Una coppia è intossicata dai cibi L'uomo muore, gravissima la donna

Una coppia è intossicata dai cibi L'uomo muore, gravissima la donna Tragedia alla vigilia di Natale scoperta solo il giorno dopo Una coppia è intossicata dai cibi L'uomo muore, gravissima la donna Le vittime: il custode, 64 anni, della scuola elementare «Baricco» di corso Peschiera e la sua convivente, 60 anni - Li hanno trovati i parenti - Numerosi dubbi: aperta un'inchiesta Tragedia alla vigilia di Natale nella scuola elementare «Pietro Baricco» di corso Peschiera 380. Il custode e la sua convivente sono rimasti intossicati, probabilmente dai cibi. Lui è morto dopo una lunga e atroce agonia, lei è in coma profondo nel reparto di rianimazione del Nuovo Martini. La polizia ha sequestrato i resti di un panettone, una bottiglia di rhum e un flacone contenente un medicinale per il fegato. Tutto lascia pensare che la disgrazia sia stata provocata dall'ingestione di cibi guasti, ma è solo una ipotesi. La coppia potrebbe essere stata avvelenata dall'ossido di carbonio (in cucina c'era una stufetta elettrica) oppure potrebbe avere deciso di uccidersi, anche se mancano gli elementi per avvalorare quest'ultima tesi. La risposta esatta verrà dall'autopsia sul corpo dell'uomo e dalle analisi di laboratorio che i tecnici dell'ospedale stanno portando a termine. Le vittime sono Franco Ferrari. 64 anni, vedovo da 6 anni e mezzo e la sua compagna anch'essa vedova da 5 anni. Maria Brambilla, di 60. La tragedia è avvenuta nel loro alloggio: una casetta a due piani, nel cortile della scuola, collegata alla palestra. Che cosa sia accaduto esattamente lunedi, soltanto la donna potrà raccontarlo. Si sa che verso le 10 il custode aveva telefonato alla figlia per dirle che si stavano preparando per il pranzo di Natale: «Veniamo da voi, come d'accordo — aveva detto — ci faremo vivi domani, prima di mezzogiorno*. Martedì in casa dei figli del custode la tavola viene prepara- ta con un certo anticipo. L'attesa è grande, ci sono anche i nipotini, ma alle 13 i posti di Franco Ferrari e di Maria Brambilla sono ancora vuoti. E' 11 figlio Livio. 39 anni, operaio, via Pozzo Strada 25, ad allarmarsi per primo, visto che 11 padre non risponde al telefono. Accompagnato dal cognato. Armando Macagno. va alla «Baricco». Entra nel cortile e vede le luci accese nell'alloggio. Ricorda: «Ho bussato a lungo, poi abbiamo deciso di sfondare la porta. Una spallata e siamo entrati in cucina. Nell'alloggio c'era silenzio. La scoperta l'ho fatta quando sono salito al piano superiore*. Franco Ferrari era riverso nel bagno, ormai privo di vita, la donna era nel salotto, sdraiata sul divano e rantolante. Probabilmente la coppia si era sentita male prima di notte perché i letti erano ancora in ordine. Armando Macagno: «Per mio suocero non c'era più niente da fare, il suo corpo era già irrigidi- to, mentre Maria dava ancora debolissimi segni di vita. Entrambi indossavano i pigiami e credo che i primi sintomi dell'avvelenamento li abbiano accusati poco prima di andare a letto. La casa era in ordine, sul tavolo della cucina il panettone e le bottiglie, sequestrate poi dalla polizia*. Aggiunge il figlio. Livio: «Se si sono sentiti male perché non ci hanno chiamati a casa? Accanto al telefono c'erano i nostri numeri. Li avevano messi loro, "in caso di necessità" — dicevano — vi chiameremo subito*. Continua: «Non penso al suicidio di mio padre e della sua compagna. Non ne avevano motivo, e poi. perché avevano tirato fuori dagli armadi i vestiti migliori per venire alla festa?* 1 coniugi Maria e Franco Ferrari - Il figlio Lino li ha soccorsi