Ci dica, signor Bearzot come sarà l'anno nuovo? di Bruno Bernardi

Ci dica, signor Bearzot come sarà l'anno nuovo? Programmi e speranze del et. azzurro Ci dica, signor Bearzot come sarà l'anno nuovo? DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MILANO — Si chiude, per Enzo Bearzot ed il suo Club Italia, un anno-cuscinetto fra il brillante quarto posto di Buenos Aires '78 e il campionato d'Europa di Roma '80. E' stato un anno Interlocutorio durante il quale Bearzot ha cercato di verificare se il ..Mundial» era ormai un capitolo chiuso o se, come pensava, il suo gruppo di «fedelissimi» era ancora in grado di esprimersi sui livelli argentini. La vittoria sull'Olanda ed il pareggio con l'Argentina gli avevano dato ragione: la sconfitta di Zagabria con la Jugoslavia, con una formazione zeppa di rincalzi, non l'ha turbato, cosi come i chiaroscuri con la Svezia e con la Svizzera, nelle ultime due vittoriose amichevoli non l'hanno indotto a mutare rotta a sei mesi dal massimo cimento calcistico continentale. Bearzot ha una «rosa» bloccata di 18 giocatori ai quali se ne aggiungeranno quattro per completare la lista dei 22. Saranno giovani, che verranno aggregati per fare esperienza «visiva» In proiezione Madrid '82. Se 1'«Olimpica» non andrà a Mosca, i promossi potrebbero essere Galli (qualora Paolo Conti non riconquistasse nella Roma il posto di titolare), i fratelli Baresi e Beccalossi. Conservatore di «valori sicuri» Bearzot lo è indubbiamente, ma non è giusto accusarlo di immobilismo. In cinque anni ha lavorato bene, affiancando prima Bernardini nell'opera di ricostruzione, poi assumendo la responsabilità della Nazionale A. Gli manca solo un risultato di prestigio, un successo da albo d'oro per consolidare, anche in Italia, la fama di tecnico dì valore che all'estero gli riconoscono da tempo. L'.Europeo» sarà la grande occasione? Giochiamo in casa e Bearzot conosce perfettamente i rischi che corriamo ma, al tempo stesso, sa che esistono anche grossi vantaggi. 'L'impegno che ci attende sarà severissimo — premette Bearzot —. Noi non amiamo godere dei favorì del pronostico, ma il discorso è generale. Brasile e Germania Ovest si erano presentate in Argentina come le principali candidate al titolo, poi è finita come sapete. Da tecnico mi aspetto la conferma del gioco abbastanza moderno che ha trovato consensi ovunque e che è degno del miglior calcio internazionale». — La gente pretende il risultato: questo può condizionarvi? •Il risultato può venire o meno ma il successo, per me, è il gioco — insiste Bearzot. — L'aver messo al muro la Germania Ovest per 90 minuti, sul campo del River Piate, vederla impotente ed affannata, resta il più bel premio che ho ottenuto pur non avendo vinto la partita. Sono entrato nel Club Italia in un periodo in cui si doveva cambiare molte cose, riedificare una squadra ed un ambiente, tessera su tessera. Per vincere bisogna anche avere tutti gli dei dell'Olimpo a disposizione. Il mio contratto scade a fine giugno e, anche se sulla parola sono confermato sino all'82, potrebbero ritenere esaurito il mandato. In tal caso me ne andrei con la stessa serietà con cui sono arrivato e con la tranquillità che chi mi succederà non troverà il deserto ma un terreno fertile che assicurerà continuità nel tempo grazie a giovani come Cabrini, Collovati e Rossi e ad altri che sono nel pieno della maturità». Bearzot lascerebbe solo se la situazione precipitasse ma è troppo legato alla Nazionale per farlo. Combattente di razza non si tira indietro e l'ha già dimostrato. Crede nel suo gruppo. «// tecnico non deve essere vittima dell'emotività come lo sono spesso i tifosi — precisa —. Ogni traguardo è una tappa. In questa squadra c'è un patrimonio di gioco e c'è anche un futuro. Dopo il "Mundial", nelle amichevoli più importanti in cui gli azzurri hanno raggiunto il massimo dell'impegno agonistico e della concentrazione, c'è stata piena risposta. Con la Svezia e La Svizzera la risposta la si è avu¬ ta solo a metà, quanto bastava per vincere». Come sempre Bearzot scinde il campionato dalla Nazionale e spiega che in tutti i paesi del mondo si fa altrettanto. «JVon è detto — aggiunge — che a un grande campionato corrisponda una grande rappresentativa. In Germania Ovest, da quando giocano molti stranieri nei vari clubs, non c'è più una Nazionale irresistibile. Il torneo inglese è eccellente ma la selezione bianca, negli ultimi otto anni, non è riuscita a qualificarsi per la fase finale della Coppa del Mondo. Noi stessi nel decennio '50-'60 avevamo numerosi fuoriclasse stranieri e una Nazionale mediocre». — Cosa ci vuole, dunque, per vincere l'Europeo? -L'impresa ci riuscì nel '68 — risponde Bearzot — e faremo del nostro meglio per ripeterci anche se sarà la prima volta che giocheremo tre o quattro partite in undici giorni. Molto dipenderà dalla condizione fisico-atletica. In Argentina il clima fresco ci rigenerò qui farà caldo ma la sofferenza sarà generale. Spero che il campionato sia tirato sino alla fine. Se la Juventus, che annovera il maggior numero di azzurri, non sarà in testa, l'importante è lo spirito con cui avranno lottato i bianconeri. Per ora, sotto questo aspetto, non debbo lamentarmi: i singoli che m'interessano hanno sempre dato quanto mi aspettavo da loro». —Quali le avversarie più difficili? •Sarà un torneo duro, all'insegna dell'equilibrio, puntualizza Bearzot. Almeno cinque su otto possono vincerlo. All'estero l'Italia non ha pronostici troppo favorevoli. Inghilterra, Cecoslovacchia e Germania Ovest sono le più quotate. L'Inghilterra è un rullo compressore. Non è più forte ma più compatta di quella che eliminammo. La Cecoslovacchia è sui livelli del 76, quando vinse il titolo a Belgrado. La Germania Ovest ha perso alcune 'Stelle» ma ha risorse atletiche e capacità di sofferenza ideali per un torneo in cui il più forte resta a galla. L'Olanda non è irresistibile ma anche sema assi conferma la bontà della sua scuola vincendo in casa dei tedeschi orientali. Spagna, Belgio e Grecia che non vanno sottovalutate, saranno arbitre». Bruno Bernardi