La Traviata «giustiziata» dai loggionisti di Parma di Guerrino Cavalli
La Traviata «giustiziata» dai loggionisti di Parma Una burrascosa inaugurazione al «Regio» La Traviata «giustiziata» dai loggionisti di Parma Al termine del secondo atto, il soprano Elena Mauti Nunziata, zittita e offesa, ha rinunciato a proseguire - Criticato anche il maestro Fernando Previtali - Ora si scatenano violente le polemiche DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARMA — Peggio di cosj non poteva esordire la stagione lirica con la quale il Teatro Regio di Parma celebra il suo centocinquantesimo anno di vita. Mercoledì sera la «Traviata» non è giunta al termine: si è clamorosamente fermata prima che le struggenti note del preludio dell'ultimo atto preannunciassero lo spegnersi di Violetta Valéry. Ed è stata proprio l'interprete di Violetta, il soprano Elena Mauti Nunziata, a dire basta anzitempo rifiutandosi di proseguire la recita. Durante l'intervallo i commenti delusi e scandalizzati del pubblico ruotavano intorno al desiderio di arrivare al più presto in fondo alla disastrosa serata.; Al rientro in sala mentre gli incolpevoli orchestrali abbandonavano mestamente il golfo mistico, in un crescendo di clamori, una voce leggeva al microfono il laconico comunicato: «Lo direzione del Teatro Regio comunica che la recita è sospesa dato che il soprano Elena Mauti Nunziata, visto l'andamento della serata, non ha più la tranquillità e la serenità necessarie per concludere la rappresentazione». Che cosa è successo mercoledì sera? Qualcosa era già nell'aria: si sapeva che questa edizione di «Traviata» già proposta nei giorni scorsi nei teatri di Modena e Piacenza aveva deluso; l'anteprima per i giovani eseguita al Regio il 9 dicembre aveva anticipato lacune e vistose carenze tali da alimentare oscuri presagi. All'alzarsi del sipario il pubblico aveva spontaneamente applaudito la scena (il salotto in casa di Violetta durante una festa) per l'originalità dell'in sieme e l'eleganza dei costumi realizzati appositamente su figurini dell'epoca. Gli umori mutavano di colpo non appena si sviluppava il fatto musicale che rivelava crescenti incertezze sia nella direzione orchestrale sia nell'esecuzione vocale. Il pubblico (soprattutto il loggione) ha cominciato ben presto a rumoreggiare e a zittire, con sfottò e battute salaci scadute in qualche caso in grossolanità da parte di intemperanti, mentre cresceva il disagio in sala e dietro il sipario maturava il dramma. Nessuna chiamata alla fine del primo e del secondo atto, frequenti invece le «beccate» ai cantanti, soprattutto al direttore, ii maestro Fernando Previtali, al quale si rimproverava una direzione eccessivamente lenta e inespressiva, priva di qualsiasi sostegno ai cantanti. Perfino il baritono Renato Bruson rischiava di essere travolto e soltanto il mestiere e la classe gli consentivano di uscire indenne riuscendo a strappare con l'aria «Dì Provenza...» gli unici scroscianti applausi. Poi la conclusione anticipata e, ora, l'esplodere delle polemiche che non risparmiano nessuno. Non i responsabili del teatro per la scelta di un'opera come «Traviata» di ardua esecuzione; non la direzione orchestrale ritenuta inadeguata (a questo proposito risulta che la commissione teatrale del Regio avesse scelto il maestro Angelo Campori e che Previtali sia stato invece imposto a livello regionale dell' «Associazione teatri Emilia-Romagna»; non certo i cantanti, nessuno dei quali è risultato in condizioni vocali accettabili, con la sola eccezione di Bruson, laddove ad esempio la Mauti Nunziata vanta un recente passato di assoluto rilievo anche e proprio nella parte di Violetta. Addirittura l'episodio avrà un'eco anche a livello politico. Infatti i consiglieri comunali di minoranza democristiana, hanno predisposto un'interpellanza alla giunta per questa vicenda ritenuta offensiva per il prestigio e il decoro del Teatro Regio. E i protagonisti che cosa hanno da dire? Il maestro Previtali poco dopo l'interruzione della recita ha così commentato: «La signora Mauti Nunziata è stata ridotta dal pubblico in uno stato di depressione tale da non poter, più cantare». E quanto alle critiche alla sua direzione? «La smania di dare giudizi è nociva all'obiettività. Da anni dirigo "Traviata" e nessuno mi ha mai detto che dirigo lentamente». Elena Mauti Nunziata, dal canto suo, era in preda a una vera e propria crisi di pianto e di rabbia: «Questa inciviltà va condannata fermamente. Ho girato tutti i teatri del mondo e non mi hanno mai trattata cosi. Io sono certa di aver fatto il mio dovere, l'unico rammarico è quello di aver proseguito fino al terzo atto.' Dovevo smettere prima: Solidali con lei si sono dichiarati Renato Bruson, il sindaco di Parma avv. Cremonini, il vicesindaco Cusini, l'assessore al teatro prof. Bioli, i quali parlano di atteggiamento incredibile del pubblico di Parma, di diritto al dissenso ma non all'insulto, di aperta prevenzione nei confronti di questo spettacolo. La seconda recita di «Traviata» è in programma sabato sera. Che cosa accadrà? Ieri pomeriggio si è riunita la commissione teatrale per le decisioni del caso. Sono senz'altro previsti mutamenti nel cast. Ma sarà ancora in grado questa «Traviata» di risollevare le proprie sorti così pesantemente compromesse? Guerrino Cavalli
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