In palio 470 mila miliardi

In palio 470 mila miliardi In palio 470 mila miliardi La crisi del petrolio si è abbattuta come un ciclone su quella che la stampa specializzata di tutto il mondo definisce, da tempo, la «guerra industriale del secolo». Secondo uno studio dell'Icao (International civil avìation organization, in pratica l'agenzia aeronautica delle Nazioni Unite) il giro d'afrari complessivo dell'aviazione civile internazionale, fra il 1979 e il 1988, supererà i 470 miliardi di dollari (oltre 400 mila miliardi di lire). Sono cifre che non hanno confronto in nessun altro settore industriale e che dovrebbero, da sole, garantire bilanci pingui e profitti da capo giro alle 4-5 grosse società che controllano il mercato. Ma le società (dalla Boeing, che controlla il 52% del mercato mondiale, alla McDonnel Douglas, alla Lockheed) sono tutt'altro che euforiche di fronte a questa esplosione. Per due. motivi: il primo è legato alla concorrenza spietata che le Case hanno avviato per garantirsi quote sempre maggiori di mercato; il secondo alla crisi petrolifera che costringe tutti i produttori a rivedere i loro piani. Sulla concorrenza è presto detto. Dieci anni fa, ad esempio, la Lockheed decise di ridurre di un milione di dollari (rispetto alle previsioni) il prezzo del Tristar che stava per lanciare e la Douglas rispose con uno sconto di mezzo milione di dollari sui De 10. La stessa cosa potrebbe ripetersi ora nello scontro tra la Boeing e l'Airbus, il consorzio franco-tedesco che conta di piazzare almeno tremila velivoli nei prossimi dieci anni. La seconda ragione è più complessa. Anche se il settore rappresenta poco più del 4% del consumo totale di petrolio, oggi tutte le compagnie chiedono alle Case velivoli che consumino almeno il 25% in meno. E ciò pone problemi enormi alle Case che devono studiare modelli sempre più .leggeri». La prima a muoversi in questo senso è stata la Boeing che ha investito due miliardi di dollari nella ricerca per la nuova generazione di aerei che ha lanciato nel luglio scorso. Il •767» viene infatti già realizzato con fibre al carbonio reslstentissime e leggerissime. E la Boeing, proprio per questo, è stata anche il primo colosso a cambiare strategia, scegliendo la strada della cooperazione internazionale. In pratica la stessa via che intende seguire ora il consorzio Airbus che nel '78 ha raggiunto una quota pari al 19% del mercato mondiale (contro il 6% del '77) e ora sta intensificando la ricerca per tallonare sempre più da vicino la Boeing.

Persone citate: Mcdonnel Douglas