Così la luce elettrica sbalordì i torinesi

Così la luce elettrica sbalordì i torinesi Quel 18 dicembre di cent'anni fa Così la luce elettrica sbalordì i torinesi <• Torino si accenderà come una stella e brillerà di novello splendore grazie a una scoperta che illustra la scienza e che ha già stupefatto i parigini e gli abitanti di altre grandi città. Che avverrà mai il giorno nel quale fosse possibile una estensione di questa luce e si passasse dagli esperimenti a un piano più largo, in diversi quartieri e contrade torinesi?». Cosi la Gazzetta Piemontese dava notizia, un secolo fa, del «sensazionale esperimento» attuato in Torino che scopriva, a un tratto, la possibilità di essere rischiarata, nottetempo, con la luce elettrica. Il 18 dicembre 1879 il giornale annunciava che proprio il cuore della città poteva beneficiare della -novità rivoluzionaria che unisce alla praticità anche l'eleganza», come spiegavano i tecnici. E il giornale scriveva: «Pare che gli esperimenti vadano molto bene, dacché continuano e accennano a farsi su più larga scala. Intanto stasera, per compiacere i frequentatori del Caffè Romano, sarà nuovamente illuminato il salone sotterraneo di quel caffè, venerdì sera alle 21 la Galleria Subalpina, sabato sera il Caffè Romano e domenica sera la Galleria». Quindi tutto un programma distribuito in differenti serate, che faceva accorrere i torinesi, come rammentano le cronache, per andare a vedere «il prodigio». -Nella prossima settimana — proseguiva entusiasta il cronista —. permettendolo il Municipio, si illuminerà la parte di piazza Castello, di fronte alla via di Po. E con questo sarà compiuta la serie di esperimenti pel pubblico, e comincerà quella degli esperimenti industriali nell'interesse della società che si sta formando, per attivare in Italia questa specie di illuminazione». •Si spera che con l'arrivare di questa elettricità divenga sempre meno importante anche il fuoco con tutti i danni e i pericoli che reca seco», aggiungeva un commentatore concludendo la notizia che, mentre si effettuavano gli esperimenti elettrici, una piccina di tre anni, sola in casa, avvicinatasi troppo a un braciere, era stata avvolta dalle fiamme: accorsi i vicini, la bambina era stata accompagnata all'Ospedale Mauriziano dove, nonostante le cure, non ebbero modo di salvarla. L'elettricità, quindi, vista in alternativa alla fiamma, alla legna, al carbone, al gas, considerata come una possibile conquista del finire del secolo. Ai «Signori rappresentanti della Stampa e dei Giornali» (cosi era indirizzato il biglietto di invito al «raduno» che oggi definiremmo conferenza stampa) venne* spiegato il procedimfnto per questa illuminazione sperimentale di Torino che seguiva di oltre un anno quella di Parigi, del 3 maggio 1878, la quale aveva fatto risplendere la piazza dell'Opera, a cui s'aggiunsero presto i magazzini del Louvre, il Grande Hotel e altri edifici. Già all'Esposizione di Parigi del 1876 c'erano stati precedenti, a titolo sempre sperimentale, e nel 1877 i grands magasins della capitale francese, rischiarati con l'elettricità, avevano fatto gridare al miracolo. Torino, al Caffè Romano e in Galleria Subalpina, fu uno splendore, cent'anni fa, e ancora il Manferrini aggiungeva: »E' la conclusione felice di questo 1879 che ha visto l'Esposizione Universale di Sydney, in Australia; l'inaugurazione della ferrovia della Pontebba, fra' Udine e Tarvis; l'impressionante esperimento di tramways a vapore, interpolatamente a corse di treni ordinari su una medesima strada ferrata. Si consideri che sulla Torino-Rivoli le macchine "San Léonard", costruite a Liegi, macchine incredibili, vanno da Torino fino alla Tesoriera». Certi vocaboli, allora, sarebbero parsi indecifrabili. Il black-out era di là da venire, dopo gli aeromobili, i velocipedi, dopo Lindbergh. dopo il congegno ideato' da quel pazzo incompreso di Marconi, dopo la tv. Tutto dietro l'angolo. E' bene scoprire il futuro giorno dopo giorno, a poco a poco. Se lo intravedessimo di colpo, tutto insieme, con i suoi sassolini bianchi e con le molte pietre nere, ci lascerebbe senza fiato. Renzo Rossotti

Persone citate: Caffè Romano, Lindbergh, Marconi, Renzo Rossotti, Tarvis