In agguato su un furgoncino assassinarono il brigadiere

In agguato su un furgoncino assassinarono il brigadiere Il delitto di Argelato, nel 1974, nella Bassa bolognese In agguato su un furgoncino assassinarono il brigadiere BOLOGNA — A proposito dell'inchiesta sul terrorismo, in corso in varie città, c'è chi non esclude un possibile collegamento fra gli arrestati e 1' uccisione, avvenuta cinque anni fa, del brigadiere Andrea Lombardini, comandante della stazione di Argelato. nella Bassa Bolognese. Lombardini fu ucciso nella tarda mattinata del 5 dicembre 1974. Il sottufficiale, quel giorno in permesso, fu informato di uno strano andirivieni di auto nei pressi del cimitero; accorse assieme al carabiniere Gennaro Sciaretta, ma dall'interno di un furgone posteggiato nella zona parti una raffica di mitra che lo uccise. Sciaretta riuscì a bloccare i tre giovani scesi dall'automezzo, ma poi fu sopraffatto e percosso. Le indagini portarono quasi subito a una serie di arresti, partendo da due giovani che ancora vagavano a piedi per la campagna. Quattro ricercati, fuggiti in Svizzera, furono catturati e estradati. Uno di essi. Bruno Valli, di Como, sospettato di tenere il collegamento con la Svizzera (traffico d'armi rubate in depositi e legato anche a movimenti guerriglieri in Spagna e Germania) e con la Lombardia, si impiccò il 9 dicembre nel carcere di Modena. Moltissimi furono gli arresti a Bologna, un paio a Milano, uno a Mantova di giovani dell'estrema sinistra accusati di essere in rapporto con il commando che uccise il carabiniere. Gli assassini volevano rapinare il portavalori di uno zuccherificio della zona, a loro carico vi sarebbero anche altre rapine nel Bolognese. I denari sarebbero serviti a finanziare il gruppo e una radio. Gli arrestati frequentavano a Bologna un circolo, «Il gatto selvaggio», dove si vedeva anche Alceste Campanile, il giovane di -Lotta continua, ucciso il 12 giugno '75 a Reggio Emilia. Alcuni dei fermati sono poi finiti nei guai per i fatti del marzo '77: l'area è la stessa. Durante il processo gli imputati maggiori hanno mostrato il tipico comportamento dei terroristi leggendo proclami. Furono anche compiuti un paio di attentati (auto al tritolo) davanti ad una caserma dei carabinieri a Bologna ed al «Corriere della Sera» a Milano (ottobre '76). Al processo d'appello sono stati condannati Ernesto Rinaldi (lo spalatore, per paura, giacchè gli sfuggi un colpo) a 26 anni di reclusione: Franco Franciosi a 24; Stefano Cavina a 19; Claudio Vicinelli a 18; Stefano Bonora a 17; Marzia Leili (unica latitante) a 16; Claudio Bartolini a 14. Altri quattro a pene minori per favoreggiamento. Uno — Renzo Franchi — è tornato in carcere per vicende legate a un episodio del terrorismo «minore».