aspettano un 1980 più sereno e più degno dell'uomo. Vorrei che soprattutto i più sofferenti, i più poveri, i più emarginati e i più soli, attraverso il mio affettuoso augurio, riuscissero a credere e a sentire che Dio è provvido e buono anche attraverso il mistero della Croce, soprattutto quando i fratelli cristiani sanno mostrarne concretamente l'amore e la generosità. Vorrei infine che il mio augurio sollecitasse chiunque si dice cristiano a impegnarsi seriamente perché il Vangelo illumini ed animi la coscienza degli uomini per renderli capaci di vivificare il tempo e la storia invece di subirne fatalisticamente gli eventi. Buon Anno e che Dio sia Signore e Liberatore di tutti!». Anastasio Ballestrero Cardinale Arcivescovo

Persone citate: Anastasio Ballestrero, Ballestrero, Govi, Liberatore, Maurilio Fossati

Luoghi citati: Bari, Genova, San Massimo, Torino